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Nazionali Under: una panoramica

by Franco Marucci
Mattia Frinzi e Andrea Trapani

Mattia Frinzi e Andrea Trapani

Non ho evidentemente seguito passo passo e giorno per giorno qui sul Blog i Nazionali under: e per la ragione che non avevo dei giocatori e delle giocatrici per i e le quali tifare grosso, e – più forte – perché non voglio fare l’Omero dei poveri e dare una risonanza magari epica a una serie di competizioni che dicono poco sul piano dei valori assoluti: per essere più chiari il livello del nostro giovanile è tale che i campioni oggi laureati hanno una quotazione europea e internazionale mediobassa, e tèssere dei grandi elogi di questo e di quella sarebbe illudere.

Questa dei Nazionali è stata naturalmente una specie di adunata militare con l’alzabandiera e il colonnello che passa in rassegna i vari reparti, con qualche commilitone in infermeria e altri assenti per licenza. Insomma era certo questa un’occasione per vedere il parco giocatori italiani tra i 12 e i 16 anni diciamo a un 80% circa della completezza. C’erano illustri assenti come ho detto, e meno male; e comunque in sede di bilancio bisogna dire che il livello – italiano – è molto omogeneo e uniforme e dopo i quarti si son visti molti match equivalenti e finiti al filo di lana: non direi si possa parlare salvo un caso o due di una supremazia schiacciante di un giocatore sugli altri, maschio o femmina. Per queste premesse, non necessariamente hanno vinto i favoriti e le favorite: e ne è stata concausa il fatto notorio che in una competizione per il primato nazionale il nervosismo e l’emotività aumentano.

Chi è se c’è il giocatore o la giocatrice che si staglia sopra tutti gli altri, da issare in cima a una ideale classifica a prescindere dalle età? Über alles voglio dire? Non avrei dubbi ad indicare Federica Sacco under 14 ovvero 13, anche se al buio e sulla base dei punteggi e dei rendimenti. La deduzione è matematica: ha perso in semi dalla Cocciaretto poi vincitrice dell’under 14: il che è già un titolo di merito. Ma ha perso “meglio” della finalista perdente, eterna perdente, Federica Rossi, la quale è a pochi millimetri ormai dalla Cocciaretto, e stando al fisico e ai colpi ha un tennis che presto le potrà consentire il sorpasso. Matematico dicevo: Sacco ha stravinto tutti i turni precedenti e in questa semi ha sfiorato l’exploit rubando il primo alla Cocciaretto e perdendo di misura secondo e terzo: mi appoggio anche a quel conteggio forse dubbio e discutibile che è il numero dei giochi, oltre che dei set, vinti: 13 giochi ha fatto la Sacco e 8 la Rossi contro la Cocciaretto (la quale in tutto il torneo ha ceduto solo un set, e appunto alla Sacco). Dunque Sacco disputa match quasi equivalente con la migliore under 14 nazionale e ottima anche in campo internazionale: e da under 13! Ovvio che da oggi bisogna non solo seguire questa Federica ma incrociare le dita. Cioè sperare che faccia un miglioramento graduale o anche esplosivo, e insomma non si fermi. Si badi: taccio della Cocciaretto di cui ho parlato un’infinità di volte e che quando c’è da vincere vince e quasi mai delude. E che oltrettutto aveva già vinto l’anno scorso pure lei da tredicenne e non era tenuta al bis, e invece con serietà e …senso del dovere si è presentata regolarmente ai nastri di partenza. Cocciaretto che è ormai un piccolo patrimonio del nostro tennis, e dovrà però ora mettere da una parte le paure e buttarsi e provarsi nell’Itf under 18.

Procedo senza piano e mi sposto all’under 16 maschile, dove è stata da notare come dicevo l’assenza di qualche big e anzitutto di Ramazzotti che avrebbe certamente messo d’accordo tutti e che è uno dei pochi under 16 ben piazzato e competitivo nella sua categoria (sennonché fa come è giusto gli under 18 e la strada è più in salita: oggi ha perso in finale un under 18 minore tanto per dire). Tolto lui vari 1999 si equivalgono e può vincere ora uno ora l’altro: io ho visto dal vivo varie volte Frinzi e mi piace, ma Forti pare giochi meglio e sia più promettente: intanto però gioca due match bene e uno male e qui ai Nazionali è caduto per mano di …caval Donato, che ironia. Frinzi ha vinto facile la finale ma lui stesso ha faticato assai nei turni precedenti: ride ben chi ride ultimo. Qui abbiamo un discreto parco su cui lavorare ma nessuna realtà al momento a parte Ramazzotti: oltre ai già detti ci sono Arnaboldi, Jannaccone, Giunta…

Nell’under 16 femminile assenti Pieri e Maffei come minimo, e delusione Piccinetti e Peoni soprattutto e in parte Traversi, ma di un anno più giovani. Pronostico rispettato e Bilardo vincitrice su Cappelletti con Ginocchio rediviva; Bilardo che ha faticato in semi e in finale solo in un set e nell’altro ha avuto via libera. Qui nella classe 1999 siamo mi pare particolarmente carenti, scoperti o in ritardo di risultati e nessuna giocatrice svetta e la Pieri è in crisi profonda. Nota di merito anche per la Viviani, indubbiamente quella che nel 2015 ha fatto più progressi: giocatrice molto attaccata al punto ma tuttavia poco brillante.

Taccio sull’under 14 maschile, la categoria più indecifrabile a mio avviso perché a differenza delle femmine il quattordicenne è a quell’età solo all’inizio di una maturazione profonda a 360 gradi che non si può prevedere dove possa approdare: per cui non li guardo i quattordicenni e li aspetto due anni dopo.

Lambertenghi femminile. Paoletti ha calpestato come un carro armato tutte le avversarie dimostrando una chiara supremazia: ha però dovuto intanto lasciare sei giochi alla Asia Serafini (buona la sua competizione), distribuiti in due nel primo e quattro nel secondo, che dunque poteva anche cambiare il match. Si impara alla Lambertenghi cosa significhi giocare da superfavorito. Sotto sorpresona della Pizzoni che butta fuori nei quarti la più nota e quotata Laura Mair: ma ancora più autoritario è stato il cammino della Pigato che nel computo ha lasciato per strada meno giochi della Paoletti. Finale Paoletti-Pigato dunque, quest’ultima un nome come ovvio che rings a bell. E finale che poteva essere molto aperta. E invece no. Facile Pigato 6/1 6/4 e risultato in qualche modo sconcertante perché se c’era una favorita assoluta era la Paoletti. E allora dovrei riaprire questo discorso: da Caimo e da Panatta in avanti chi perde la finale della Lambertenghi ha più futuro del vincitore: che hanno fatto dopo Piglia e Bon? Ricordate?

Nel maschile cammino abbastanza facile dei due favoriti Tabacco n. 1 e Nardi n. 2 e di misura successo di Tabacco. Ma vedi quanto detto sopra sui maschi under 14.

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