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Barazzutti faccia un passo indietro

by Franco Marucci

Non ci penso nemmeno a  soffermarmi sui dettagli delle partite di questo incontro perduto di Davis: modestamente avevo previsto tutto nella mia sfera di cristallo. Credevo in un 4-1 per loro, vincendo noi il doppio, semmai; o a un 3-2 a risultato acquisito per gentile concessione. Come ho scritto qualche tempo fa, Seppi è un poeta a cui manca sempre un verso. Quando deve mettere il vincente che gli cambia la storia personale non lo mette, sistematico. Come diceva lapalissianamente un mio amico da poco scomparso, il grande giocatore è quello che ha innato il killer instinct. Che mette il vincente in quell’esatto momento e in quel preciso punto in cui è necessario metterlo.  Ma come lo capisco, Seppi: anch’io quando gioco settimanalmente con il mio partner Cosimo mi trovo spesso in vantaggio 5-3, e finisco per perdere 7-5.

Insomma Barazzutti deve cambiare questa squadra di vecchietti: giubilarli, metterli pensione, portare una nuova squadra in ritiro spirituale e aspettare che cresca, anche perdendo e mettendo in conto un digiuno prolungato di risultati di qualche anno. Ripartire da zero. Quando l’Italia del calcio perse subito al mondiale del 1974 con le vecchie glorie, la parola d’ordine fu “rinnovamento”, e Bernardini buttò dentro in squadra, come marinai in mare che non sanno ancora nuotare,  Antognoni, Caso e Roggi e altri babies. Si continuò a perdere, ma a lunga gittata i frutti vennero.

Io suggerirei a Barazzutti di convocare la prossima volta solo dei giovani promettenti, nati dopo il 90. A guardare le classifiche italiane ATP c’è da prendere paura: dei primi venti quasi tutti sono dei vecchiucci sui o sopra i trenta. La prossima squadra dovrà essere formata a mio avviso da Giannessi, Napolitano, Donati ed Eremin; rincalzi a portata di mano Quinzi e Baldi.

Piuttosto, un secondo suggerimento: anche la femminile di Fed Cup come si è visto è acciaccata e in via di invecchiamento, e preoccupa. Abbiamo perduto la Oprandi, ma obiettivamente in prospettiva Fed Cup non ce ne facevamo di nulla. Io consiglierei a Binaghi e a Palmieri di avviare negoziati per la naturalizzazione di Marion Bartoli. Faremmo uno squadrone e rivinceremmo la Fed Cup. Dopo tutto Marion è invisa alle altre francesi di Fed Cup, e non verrà forse mai più convocata; epperò si dice sia molto carina e socievole fuori dal campo (ma in campo è una belva!). A parte quell’antipatico di suo padre, che una volta a Wimbledon mi disse di spostarmi perché gli impedivo la visuale.  Anche Napoleone era còrso, cioè mezzo italiano. Potrebbe diventare Maria, o Mariana, o Mariolona Bàrtoli. Sennonché c’è di mezzo la grandeur francese: diceva Tony Parker, “noi francesi odiamo giustamente gli italiani”, o qualcosa di simile.

 

 

 

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