I miei inediti di tennis 2014/7

by Franco Marucci

La retrospettiva continua: si parla, ricordo, del torneo giovanile City of Florence disputato lo scorso aprile 2014, e questo articolo uscì su “Ubitennis” e si era giunti ai quarti di finale…

City of Florence Day 7 (19 aprile 2014)

Italia all’asciutto oggi a Firenze in una giornata bagnatissima, e fuori dal torneo maschile sia Berrettini che Stefanini facendo sfumare la speranza di una finale tutta tricolore. Programma rivoluzionato per la pioggia scesa copiosa sin dal primo mattino, e che ha reso inagibili tutti i campi all’aperto obbligando l’organizzazione a trasferire i doppi in programma nel lontano Circolo della Fiorita, e a far disputare i quattro quarti maschili nel campo coperto da quest’anno provvidenzialmente a disposizione.

Matteo Berrettini ha ceduto il primo set alla tds n. 1 Choinski, vincitore ieri di Ramazzotti in una partita lottata, ma ha reagito nel secondo dominandolo con il punteggio di 6/1; ma nel terzo Choinski è tornato padrone dell’incontro chiudendo set e match con un 6/3. Biro l’ungherese, il cui rendimento è divenuto nel corso del torneo sempre più autoritario, ha a sua volta regolato sia pure di misura Stefanini per 7/5 6/4. Riguardando il tabellone anche Biro, come sino ad oggi Berrettini, non solo non ha perso ancora un set ma in tre match ha ceduto solo 14 giochi. Negli altri quarti affermazioni di Blasko e di Molcan con griglia delle semifinali, in programma domani, Choinski-Molcan e Biro-Blasko: un vero trionfo del tennis dell’Europa dell’est guardando anche ai nomi delle semifinaliste del femminile.

Mi spiace esser stato, o aver gracchiato, come l’uccello del malaugurio, ma oggi sabato di Pasqua piove su Firenze, e stando al meteo sono previsti acquazzoni e temporali, di quelli con la scarica rossa, sino alle 17.00; in ogni caso il programma odierno sarà modificato, rallentato, attardato se non terremotato. Peraltro il meteo di domani e di Pasquetta è in continua evoluzione, e mentre le prospettive erano sino a ieri pessime, nere, oggi pare possibile che la pioggia sia in buona parte scongiurata domani e lunedì. Chissà se ci prenderanno. Gli organizzatori, sentivo ieri, sono arrabbiatissimi, e la pioggia è ovviamente preferibile, se deve proprio venire, nei primi giorni del torneo anziché in quelli conclusivi. Rovina la festa. Forse non si può fare altro che passare e ripassare la spugna sui campi per affrettare l’asciugatura: i solerti uomini della manutenzione sembrano gli stallieri che prima di una gara ippica fanno girare e girare il cavallo per riscaldarlo. Taglierebbe la testa al toro la dotazione di uno o più teloni impermeabili come ormai hanno le sedi dei tornei più prestigiosi. Ovvio che il problema di Firenze, come di Roma o altrove, è tripli- o quadruplicato essendovi la terra battuta, dove i campi tornano asciutti e praticabili dopo mediamente tre ore dalla spiovuta. Dove c’è l’erba è peggio e infatti Wimbledon è dotata di teloni da tempo immemorabile. Col cemento è tutto più facile, perché si asciuga prima, e Australia e US Open si disputano peraltro in stagioni statisticamente secche. Al momento è in corso a Firenze il primo quarto maschile nel campo coperto, e guida Blasko un set a zero su Haerteis. Ma tutti gli altri match?

Finito il cappello mi dedico a commentare una intervista molto ricca e franca a Fabrizio Fanucci che apparirà su Ubitennis a cura dell’amico Alberto Bezzini. Scelgo alcune affermazioni lasciando a voi la curiosità di leggere l’intervista nella sua integralità. Risponde Fanucci a una domanda sul livello medio del torneo fiorentino: “Il livello medio è sicuramente buono anche se, a livello di “eccellenze”, non abbiamo avuto giocatori o giocatrici che abbiano suscitato forte impressione”. In parte modificando quello che aveva detto alla Conferenza stampa preliminare, Fanucci consiglia ai 17/18enni di “cominciare a confrontarsi con gli adulti che puoi trovare a livello dei Futures. Magari rischiano di non superare le qualificazioni al tabellone principale, ma il confronto con gioco, tattiche, situazioni e comportamenti più maturi e simili al tennis professionistico è una esperienza che li arricchisce molto”. Trovo molto giusto, a una ulteriore domanda, che Fanucci glissi su “qualche nome da segnarsi” fra i partecipanti. Fanucci indica comunque Turati e Brescia forse conoscendo poco le femmine. Ho sostenuto varie volte che questo di Firenze è stato un tabellone femminile debole, e nonostante tutto non abbiamo nessuna delle nostre in semifinale. E la migliore delle italiane presenti, la Brescia, è una 1996. Anche avessimo avuto qui il gotha del femminile junior al completo dubito che si sarebbe avuto un risultato diverso e migliore. L’Italia è una nazione miracolosa, e quando non te lo aspetti arriva il campione, e sboccia per puro caso, un bel giorno. Non si vede però come Paolini, la migliore delle nostre junior, possa competere ai livelli alti e oltre il 200 WTA se le va bene. Dietro come dice Fanucci non c’è molto. E dice poi questo sul sistema attuale di gioco: “Il livello tecnico, nel senso dei colpi e dell’impostazione dei fondamentali, è ormai buono un po’ ovunque. Le scuole e gli insegnanti svolgono un lavoro simile dappertutto e non ci sono grosse differenze tra le varie rappresentative”. Verissimo: sarebbe ora che si tornasse al gioco di tocco, alla smorzata, al lob, al gioco di rete. Nessuno e nessuna sa più tirare una volée decente, e lo smash è un colpo proibito, desueto (almeno tra le femmine). Ovvia poi la domanda di Bezzini su Quinzi. E Fanucci, anche qui vedendo bene, solleva perplessità, ed elenca alcune carenze tecniche. Alle quali – leggerete – io aggiungerei il rovescio bimane, che, punto di forza di molti giocatori, Quinzi ha assai debole (o aveva, l’ultima volta che l’ho visto): “Anche fisicamente deve lavorare ancora perché qualcosa non mi convince a pieno dal punto di vista atletico”. Tralascio di commentare quello che ha detto su Giorgi e Fognini: ma concordo che all’orizzonte non stia spuntando alcun nuovo Nadal o Federer ventenne, per ora: “Grandi “campioncini” di sicuro avvenire in giro, sinceramente, non ne vedo molti. Mi piace Thiem, Vesely potrà far bene, in Spagna in questo momento hanno poco oltre a Carreno Busta e Carballes Baena, in Francia, che ha secondo me la migliore organizzazione tecnica al mondo, vengono fuori da anni ottimi giocatori che, però, non riescono a diventare dei numeri uno. In Stati Uniti c’è poco o niente, in Australia credono molto in Kyrgios e Kokkinakis ma io aspetterei a scommetterci”.

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