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Que reste-t-il degli AO

by Franco Marucci

Tanta carne al fuoco in questa settimana tennistica che si chiude domani, la guerra è ripresa su quasi tutti i fronti, e vi sarebbe materia per un post che sfori magari le misure, e  divisibile in due o tre puntate… per cui proseguo a voci che si fa prima.

AO senior. Scrivo senza sapere il risultato della finale del doppio di Fognini-Bolelli. Il consuntivo maschile è semipositivo per l’exploit di Seppi contro Federer, il quale Seppi, scrivevo tempo addietro e ribadisco, è un poeta a cui manca sempre un verso: insomma doveva poi assicurarsi anche il match successivo. Gli altri meno bene a partire da Fognini, anche se Bolelli è tornato dignitoso. Andare in finale o anche vincere il doppio a un Grand Slam – come è possibile che succeda stanotte – è comunque un bel traguardo. Si tratta in questi tornei di avere dalla tua un po’ di quel noto fattore K che ti permette di avere gli spiragli giusti nel tabellone, di sfruttare la giornata negativa di qualche coppia, le assenze dei migliori, i ritardi di forma ecc. E quando questi fattori si uniscono fra loro vai avanti. Non mi si dica che Fognini e Bolelli sono doppisti nati, solo due fondocampisti solidi e buoni giocatori in singolo, che confermano una tendenza recente, che non è più vero che due buoni o anche ottimi singolaristi perdono da due doppisti dedicati che giocano appunto solo il doppio e ne sono specialisti. Bene comunque così. Nel femminile frana assoluta e anche il doppio delle Chichis ha fallito. Non saprei a quale dato appigliarsi se non uno. Gli AO sono un torneo particolarissimo per vari fattori, starei per dire non fa testo,  e mi pare sia statistico che può dare qualche volta i numeri, nel senso che arrivano in fondo giocatori e giocatrici che non ti aspetti, mentre i e le favorite possono deludere. Non trarrei appunto auspici probanti da questo torneo che viene troppo presto nell’anno e che viene giocato da molti ancora in ritardo di preparazione. Mi sembra una legge ormai assodata che non si può stare in forma e al top per più di qualche mese in ogni sport, e insomma chi vince il Giro non vince il Tour a parte i mostri, e chi Aspen nello sci non Adelboden. Direte: ma la Giorgi?

Volti nuovi. Direi Kyrgios e Keyes. Circa il primo: ci sono una dozzina di diciannovenni e anche diciottenni che sono in rampa di lancio. Anche noi ne avevamo in potenza, tipo Quinzi e Donati e Baldi. Spero di poter dire che li abbiamo ancora. Per ora remano dietro e si sono fatti sorpassare da coetanei che – Quinzi soprattutto – tempo fa battevano. Altra legge lapalissiana: il gap tra junior e senior è tremendo da gestire e il salto del fosso richiede a qualcuno mesi e ad altri anni; altri ci cadono dentro, in quel fosso. Per ora Quinzi fa i 10 mila in Sudamerica e nemmeno li vince. E di Donati e Baldi perse le tracce. La Keyes? Un aneddoto. Avendola vista a 15 anni e essendomene stupito chiesi un parere a un altissimo esperto del giovanile dicendo che erano lei e Laura Robson le giocatrici del domani, al che l’esperto disse di non conoscerla nemmeno.

Dalma Galfi. Sì, mi reputo un talent scout e ve ne do la prova con Dalma Galfi. Ora premetto che un due settimane fa scrissi su Ubitennis dei pronostici sull’AO giovanile che si sono rivelati completamente sbagliati. Salvo uno, e cioè la Galfi che dicevo avrebbe potuto fare strada anche se non vincere. Seguo questa giocatrice e la vedo periodicamente da due anni a questa parte, e chi volesse verificarlo vada qui ai post sul torneo fiorentino ultimo scorso: uno in particolare di questi post commentava un suo match facendone una scheda dettagliata. Dalma dicevo ha un tennis classico molto bello a vedersi, ha diciassette anni ed è solo vulnerabile alle varianti tattiche, come intuì a Firenze la Stefanini che mettendosi ad alzare per quasi un’ora fece imbestialire la magiara che rischiò seriamente di uscire, e per una ragione analoga perse in semifinale dalla più esperta Schmiedlova.  Al maschile non me ne intendo tanto e i miei favoriti agli AO sono cascati tutti; ma al femminile le varie Mendez e Vondrousova sono state forse vittima di quegli inconvenienti che dicevo per i pro: clima, superficie, preparazione non rodata ecc. Andrea Pellegrino non ha demeritato in fondo, vedendo il cammino che ha fatto Karimov, assai meno bene Bianca Turati.

   I ricambi. Si sbaglia nei pronostici perché il quadro del giovanile si ricambia ogni anno e nessuno è in grado di monitorare una situazione in continua evoluzione e una rosa di giocatori e di giocatrici sparsi nel mondo nell’ordine delle varie migliaia. Si va per sentito dire e soprattutto per prove di visione. Per esempio tutto un diverso esercito di junior ha disertato gli AO e gioca al momento i tornei ITF junior in Tunisia e altrove in Europa al coperto. Da questi fronti di battaglia – Tunisia e Croazia se non erro – sono appena emerse notizie non negative che riguardano Guerrieri e Samsonova e Moroni, ma anche si constata che non è buono e anzi piuttosto preoccupante il cammino di Tatiana Pieri. Quanto al femminile non vedo chi appunto possa seriamente competere ai livelli alti tra le nostre junior: forse la Samsonova, e qualcosa in più dalla Turati. Gli AO hanno chiarito che nel femminile ci sono fanciulle già competitive della classe non 1999, ormai quasi… vecchiette, ma 2000 e anche 2001. Del 1999 è Katie Swan finalista, una inglesina biondissima e anche carina che dalle foto pare avere una grinta pazzesca. Come Arbore dico ai maestri: meditate, meditate. A questo proposito vedo affacciarsi come lumachine e poi ritirarsi ai tornei gente come Traversi e questa Francesca Gaida di cui nessuno mi sa dire nulla… Altra domanda a quelli che sanno: ma la Cocciaretto ha intenzione o meno di gettarsi nell’under 18 da questa primavera?

Fed Cup. Nulla da dire infine su tre delle convocate: ma avrei messo una giovane come quarta giocatrice. Avete visto le formazioni delle altre squadre? D’accordo alcune non hanno top players, ma altre lanciano coraggiosamente nella mischia delle 1996 e 1997. Una è la Svizzera, la cui n. 1 è diventata la Bencic.

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