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Sparse di tennis

by Franco Marucci

Si ricomincia a scrivere di tennis come sempre a gennaio di ogni anno dopo la classica sosta da novembre in avanti. E l’evento di cui dico qualcosa per primo è l’intervista televisiva a Flavia Pennetta. Che ha aumentato la quotazione della giocatrice perché non solo ha vinto il più importante trofeo di singolare che mai una italiana abbia vinto, ma ha dimostrato anzitutto saggezza nel farsi da parte nel momento dell’apogeo, non come farà la Schiavone presto in quello dell’anonimo e inglorioso declino.

Mi è piaciuto che fossero silenziate le domande dell’intervistatore, domande che potrebbe ormai fare anche un robot tanto sono prevedibili, e che le sia stato lasciato il microfono in mano per parlare a ruota libera. Pennetta elegante, italiana del sud, ma senza sfoggio; soprattutto capace di impostare discorsi grammaticalmente e lessicalmente ricchi, denotanti anche proprietà di linguaggio, cosa in fondo abbastanza rara. Ne è venuta fuori una umanità insolita o meglio che si sapeva: i genitori che guardano i suoi match da due televisori diversi e in stanze separate! Complimenti. Avrei portato personalmente il discorso anche sul piano tecnico per farle rievocare e spiegare la completa rotazione del suo gioco nel corso degli anni: da quando insomma tirava tutto all’impazzata e non cavava il ragno dal buco. Io ho in mente un primo turno di Roma perso da Flavia con questo gioco contro la ex moglie di Pistolesi, Smashnova credo si chiamasse con nomen omen, che aveva tre classi tennistiche in meno di Flavia, che però a forza si sparacchiare senza criterio perse la partita: come del resto tante altre.

Fognini vuol vincere anche lui gli US Open? La pallina è rotonda ma non lo ritengo possibile e il sovvertimento totale dei pronostici è possibile agli US Open statisticamente al femminile, molto meno al maschile: Fognini al momento non ha l’attrezzatura tecnica e soprattutto mentale per farlo, e gravita lui pure verso la trentina. Postilla: giusto che Flavia dica: facevo sempre più fatica a trovarmi dentro la cattiveria necessaria…

Traendo gli auspici, il che è facilissimo, la nostra giocatrice di punta sarà nel 2016 Roberta Vinci, con possibili gioie provenienti dalla Giorgi, che mentalmente è ancora come Fognini. Io mi domando ancora le ragioni di questa seconda giovinezza di Roberta. Di fatto la vedo fisicamente perfetta, asciutta, tonica, e con un…davanti un po’ livellato, non so se mi capite. Insomma è più magra e agile, avrà perso una diecina di chili a una prima impressione televisiva. Le donne hanno o credono di avere quell’ingombro: epperò ce la vedete la Serena con il seno piatto?

È pure ripartito il giovanile, e a un Belgrade Open Grade 4 ci siamo fatti onore per quanto il livello sia stato bassino: abbiamo vinto il doppio con Forti e Frinzi che però hanno deluso in singolo (Forti più lo vedo in foto più mi stupisco di quanto sia alto: sembra un russo!); per contro oggi Jannaccone gioca la finale, avendo fatto un torneo superbo: nome a me noto il suo, ma come ovvio mai visto dal vivo, e le foto dicono di un ragazzo perbene, fisico nella norma, colpi eleganti.

Quattro ragazze 1999 sono state mandate, credo dalla Federazione, a fare esperienza in una serie di Tornei quotati in Sudamerica, e intanto sta finendo il primo, la Coffee Bowl (arance, limoni, caffè, tra poco le banane) di Costa Rica: Grade 1 ma con un lotto tutto da prendere con beneficio di inventario.

Là in Costa Rica ottimo torneo della Viviani, che ha perso nei quarti come Tatiana, mentre Bilardo, fuori al primo turno, ha resistito un set contro la stellina o già stella Anisimova, poi ha mollato. Incidentalmente questa Anisimova ha poi detto che non è quella marziana che si crede, e ha lasciato giochi e anche un set per strada.

Per paradosso il risultato migliore lo ha fatto Rosanna Maffei che ha perso sì al primo turno in tre set, ma il terzo per 6/4, contro la finalista Black che ha dato punteggi severi a tutte le altre.

Chiudo su Tatiana, che ha liquidato le avversarie nei primi due incontri con punteggi autorevoli e promettenti, ma ha già scricchiolato al terzo turno cedendo un set. Molte hanno ranking superiore a lei ma soprattutto per quantità di tornei disputati, e anche quella con cui ha perso nei quarti la sopravanza di cento posizioni, ma a una come Tatiana non dovrebbe fare paura nessuna al di sotto delle prime 50 e forse anche oltre. In teoria. Consoliamoci vedendo che la vincitrice di Tatiana ha portato al terzo la Anisimova, che poteva anche perdere avendo vinto il secondo solo 7/5.

Siamo solo agli inizi della stagione, diamine. Ma sarà un anno delicato (ancora un altro!)  per Tatiana, in cui si dovrà vedere quali progressi tecnici sono stati fatti e soprattutto quale programmazione seguire. Soprattutto per vedere se è un po’ scoppiata o meno, e perduta o meno per le alte sfere dopo la portentosa primavera di due anni fa.

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