Bel tempo si spera

by Franco Marucci

20160320_122347Il meteo dà bello per tutta la settimana, e temperature miti, ma la Pasqua quest’anno è bassa e al mattino l’aria è frizzante e si è stati per una buona ora imbacuccati; né c’è stato il giorno di sole che ci si aspettava, e anzi nel tardo pomeriggio è anche piovuto. Spesso in passato il torneo è stato anche funestato dal maltempo, e dunque bene queste previsioni se vere. Ma il mio titolo, come sempre con una sfumatura, vuole dire che questo è il torneo annuale di apertura del giovanile e schiera non al 100%, il che è impossibile, ma buona parte delle speranze che fra qualche tempo potranno diventare realtà. Una vetrina insomma del tennis giovanile italiano anni 1998-2000, anche 2001. Mannaggia le defezioni: Ramazzotti e Gian Marco Moroni su tutti.

Relativamente presto sono usciti ieri sera i due tabelloni delle qualificazioni, dove a risaltare è come detto la preponderanza dei connazionali: a occhio e croce un 70%, con ovvio e scontato, alto numero di derby. Anche l’intenditore naviga al buio, e dall’alto al basso si segnano con l’evidenziatore i pochi nomi che già ring a bell. Come sempre nelle quali l’osservatore deve costruirsi un suo percorso: tutti gli incontri non si possono seguire da cima a fondo, ma per scampoli sì; poi arrivi su un campo e fiuti che devi assolutamente rimanere, ci sono giocatori interessanti.

Io per esempio al maschile mi ero  segnato questi nomi: Perin che giovanissimo è tds n. 1, Moroni che è il primo omonimo (perdonatemi: non so se è fratello di Gian Marco), Quinzi (sono questa volta sicuro: è fratello di), Arnaboldi (stessa mia insicurezza), Ingarao, questi due ultimi due quasi coetanei che purtroppo vanno contro e uno esce. Sempre nel campo dell’onomastica: un giocatore si chiama Chiaratti, e togli una acca e una i e avremo Caratti, il Carattino…ma ormai dubito che qualcuno se ne ricordi, dico di quel magico rovescio che incantava anche Clerici.

Quali femminili: vivaddio un po’ meno italiane anzitutto, e costruisco così dall’alto: Pannarale in un match disperato, Traversi da non mancare, Rossi che sembra pure lei tagliata fuori, Ginocchio un altro must, forse De Santis, poi senz’altro Capogrosso e per finire Ivaldi. Inevitabili le sovrapposizioni, cosicché qualcuno dei giocatori-giocatrici da visionare è saltato-a, o rimandato a domani.

La cronaca. Verso mezzogiorno Perin ha agevolmente superato il primo turno e Ingarao ha eliminato Arnaboldi in un match che ho seguito per buoni due terzi. Il picciotto scuro scuro ha una bella castagna di prima e un gioco esplosivo, aggressivo e esuberante; per contro il biondo e un po’ chiuso Arnaboldi ha già un fisico grosso e imponente e colpi più potenti ma macchinosi. 6-2 6-3 lo score per Ingarao, un po’ penalizzante per l’avversario. Di Ingarao va detta la frase fatta: se solo avesse 5-10 cm di più di altezza…Ma mi precipito da Costanza Traversi al campo n. 2, che è ai limiti di regolamento avendo gli out molto stretti. Non vedendola da un anno mi aspettavo una Traversi più alta di almeno 10 cm dall’anno scorso: smentito, è alta uguale, e si è invece ingrossata, che dico appesantita; meno taciturna e introversa, certo. Al momento del mio arrivo vedevo dalle facce degli spettatori che le cose non andavano bene: la massiccia Biskic croata staffilava da destra e da sinistra e sballottava negli angoli Costanza. Niente potenziamento del servizio intercorso, e colpi troppo innocui. Forse la nostra stava male da qualche parte, fatto sta che con il consenso del padre dopo pochi scambi del II set si è ritirata. Vedremo gli sviluppi, Traversi è una giocatrice su cui mi sono spesso espresso bene.

Avendo poi fatto una puntata al campo 9 dove giocava Enola Chiesa, visto che gli scambi erano in media di 20-25 palleggi (avversaria una biondissima russa), ho deciso di dedicarmi al match che sul campo 4 stava per iniziare tra Federica Rossi e la Marculescu romena tds n. 2. Questo è il match della giornata dovessi pronunciarmi. L’ha fatto suo Rossi esibendo il più bel tennis delle quali odierne: direi anche bellissimo se Rossi non avesse anche al suo passivo una quantità eccessiva di gratuiti e di insicurezze. Questa Marculescu sembra un moscerino, non ha muscoli ma solo tendini, non supera l’1 e 50, ma spara da tutte le posizioni e chiude se la fai avanzare. Rossi ha vinto con qualche patema il primo, il secondo non l’ho visto e lo ha perso, il terzo si è chiuso 6-4 su una palla contestata, chiamata out un po’ troppo tardi dalla nostra e assegnatale dopo una lunga discussione dalla giudicessa.

Rossi, 2001, gioca credo il miglior tennis della sua annata fra le italiane: dico è quella che ha più classe tennistica. Vorrei aprire una inchiesta e chiedere anzitutto agli intenditori quale giocatrice ha un movimento di servizio cos­­ì bello e flessuoso, e chi ce lo ha un servizio così potente e piazzato; e chi ha una seconda cos­ì­ tesa e profonda e carica contro la quale non è possibile attaccare (e rari sono i doppi falli). Lo avesse Tatiana, tanto per dire. Con questo servizio Federica si apre il punto in vantaggio e fa anche degli aces. Altre due o tre cose Federica ha sopra la media: un back di rovescio radentissimo di rotazione esasperata che a lungo andare paga, e soprattutto un ottimo gioco di rete. Ha inoltre a sua disposizione varianti come la smorzata e lo stretto. E raro, rarissimo che sbagli una volée. Giocatrice inoltre di tocco, e le ho visto far punto di schiaffo in condizioni di alta difficoltà. Una campionessa, direte? Per carità no. Federica ha anzi vari handicap che vanno immediatamente messi a fuoco: non regge il palleggio asfittico, e al quarto o quinto scambio sbaglia; accumula inoltre troppi gratuiti, e dopo un punto sopraffino commette magari una serie di erroracci. Fossi il suo allenatore la imposterei come giocatrice più di attacco, addirittura di serve and volley e come dire da erba o da veloce (e appunto che delizie che ha servito in forma di volées bloccate e smorzate): se continua a fare la fondocampista non vincerà. In una o due occasioni, non ci crederete, le ho visto fare la discesa a rete d’antan con lo slice di rovescio, come ai tempi di Panatta e Noah… Da ultimo il carattere: Federica ha troppo l’aria trasognata e placida, sembra soffrire anziché divertirsi a giocare a tennis, deve fare il pugnetto qualche volta e elettrizzarsi…

Andrò veloce sugli altri match: Bronzetti come sempre conferma di non perdere dalle inferiori: saggia e matura, sa sempre cosa fare della palla; si meritava una wild card, dico in main draw, è in classifica ITF senior. Ginocchio piccola delusione: palla troppo leggera e corta, cade con una slovena tutta accelerazioni con cui bastava tenere ma in modo più sostenuto. Lontani i tempi in cui Ginocchio dettava legge in Europa. Enola Chiesa (altra omonima: Deborah è venuta qui in tre edizioni, e raggiunto una semifinale) ce l’ha fatta in un long match di oltre due ore: certo, alla fine i colpi andavano a due all’ora; ma è una dote palleggiare e palleggiare senza sbagliare per prima. L’unica fisicamente trasformata è Arianna Capogrosso, a cui si poteva predire di rimanere invece piccolina piccolina. Ne riparlerò, mi è parso di vedere da pochi sprazzi una involuzione verso il gioco tenuto e alzato. Sono in campo i secondi turni del maschile al momento, ma come dicevo piove.

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