Come si è tutti notato con qualche imprecazione il segnale TV da Amburgo è andato via ieri sul più bello, e siamo rimasti col fiato sospeso anche perché nel frattempo si era approdati al tiebreak del secondo. Meno male che l’ottimo Supertennis ci ha tenuti aggiornati sull’evolversi dell’incontro, e quando sono tornate le immagini Del Bonis sciupava il terzo dei suoi match points mentre già sventolava la bandiera argentina. Ora però il punto è un altro, che Fognini ha rimesso in piedi un incontro già perso, persissimo, e che Del Bonis è un ottimo giocatore che non si conosceva (io almeno), e che gioca un tennis da manuale con, a mio avviso, un predisposizione maggiore per i campi veloci, anche l’erba, col servizio slice-kick mancino che butta fuori di un bel po’ di metri l’avversario sul dispari sulla terra, e quindi fuguriamoci che effetto fa sull’erba. Il drawback attuale di Del Bonis è che se tenuto sotto pressione sbaglia lo scambio lungo da fondo (deve quindi fare punto non sull’uno due, ma diciamo sull’uno-tre o quattro massimo), e che per ora (vero Fognini?) a rete è un mezzo disastro, e non ha non solo la volée ma nemmeno lo smash comodo (dunque poco tocco al momento). Il terzo match point, ho appena rivisto i games oscurati ieri, è sfumato da un suo errore madornale, una volée finita in rete e di quelle che al mio circolo nessuno sbaglia (con Fognini tagliato fuori: il buon Federico la ricorderà vita natural durante, se questa, come non gli auguro, resterà la sua unica finale in carriera).
Su Fognini mi sono espresso parecchie volte qui sul Blog e non cambio idea, benché sia disposto a cambiarla quando verrano risultati più probanti con autentici top 10/15. Che ha fatto insomma di tanto colossale Fognini che anche Panatta ha detto che il bello deve ancora venire? Certo, due tornei vinti sono un fatto, e complimenti. Ma quello che conta sono gli avversari che hai battuto, e in una stagione in fase calante o interlocutoria, dopo Wimbledon e proiettati verso gli Us Open, e quando soprattutto gli sconfitti o i delusi dei 2 Grandi Slams cercano un po’ di gloria. A me risulta che l’unico giocatore serio e “importante”, come si dice, che Fognini ha sconfitto resta Almagro, lui stesso non più quello dei primi mesi di quest’anno. Haas è ormai un vecchierello, Kohlschreiber è bello da vedersi ma non offende ed è in ribasso. Che altro? Stiamo impazzendo per una vittoria risicatissima su un n. 120 circa ATP, benché come ho detto più forte della sua classifica. Un giocatore non matura nottetempo, e a me risulta che Fognini ha perso da Nadal a Roma due mesi fa 6/1 6/3, e a Parigi un mese fa dallo stesso giocatore in tre set tirati ma tre. Nadal ultimamente ai primi turni fa parecchi regali e guarda caso Fognini è stato fra i pochi a non grattargli neanche un set. A Wimbledon 15 giorni fa ha rimediato una magra, ma, come dice Meneschincheri, Wimbledon… non conta.
Intendiamoci, sono d’accordo che Fognini ha mezzi notevoli, però eviterei i trionfalismi per questi due tornei vinti. Vediamo se matura ancora. Per ora non ha una prima di servizio da top 10, sia perché non è veloce sia perché entra con percentuali piuttosto basse (ed entra poco quando ci vuole). Per uno warning indubbiamente troppo precipitoso ieri è andato in bestia riuscendo a compromettere un set in cui era in vantaggio. Quindi – andatevi a vedere cosa scrivevo su Fognini-Dodig di Coppa Davis – deve anche e soprattutto mettere a posto la testa.