Settimana da incorniciare, questa che si è chiusa ieri, per il nostro tennis femminile, e settimana quindi, quella che si apre oggi con gli US Open, che inizia con i migliori auspici naturalmente toccando ferro. Vediamo quali sono i fatti all’origine di questa euforia. Anzitutto la Vinci ha… rivinto. E un torneo non da poco e su una superficie che non è la sua ideale, non le è da sempre automaticamente congeniale, e contro avversarie degnissime. Diciamolo chiaro e tondo: la Vinci è una delle migliori giocatrici italiane di sempre, e sta per ora dietro solo alla Schiavone, magari a pari merito con la Pennetta, e un niente davanti alla Errani in una classifica all time stando al numero e al prestigio dei risultati. Unico neo, ha alti e bassi divenuti più che evidenti quest’anno: ero fra quelli che credevano a una flessione ormai irreversibile, e infatti i risultati erano stati nel complesso inferiori alle attese o decisamente deludenti, controprestazioni spesso: ed ecco invece che ti risorge in barba a chi la diceva quasi ormai “finita”.
Analogamente ero fra quelli che ritenevano chiuso il magic moment di Sara Errani, miseramente spirato il giorno del terzo turno di Wimbledon, quando sembrava potesse durare dopo due vittorie probanti, perentorie in quel torneo, contro giocatrici più da erba di lei; e invece ha rimediato un’epica batosta dalla Shvedova. Quel set perso a zero senza fare un singolo punto, opposta a una giocatrice inferiore sulla carta, deve essere stata una mazzata tecnica, psichica e morale micidiale, non facile da digerire. Sara, eppure, ha vinto poi Palermo, ma un torneo disertato dalle top 50, dimostrando che sulla terra può tenere, ma appunto scade di quasi il 40/50% del suo potenziale su ogni altra superficie. Dopo Palermo tutto è andato a catafascio, e Sara ha avuto anche obiettivamente la sfortuna di incappare più volte, in singolo e in doppio, nel ciclone Williams. Il fatto sconcertante è che Sara ha perso due volte con Venus di goleada, mentre le altre pari grado la portano al terzo e anche la battono. La verità è che come prima Sara mette sotto quelle che le stanno dietro, ma cade di brutto con le pari classifica. L’evoluzione ultimissima del tennis femminile è che tutte giocano più da uomo, e servono, rispondono e anticipano con potenziata aggressività. Sara ha al massimo la risposta; può giocare di pressione ma sulla potenza pura non resiste; e sappiamo del servizio, il quale, è vero, non si può reinventare e riformare nottetempo, ma ci vogliono mesi, e chissà, forse non si riforma più. E intanto di tornei sulla terra non ne avremo più sino a marzo 2013! Ma ecco dunque questa semifinale con la Kvitovà, che rimane un eccellente risultato in sé, benché il punteggio severo confermi la mia teoria. A tutto questo si aggiunge l’entrata in tabellone US di Nasty, e chi mi legge sa quanto credo in questa giocatrice. La mia idea è che Nasty possa battere la Giorgi in un testa a testa un domani, e che sia più forte: del resto tre le due giocatrici ci sono quasi due anni a vantaggio della Giorgi, quindi…
Altre due notiziole confortanti, scendendo dai quartieri alti. Beatrice Lombardo, che una settimana fa ha guadagnato le semifinali di Locri, se farà qualche altro risultato negli ITF entrerà in classifica WTA dopo un mezzo anno di ombre e di luci. Credo che la sua politica agonistica sia da approvare ed elogiare: inutile che una quindici-sedicenne si butti tutta quanta sugli ITF, ove le diano una wild card, per rimediare una serie di sconfitte anche brucianti; e inutile che punti fino ai 18 anni solo sul giovanile. Un mix ponderato è quello più consigliabile, e Lombardo lo ha fatto. Cosicché ha vinto anche, sola italiana, un torneo junior inglese, e partecipando a qualche 10.000 dollari ITF ha racimolato pazientemente punticino dopo punticino. Quindi onore alla sua tenacia, e anche un grazie da parte sua a chi le ha finanziato le costose spedizioni a questi tornei da marzo ad oggi. A pensare alle spese che sostiene un genitore che manda in giro a far tornei la propria figlia vengono i sudori freddi….Ora Lombardo è una giocatrice, come sempre ho detto, assolutamente a posto dal punto di vista del bagaglio tecnico: solito neo il fisico troppo piccolino. Ma non è affatto fragile, anzi, nel suo piccolo esplosiva. Anche un po’ antipatica e scorbutica in campo e fuori, o forse solo concentrata. Ho visto da lei partite da antologia, per esempio contro quotate teste di serie, alternate a prestazioni opache e sottotono. Il torneo di Locri lo ha vinto una spagnola circa 600 WTA che ha sconfitto Lombardo in semifinale, in modo netto ma non nettissimo, con un punteggio di poco più severo di quello subito dalla Grimalska. In fondo, diciamolo francamente, un 10000 ITF femminile vale quanto o forse meno, come valori in campo, di un giovanile Grade 1, 2 o anche 3. Ormai le migliori sedicenni del circuito hanno una classifica virtuale intorno al 700-800 WTA, e alcune infatti ce l’hanno già.
Per finire, una citazione per Debora Ginocchio, fresca campionessa italiana under 13. Tifavo Pieri, ma sapevo che Ginocchio, da un po’ desaparecida, due anni fa spadroneggiava in Europa battendo anche giocatrici di uno e due anni più anziane. Mi dovrò muovere per andare a vederla giocare…Due boutades: si chiama come un’altra promessa, la Chiesa; e il suo cognome è beneaugurante, se si pensa a… Orecchio e a Naso, due giocatori che hanno fatto bene, uno ancora in attività.