Sì, i sorci verdi, per quanto solo nel primo set, quando ormai stavo fermamente pensando di dover mantenere la promessa fatta ieri di mangiarmi un pollo vivo. A SM di Pula ore 10 è cominciato il quarto che opponeva Martina alla Arcidiacono, che non è un diacono soltanto ma un arcidiacono, e cioè arcigna, combattiva, coriacea, lottatrice. Questo mi era apparso già ieri quando ha rimontato Jessica di un set ed è andata a vincere sul filo di lana al terzo. Naturalmente ogni partita fa storia a sé, ma avendo Martina battuto Jessica una settimana fa 6/3 6/1 si poteva azzardare, o azzardavo io una passeggiata. In parte le premesse si erano verificate, perché pur non vincendo i games a zero Martina è andata 2/1 nel primo e sembrava avviata a un facile disbrigo della pratica. Ma mai cantare vittoria. Qualcosa si è inceppato di brutto nel meccanismo, l’incontro si è rovesciato, e, io ammutolendo, la Arci ha inanellato quattro giochi di fila andando tambur battente sul 5/2 sempre nel primo. Martina era totalmente bloccata e dominata, perfino, sospettavo, spacciata. Perdeva i giochi a zero. Qui, mi dicevo, è già qualcosa se si va al terzo… dunque le cose si erano messe malissimo. Ma ecco il miracolo, con Martina che risale, si mette a giocare punto su punto e prima un game e poi l’altro ne mette in fila addirittura cinque e ruba all’avversaria il set! Il secondo è finito 6/0, ma nessuno creda sia stata normale amministrazione contro un’avversaria crollata: un gioco su due è finito ai vantaggi, e la Arci non ha affatto mollato. Martina non deve comunque aver giocato la sua miglior partita. E comunque è in semi per l’ennesima volta, ormai non fa più notizia. Sono sempre più curioso di vedere quanto riuscirà a capitalizzare fra breve in termini di punti WTA.
La semi di domani la vedrà opposta alla Dentoni vincitrice sulla Balducci. Derby toscano quanto mai altri, tra residenti a 20 km circa di distanza, e , credo, prossime compagne di squadra A 1 a Prato, dove il sottoscritto promette sin da ora di andare da cronista, e dal vivo finalmente. Si conoscono a menadito, chissà le volte che hanno palleggiato insieme. Ma non credo ci siano precedenti: anzi, ho appena verificato, non si sono mai incontrate in torneo.
Nella parte alta del tabellone è crollata e uscita nettamente di scena la Di Giuseppe contro questa Benoit, del 1995, di cui non so dire nulla, se non che vince volentieri e alquanto spesso. Se la vedrà per l’accesso alla finale con Stefania Rubini, vincitrice di una ennesima maratona contro tale Elke Tiel, che, olandese classe 1995, non ha ranking WTA, è una qualificata, e si credeva un facile boccone per chiunque. Per come è andato l’incontro la Rubini non solo si prende l’Oscar definitivo della combattività in questo torneo ma vede confermata a vita la qualifica di annullamatchpoints: in questo match solo due. Pareggia 5/5 appunto, va in svantaggio 6/5, ripareggia e come suo solito piazza la zampata nel tiebreak. Grande, eroica Stefania! Tra parentesi, e scusate se sono ossessivo, questo dà il suo giusto valore alla sconfitta di Tatiana Pieri due giorni fa, quando ebbe per ben otto volte il match in pugno.
Quel che c’è di bello è che alle 13.15 tutti i quarti femminili erano chiusi, e si è andati a pranzo in orario.