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Miracolo a Torino

by Franco Marucci

   Radiocronaca del pomeriggio domenicale. Mi sono accomodato in poltrona fiduciosissimo che Seppi potesse portarci il terzo punto decisivo; ma man mano che gli scambi si succedevano chiunque si sarebbe accorto che era meno brillante del solito, che il servizio non funzionava a dovere e che soprattutto accumulava gratuiti soprattutto sul rovescio frontale in avanzamento. Cilic dal canto suo teneva percentuali superbe di prime, trovava le righe quando era necessario, serviva seconde con un kick di altissima lievitazione che Seppi quasi mai controllava. Cilic a rete gioca obiettivamente peggio del mio amico Cosimo (che, d’accordo, a rete è un fuoriclasse), ma Seppi non è stato capace di approffitarne. Avevo annunciato un articolo monografico su Seppi, da intitolarsi “Gentleman Andreas”, sul modello di “gentleman Tim”, cioè Henman, che tale era soprannominato qualche anno fa. Non mi pare il caso di farlo oggi, aspettiamo occasioni più propizie. Di fatto Seppi ad ogni errore guardava chissà cosa sul soffitto del Palavela, diceva qualche parola sussurrata in chissà quale lingua (il suo labiale io non lo decifro), e sembrava, serafico, non prendersela troppo. Intervistato, ha detto che la sconfitta si deve a motivi molto… bassi, cioè relativi al basso ventre (una diarrea). Cilic credevo potesse rispondere in italiano alle domande postegli in un inglese un po’ zoppicante dalla Paoletti. Poi ho riflettuto che Cilic non è un croato vero, bensì un bosniaco, e là l’italiano non lo parlano né lo masticano (come lo parla bene Ljubicic, tra parentesi, e quanto è invece triestino-dalmata quello di Boban). Ottima l’analisi dell’incontro, da parte di Cilic, che parla un eccellente anglo-americano.

Evviva Fognini? La mia idea su Fognini (andate a cercare su questo Blog) non cambia. La cosa comica, comicissima, è che il buon D’Alessandro annuncia prima dell’incontro che Fognini si è allenato intensamente la mattina e ne annuncia le immagini, le quali partono e mostrano un giocatore che colpisce stancamente e svogliatamente sotto rete, come se ne avesse le tasche piene, e infatti dopo un po’, scentrata una volée, ripone la racchetta sulla sedia. Santopadre riprende la parola da studio per dire diplomaticamente  che insomma forse Fognini non stava propriamente impegnandosi. Come avete visto tutti Fognini con Dodig è andato subito sul due a zero giocando da manuale, in modo imperioso. Chi arrivasse a un torneo vedendolo per la prima volta giocare così  senza conoscerlo direbbe che è in presenza di un fenomeno. Purtroppo Fognini non gioca mai bene continuativamente  per una mezz’ora, figuriamoci per un’ora. Soprattutto alterna vincenti splendidi e impossibili a un gioco troppo floscio e corto di pura rimessa, che sembra voler fare masochisticamente per potere essere messo alle corde dall’avversario, epperò per sfoderare una rimessa o un passante strappapplausi. Dopo aver giocato da Dio un quarto d’ora, se succede, entra in sfiducia e si mette a fare errori a valanga. Quando gli ho visto sbagliare due volées elementari mi sono confermato i miei sospetti. Perso il primo set ho spento la TV incavolatissimo, sicuro che avrebbe perso rapidamente in tre set. E invece miracolo. Dodig, intendiamoci,  rimane un mediocre giocatore sulla terra, avendo fatto qualche risultato solo sul duro. Nessuno si monti la testa.

Sara non è un cannibale. Nel frattempo non sono riuscito a vedere Sara perdere a Parigi contro la Barthel. Facile vincere il doppio quando hai perso il singolare. Facile anche osservare che Sara sta avendo un inizio stagione sotto tono. O è un po’ indietro di preparazione o sono le altre che sono salite allenandosi duro e facendo miglioramenti. Da dietro premono varie giocatrici, e non avrà vita facile. Per ora ha steccato il primo appuntamento importante. Io mi ero in realtà fregato le mani vedendola a Istambul mesi fa in un match sontuoso, perso al fotofinish, con la Radwanska, giocatrice che fa sempre testo. E quindi credevo e mi illudevo. Resto convinto che Sara è una delle top ten più vulnerabili, e potrebbe anche piano piano uscire da quell’Olimpo. Perde o può rischiare di perdere da giocatrici anche n. 30/40 WTA. L’importante è che però sia nel picco della forma tra metà aprile e la prima settimana di luglio. A parte l’Australia, torneo particolare, Sara è una mezzofondista, e si esprime meglio nei tornei lunghi e sulla terra: sulla partita secca o nel torneo breve si riduce di un po’ il suo potenziale. Considerate le probabili defezioni (Serena, Azarenka ecc.), credo debba puntare a Roma come traguardo alla sua portata e principale obiettivo stagionale. Per riarrivare in finale a Parigi ci vorrà un contributo della dea bendata.

Postilla. Il forfait della Stephens rende tutto più facile nella Fed Cup di fine settimana, e le nostre chances aumentano del 30/40 %. La Oudin al top di due-tre anni fa avrebbe messo paura; ora chissà perché si è persa. Attenzione però sempre al famoso detto trapattoniano….

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