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Il bastone e la carota

by Franco Marucci

Doveroso cominciare dai risultati di ieri del torneo venezuelano Copa Banco de Venezuela Grade 1. Niente da fare: Bilardo, di cui sono stato un fan acceso in passato, e oggi un po’ meno perché sciupa troppo tempo su Facebook invece di concentrarsi sugli allenamenti, ha perso sia in semi singolo che in finale doppio. Appunto da tifoso le avevo cavallerescamente pronosticato a) di fare un miracolo; b) di grattare un set alla Pervushina perdendo; c) di lottare almeno un set. Ha invece raccolto solo quattro giochi, ed era logico in fondo, visto la strapotere di una giocatrice, la Pervushina, che minaccia di essere un terzo o quarto incomodo per lo scettro della n. 1 dell’Itf junior quest’anno… Non desta sorpresa che la vincitrice della Pieri sia in finale in Venezuela, dunque di nuovo scalogna. Anche il doppio è stato perso dalla coppia siculo-toscana benché per 10-8 al tiebreak finale. Si replica da domani in Colombia, Copa Barranquilla, più o meno con le stesse giocatrici, solo un’entry list un po’ più forte, tanto è vero che Viviani e Maffei devono giocare le quali.

Il discorso di oggi è che guardando il panorama giovanile ci si rende conto che al momento la massa dei giocatori e giocatrici si divide in tre categorie nettamente separate e non comunicanti. Ieri ci gloriavamo del polmone nazionale, orgogliosi di avere Piccinetti, Peoni, La Rocca ecc. Tutto bene, ma sono giocatrici che nei tornei Grade 1 sudamericano-australiani in corso raccoglierebbero ben poco. Infatti laggiù ci sono in contemporanea, appunto, due Grade 1, i quali sono essi stessi due tornei che potremmo dire di Grade 1 avanzato e Grade 1 normale. Quello di Victoria è chiaramente preparatorio agli Ausopen junior e ha richiamato tutto o quasi il Gotha. Significativo per cominciare che delle migliori junior nostre quattro siano state inviate a fare la catena dei sudamericani e non i due australiani, dove il cammino sarebbe stato più complesso e maggiormente in salita. Nel femminile le uniche due iscritte a Victoria hanno già perso: la Stefanini superando un turno, e perdendo onorevolmente al secondo, e la Samsonova subito: un vero peccato che Ludmilla sia così calata in competitività di recente (un anno!), perché come si è visto a Montecatini finale Serie A gioca un tennis straordinario con doti fisiche eccellenti, e solo appunto manca di continuità e di elasticità tattica. Un po’ peggio al maschile dove stanno a galla per ora Fonio e Balzerani ma sono caduti Summaria e soprattutto Moroni: pessimo inizio il suo, ma siamo solo agli inizi, e si spera su di lui dopo le buone cose di fine 2015.

In questo torneo australiano di Victoria metterei in evidenza due cose: reputandomi da sempre un po’ rabdomante non perdo occasione di far notare le mie profezie che si avverano. Dissi da Firenze maggio 2015 che Kaja Juvan slovena – fisico alto, braccia lunghe, diritto profondo e smorzata micidiale – era un po’ predestinata: ebbene là ha messo sotto con estrema facilità – e fa specie: 12-5 lo score finale – la possente e anche belloccia Robillard-Millette che ricorderete finalista al Bonfiglio. Il punto è un altro: che come sempre Tatiana battezza le campionesse: Schmiedlova, Vondrousova, ora la Juvan, con cui perse di stretta misura in un match da me visto ai bordi del campo appunto a Firenze. Seguite questa Juvan. Altro risultato australiano in cui è implicata la Pieri è quello di Panna Udvardy (Ponna Ùdvordi), ungherese tutt’altro che appannata, battuta da Tatiana in Francia l’anno scorso e capace di mettere paura ieri a Potapova. Torneo australiano che sarà probabilmente vinto dalla Andreescu, nuova star, la quale si candida per la corona degli Ausopen con la Anisimova, Potapova permettendo.

Bene o male giocare o non giocare gli Ausopen? Ovvio che un senior li deve fare by all means. Uno junior non so, non mi pare un peccato mortale disertarli. Del resto l’anno scorso vinse al femminile una che poi non ha fatto gran che. Si rischia una trasferta disagevole con cambio di superficie oltre che di fuso, per poi tornare a casa e cambiare qualcosa o un bel po’ nei sistemi di allenamento in vista di una stagione lunga fino a giugno e tutta sulla terra. Ma si accettano opinioni diverse in proposito. Certo, oggi con l’intercambiabilità delle superfici bisogna fare l’abitudine. Vedo guarda caso che né la Vondrousova, né la Pervushina, né la Galfi sono iscritte agli Ausopen, a meno che non vengano loro date delle wild card.

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