Strapotapova

by Franco Marucci

Strapotapova fa paronomasia con strapotere, cioè una specie di rima non alla fine ma all’inizio di due parole: la quattordicenne russa sta infatti avanzando a gran passi, è ora in semifinale al torneo di Prato e forse Prato potrà in futuro vantarsi di aver battezzato la campionessa degli anni duemila e dieci. Come sempre tutto previsto e andate a leggere indietro in questo Blog il post del sottoscritto di una settimana fa quando titolavo “Danilovic, e aspettando Potapova” riferendomi proprio a questo torneo di Prato. Ma non era difficile pronosticare la Potapova, Anasiasia di nome e accento credo sulla terzultima e cioè Potàpova: alla sua verde età è già n. 168 del ranking junior e ha già ovviamente spopolato nelle categorie under 14 e under 16. Nel giro è notissima. Qualcuno ricorderà forse che fu fermata all’Avvenire milanese dell’anno scorso 2014 solo dalla Samsonova dopo dura battaglia e al terzo. Ma ora come ora la Samsonova – che vive un momento di pericolosa involuzione – ci perderebbe a mio avviso. Beninteso questo di Prato è un tabelloncino a 32 e una buona fetta delle migliori under 18 o 16 mondiali non c’era e non c’è. Ma ha stupito, sebbene fosse prevedibile come dico, la facilità con cui la russa ha dominato per ora le avversarie (tutte e tre italiane!). Riassumendo: ha lasciato nei tre turni sei giochi alla Piccinetti, cinque alla Stefanini e oggi sei alla Cappelletti che era in gran spolvero e in confidenza dopo un eccellente torneo pratese. Alla luce di questi risultati, da prendersi come sempre con le molle ché ogni incontro fa storia a sé, fa piacere che la Piccinetti abbia…perso come la Cappelletti, racimolando lo stesso numero di giochi: ma con il dato positivo in più, anzi due, che la Piccinetti è del 2000 contro il 1999 e il 1998 di Cappelletti e Stefanini, e soprattutto che il secondo set, perso per 7/5, faccia indovinare che per un venti minuti o una mezzora la nostra Piccinetti abbia fatto partita quasi pari con la russa. Considerato che noi italiani siamo per inefficienza organizzativa, geni, tipologia fisica e mentalità sportiva sempre indietro rispetto agli altri paesi, questo risultato della Piccinetti sia pur negativo è incoraggiante, e un ottimo segnale.

Chi potrà insidiare la Potapova? Vedo una sola giocatrice in grado di farlo ed è Federica Bilardo, ma deve superare le semifinali. Oggi ha passeggiato contro una temibile tedesca, e temibile se non altro perché ha eliminato la Samsonova e si è ripetuta al turno successivo. Ostacolo domani per la Bilardo la Ibbou che avendola vista a sprazzi non mi ha soverchiamente impressionato, ha vinto un po’ faticando contro la Pannarale, epperò si è rinfrancata cammin facendo. Oggi la Mordegàn (accento veneto sulla a) era paga e forse scarica e dopo tre giochi persi si è ritirata. Sopra si stanno dando al momento probabilmente battaglia Bejenaru e Anna Turati, quest’ultima ormai abituata a protrarre i match oltre le due ore di gioco. Sinceramente non vedo come alla Potapova possa sfuggire la finale avendo come avversaria o l’una o l’altra. [Ha vinto la Bejenaru in due set schiantando al secondo la Turati: vedremo domani quanto vale la romena].

Nel maschile l’unico vero italiano ormai presente nelle semifinali è Mosciatti: come previsto il romagnolo Forti gli ha fatto strada ma resistendo bene nel primo set. Mi sono informato: Forti non è un “tale” ma è già notato in un sacco di resoconti e articoli su manifestazioni giovanili; vive o gioca tra Ravenna e Cesena. A vederlo in foto non si capisce molto, se non che è alto, anzi direi altissimo e questo è naturalmente un bel dono di natura e un viatico per ogni giocatore. Essendo solo sedicenne è anche per ora magrissimo. Ma non è un problema oggi irrobustirsi. Oltre al fisico ci vogliono i colpi, la tecnica, soprattutto la testa.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.