Due considerazioni preliminari:
a) inchino profondo a Flavia Pennetta, ma qui taccio perché getterei come dire delle gocce in un oceano di elogi che fioccheranno sul web e lo intaseranno: dico solo che me lo sentivo, e che l’ho anche scritto che avrebbe vinto, vedi il post di ieri;
b) sveglia ragazzi, scrivo un sacco di post tennistici e ieri per esempio c’è stato un discreto traffico di visite, ma nessuno mi invia commenti, e quindi fatemi presto sapere anche con un sì o un no se quello dico è campato o meno per aria!
Dico “passo e chiudo” per non incorrere nell’andazzo che ho deprecato e dal quale cerco di guardarmi: di osannare troppo questa bimba, come qualcuno l’ha chiamata, e di celebrare la finale del torneo sardo come l’investitura della campionessa italiana del domani e della prossima vincitrice di chissà quanti Grandi Slams. Tacerò su di lei, a meno di cose davvero eccezionali, sino ai giovanili e a quello di Firenze tra un mese, che se ho capito è per Tatiana il prossimo appuntamento.
Ora, dicevo ieri al buio, cioè di prima mattina, che perdesse era ipotizzabile e quasi oserei dire salutare, per tornare coi piedi per terra e riflettere che ogni stringa di vittorie come questa di Tatiana si deve anche in piccola o grande percentuale al concorso di circostanze fortuite. Mi si dice, cioè ho letto, che questa Kennel, che in inglese vuol dire “canile”, era stata una delle junior 1995 più in vista, ma io che seguo i giovanili non ne ricordavo né nome né vittorie degne di nota; e leggo anche che era fuori della portata di Tatiana, e giocatrice in decisa ascesa. È comunque n. 431 WTA e questo fa testo. Poi nel tennis non vale la proprietà transitiva e puoi battere 6/4 6/4 una n. 250 o 300 e perdere da una n. 500. Il punteggio 6/2 6/1, di per sé penalizzante e oltre modo severo, si può spiegare con le solite giustificazioni: svuotamento, appagamento, sei partite di fila giocate al massimo della tensione, ecc. Sennò sarebbe una controprestazione.
Chiudo commentando anche un’altra osservazione carpita sul Web: che questo exploit sia unico e irripetuto nel nostro tennis, dico di una quindicenne che arriva sino in finale al primo torneo o quasi del circuito ITF senior. A me pare invece che un precedente ci sia, ed è quello di Martina Trevisan, che nell’estate 2008 fu protagonista alla stessa età di un’eccezionale stringa di risultati positivi nei tornei italiani primaverili ed estivi. Ricordo in particolare un torneo ITF giocato a Pesaro (agosto di quell’anno) dove giunse in semifinale e stette lì lì per vincere contro l’allora quotata, molto quotata Lisa Sabino: credo conducesse un set e 3/1 al secondo e poi come spesso succede il raptus agonistico cessò e la più esperta rimontò e vinse.
Spesso mi invento paragoni che non esistono e faccio accostamenti del tutto onirici, ma tra Tatiana e Martina, i cui nomi fanno rima, ci sono analogie: fisico minuto, stessi colori e colpo d’occhio, stesso timing sul colpo… ma Martina, peraltro piccola ma tutt’altro che fragile fisicamente, aveva assai più braccio. Giocava anche di più per fare il punto rispetto a Tatiana, che per ora rimette e contrattacca; a Martina, anzi, guai a darle una palla comoda e corta, perché ti frustava, ti puniva e ti lasciava secco. Questo è quanto per ora, scrivete e commentate come dicevo.