Imposto questo “editoriale” a mo’ di dibattimento giudiziario, con una prima parte dell’accusa, e una seconda della difesa.
L’accusa
Il momento magico della Fed Cup è finito, almeno per me, ma non solo per me. Ho guardato alla tv gli incontri ma senza patire e sobbalzare sulla sedia come altre volte, con un po’ di apatia. L’anno scorso la Fed Cup è stata gettata alle ortiche, e qualcuno mi ha dato addosso quando ho scritto sul sito della Fit che alle italiane importava meno, e il forfait mi era sospetto.
È anche vero che prima si vinceva (peraltro con un Belgio che schierava una Flipkens, o un’America senza le Williams: non erano vittorie del tutto probanti) perché si buttava tutta la libido tennistica in questa manifestazione, c’era più fame di self-assertion e le nostre non avevano ancora fatto passi avanti giganteschi nelle classifiche, né avevano vinto importanti tornei. Ora sono più appagate.
Barazzutti ha convocato giocatrici stanche, invecchiate, demotivate, e incapaci di adattarsi subito alla terra dopo mesi e mesi di gioco sul duro. Ha convocato la Pennetta: ebbene se la ha convocata doveva schierarla, e se era acciaccata o fuori forma doveva lasciarla a casa. La Schiavone è scarica, e, dopo aver giocato pietosamente sabato, ha salvato per un doppio miracolo un match già due volte perso contro la cavallona Bondarenko, che è una frana a rete, è incapace di portare a casa un singolo punto importante, ed è dotata di un solo fondamentale notevole, il rovescio lungolinea anticipato. La Errani ha sofferto il carico di lavoro, e l’infortunio ne è un risultato. Ma avrebbe perso ugualmente, e sonoramente, contro la biondina dal volto di ghiaccio.
Barazzutti infine ha ciccato la superficie: doveva scegliere il duro, almeno alle giocatrici era più naturale, erano da tempo abituate a giocarvi.
La difesa
Ogni incontro di Fed Cup fa storia a sé. E la famosa regola del grande Tommasi, della somma delle classifiche, che dava un disavanzo schiacciante a favore delle nostre, non tiene in questi casi. La biondina ucraina ha fatto vedere un anticipo, una freddezza e una potenza che impressionano. Certo va rivista fuori dalla Fed Cup.
L’incontro ha dato ragione a Barazzutti: dopo tutto la Schiavone ha vinto, e tutti zitti: si poteva perdere tre a uno vista la débâcle Errani. La quale Errani ha fatto lei pure il suo dovere, assicurando un punto, e poverina, stando anche, eroicamente, tre games in campo con un ginocchio malandato. Grande attaccamento alla maglia azzurra! E la Pennetta? Non è poi alla fine scesa in campo, e non ha dato il suo validissimo contributo alla vittoria in doppio? E la Vinci: non ha fatto vedere sprazzi e tocchi di classe sopraffina?
Convocare altre giocatrici? Meno male Barazzutti non lo ha fatto visti i risultati: per come sono andate le cose si sarebbe perso tre a due con un doppio tutto da inventare.
Ma ditemi: chi poi doveva convocare? Persa la Oprandi, c’erano Brianti, Giorgi e Burnett, non altre. La prima ha 32 anni e nessuna esperienza, la diva Giorgi avrebbe forse anche rifiutato, forse anche perso, e poi non ha ancora dimostrato nulla; e la Burnett…beh vale il solito discorso, se la facevi giocare e perdeva la bruciavi!