
Eleonora Molinaro
No, non c’è stato oggi il pienone, e un’altra rettifica dovuta è che solo metà, quella alta, del tabellone maschile primo turno è stata poi messa in programma, per evitare saggiamente che tanti incontri interessanti si sovrapponessero e fossero dunque inseguibili. L’altra considerazione preliminare è che oggi alle Cascine ha fatto un freddo proibitivo e assassino (complice un furioso vento notturno), e il sottoscritto, imitato da molti altri, ha indossato fino alle due il passamontagna e i guanti: alcuni giocatori e giocatrici hanno calzato i manicotti e qualche ragazza non si è nemmeno tolta i leggings.
In due parole: i risultati di oggi dicono che difficilmente vinceremo il torneo femminile, mentre abbiamo possibilità di far bene e anche molto bene al maschile. La notizia eclatante è che Mattia Frinzi ha eliminato la tds n. 1 e si candida in linea teorica alla vittoria: dovrà però superare intanto subito l’ostacolo Forti: uno dei due approderà ai quarti dove potrebbe affrontare un altro italiano, e anche la semifinale potrebbe essere tra italiani! Ovvio: ci vorrà un concorso di circostanze, ma la metà alta del tabellone pare davvero sguarnita di minacce estere; epperò tocchiamo ferro. Per le ragioni suddette meglio tacere circa la metà bassa sino a domani sera, ma gli italiani di valore sono tanti e poi tanti che anche da quella un semifinalista o un altro finalista ci può scappare.
È d’obbligo dunque rendere omaggio a Frinzi, un giocatore che a me è piaciuto sin dall’anno scorso quando lo vidi a Salsomaggiore, come qualcuno forse ricorderà. Ergi Kirkin si chiama la sua vittima odierna: turco, classe 1999, n. 64. Ora questo Kirkin è un folle picchiatore, di quelli che se lo vedi nell’arco di due o tre minuti ti impressioni e dici: questo diventa tra due anni il n. 1 mondiale. Ha una prima poco meno che devastante, e se entra è ingestibile; subito dopo gli vedi fare varie volte degli uno-due micidiali che non lasciano scampo. Non è altissimo, ma di quelli tosti ed esplosivi. Regola del tennis è attendere almeno un 15 minuti prima di giudicare un giocatore mai visto prima. Resti allora a vedere Kirkin e ti accorgi che se l’avversario riesce a prolungare lo scambio Kirkin può alla fine cedere il punto: mette cioè in corridoio, in rete o lunga. Lo puoi addomesticare. È quello che ha fatto Frinzi rinunciando al braccio di ferro. Frinzi mi piace perché ragiona in campo, è saggio e intelligente, sa sempre cosa fare del punto, non spreca, conserva lucidità. Il fisico non è un gran che ma la testa è notevole. Se si irrobustisce e mette su un po’ di potenza può diventare un bel giocatore. Ottimo nel controbalzo, da cui non si fa sorprendere, mobile, vince quasi sempre le gare di riflessi, ad esempio negli scambi corti sottorete. Vinto il primo 6-3, udite, Frinzi stava sotto ben 2-5 nel secondo: ebbene ha ingranato una rimontona che lo ha portato a chiudere trionfalmente a 7-5. Il turco capiva troppo tardi che doveva tenere e rallentare, ma anche così non c’era storia.
Forti ha regolato dal canto suo l’appariscente ma anche a volte velleitario Currlin: anche su di lui bisogna dire cose egregie e in parte simili: lungo lungo, si deve irrobustire. Sempre nel maschile altre buone prestazioni con vittoria per Sorrentino, Miceli e Coppini.
Lascia invece il torneo Ingarao avendo però vinto l’oscar della simpatia: correttissimo con l’avversario, chiede la verifica dei punti chiamati fuori ma educatamente, e dice spesso sorry. Da buon siciliano ogni tanto fa anche qualche innocuo siparietto. Aveva di fronte, lui di taglia bassa, un mezzo gigante croato che chiamandosi Boljat si poteva facilmente ribattezzare come Goliath, il nome inglese nella Bibbia: di fatto questo Golia non tirava poi nemmeno tanto forte e si limitava a rimettere nel modo più innocuo possibile. Ingarao ha giocato già cinque match consecutivi e il suo rendimento è ormai calato visibilmente forse per stremo di forze. Ma ha fatto un signor torneo, considerato che questa è una delle sue prime apparizioni ad alto livello.
Dolenti note al femminile dove le prime due nostre come ranking escono prematuramente, Bilardo nel tempo di un sospiro, mai in partita, con la svizzera In-Albon, che con facile intuito avevo detto una mina vagante da evitare, e così è stato. Tatiana Pieri esce di scena pure lei in un match più combattuto, forse o sicuramente non giocato al suo meglio e comunque contro un’altra da me indicata nei giorni scorsi come pronosticabile se non per la vittoria del torneo almeno come sorpresa, la Molinaro di nome italiano ma lussemburghese di passaporto. Tatiana fin da subito stranamente rinunciataria e poco brillante, e sarà così per tutto il match che cederà senza un minimo segno di reazione. Nel primo set subisce il servizio incisivo e le chiusure della Molinaro ma buttando alle ortiche un bel gruzzolo di palle break. Né il secondo pare avere storia sinché Tatiana rimonta da 1-3 e anzi si porta in vantaggio 4-3. Ha svariate palle del 5-3 addirittura, ma se le lascia sfuggire e qui molla. Una dozzina di palle break non sfruttate, a volte anche consecutive, dice dell’atteggiamento in campo ma anche fa supporre che il match poteva comodamente girare. Torneo scalognato quello fiorentino per Tatiana che in tre edizioni non è andata mai oltre il secondo turno: le si augura che il 2017 sia la volta buona, l’ultima a disposizione. Ho riassunto qui delle fitte note tecniche dal mio taccuino color fucsia che sono a disposizione di chi volesse vederle: non pare difficile far migliorare Tatiana nei punti deboli (vedi servizio), eppure questi miglioramenti non arrivano…
Circa le altre, fuori Chiesa da una bulgara ampiamente abbordabile, ma anche Chiesa era scarica dopo le epiche battaglie dei giorni scorsi. Rimane soprattutto da segnalare la bella vittoria, ottenuta combattendo all’arma bianca punto su punto, di Mary Viviani contro la Colard che le sta dietro di centinaia di posti ma vale assai più della sua classifica. Viviani che è ormai una realtà del nostro giovanile, come pure la dimostrazione che la tenacia e la motivazione alla lunga pagano.
Anche Stefanini vince alla distanza, dandole anche troppo corda, contro una polacca dal fisico da cover girl che però di buono aveva solo il servizio e sbagliava l’elementare. In teoria le semifinali potrebbero non essere precluse a Lucrezia, ma dovrà giocare molto meglio di quel che ha fatto vedere oggi.
Guardando al tabellone le nostre speranze si concentrano maggiormente a mio avviso nella metà bassa. Se ci va bene, in semi potremmo avere Viviani o Samsonova e Zerulo o Piccinetti. Di Zerulo, che appunto ha vinto, non ho visto nemmeno uno scambio, incollato com’ero al match di Tatiana: ma domani la seguo per intero.
4 comments
Gentile Prof. Marucci, ho iniziato a seguirla con molto interesse, complimenti per il nuovo sito!
Grazie per il commento, sparga la voce!
Marucci numero 1 come conoscitore nel tennis giovanile 😉 Complimenti per questa nuova iniziativa
Grazie Raffaele: detto da te è una garanzia!. Saluti e a risentirci presto.