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Non avrei detto (della Pennetta)

by Franco Marucci

    Sono le 6.55 di mattina di sabato 15 marzo, e, ancora in pigiama, sorbendo un tè,  apro come sempre, fra le prime cose da alzato che faccio, il sito della Fit. Già, mi ricordo ora, stanotte giocava la Pennetta. Vediamo come è andata, non si sa mai. Ci ho pensato un po’ ieri, e come la volta precedente contro Li Na, mi era venuta la voglia di scrivere qui un pronostico, che sarebbe stato negativo, cioè avrei dato Pennetta perdente. La nostra sta realizzando dagli US Open 2013 a oggi una delle migliori fasi chiuse della sua gloriosa carriera, ma aveva stentato o non brillato fino a questo torneo (dove, non mi nascondo, davo vincitrice la Halep); eppoi Li Na è un fior di giocatrice, e a me piace molto come fisico, movimenti, colpi e mentalità vincente; e vince spesso, e quasi sempre con le inferiori, e anche lei è in un momento di picco della sua carriera.  Quindi davo mentalmente un 10% per cento a Flavia, per stima, e un 90% a Li Na, per obiettività. Ma ecco la sorpresa! Tutto rovesciato e Flavia ha vinto ed è in finale, dove non è escluso che vinca il torneo,  a questo punto, visto che la Radwanska è alla sua portata, giocatrice regolarista e rimettitrice sì, ma non fa sfracelli e non è ingiocabile, e Flavia ha più armi, e però bisognerà vedere quante energie residue le rimangono, soprattutto mentali, perché sì, Aga sul piano della testa è quasi unica.

Ho scritto e confermo tempo fa che Flavia è una delle migliori giocatrici italiane post anni Novanta, e siccome non abbiamo poi molto prima di che vantarci, direi migliori all time: ci gloriavamo, noi vecchi tifosi, delle veterane Pericoli, Lazzarino, Bassi ecc., ma che hanno poi fatto di buono se non quarti di finale in qualche torneo maggiore o minore? Anche Reggi, Cecchini e Farina e Golarsa hanno poco in carniere di veramente pregiato. Pennetta ai primi anni 2000 ha reinventato il tennis femminile italiano con un aumento vertiginoso di professionalità e spazzando via tutti gli schemi della stanzialità e del fatto in casa. È stata una pioniera.

Viene anche dimostrato che una giocatrice che vince fa movimento e attorno a lei se ne formano altre e nasce…appunto un movimento tennistico. Che è quello che al maschile non c’è. Per fare un esempio oggi abbiamo due squadre competitive di Fed Cup, forti della rinata Pennetta (che si merita da oggi come ovvio un posto di titolare soffiandolo alla Vinci), della Giorgi, della Burnett, della Knapp, e perché no della Schiavone agli ultimi spasimi.

Ciò laddove nel maschile abbiamo solo giocatori isolati al vertice per il momento: nulla a che vedere con questa fioritura femminile di primavera.

Guarderò naturalmente il match della Pennetta in differita, e gaudeamus, e soprattutto tifiamo.

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