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Luda missione compiuta

by Franco Marucci
Andrea Guerrieri

Andrea Guerrieri

Sì dunque, Samsonova in finale: ma con parecchia sofferenza e assai più fatica e apprensione del previsto. Preparandomi mentalmente al match con la In-Albon avevo pronosticato un 6-2 6-2 per la nostra, ma in vena di generosità pasquale: la In-Albon è oggettivamente più debole della Juvan e anche di una Juvan non brillante come quella vista ieri. Ma siamo ormai a fine torneo, le energie scarseggiano, la Samsonova aveva giocato e perso il doppio in tarda serata ieri e l’emozione avrebbe potuto influire. Mi ero elencato insomma ben sei “pericoli” o minacce: 1) che la Samsonova potesse farsi male da sé complicandosi la vita; 2) che potesse incappare in una giornata no e in una controprestazione; 3) che usasse insomma il cannone contro la formica; 4) che si facesse prendere dalla fretta e non avesse la necessaria pazienza e predisposizione all’attesa; 5) che la sua mobilità in campo, già non eccelsa, fosse in calo; 6) che la In-Albon si inventasse chissà quali varianti tattiche.

Di fatto il game di apertura dimostrava non campati per aria questi pericoli: la minuta e anche cicciottella svizzera non faceva altro che rimettere puramente e semplicemente e ci pensava la Samsonova a cacciare in rete o fuori palle del tutto innocue: risultato quattro gratuiti e subito brekkata. D’accordo, la nostra si rimetteva in carreggiata e si issava poi d’autorità a 4-1, epperò alternando i soliti vincenti imprendibili a rischi pazzeschi, ingenuità, errori di pura distrazione o tiracci privi di senso fuori di tre metri. Panico in campo quando per colpa di un passaggio a vuoto la svizzera rosicchia due giochi e rimonta sino a 4-3 contro. Non basta: senza far nulla di speciale la In-Albon rientra in partita e pareggia a 4-4 ricevendo dei puri regali. Nel gioco seguente Samsonova sciupa malamente ben due palle del 5-4 per poi mettere a segno la terza, e chiude al terzo setpoint, nota bene, nel decimo gioco.

Il primo set ha chiarito intanto alcune cose inequivocabili: il punto debole della Samsonova sono gli spostamenti soprattutto laterali, e quando viene messa in difficoltà sul rovescio può sbagliare e sbaglia molto spesso e volentieri: irrigidisce busto, gambe e braccia e manda in rete, seppellendo il colpo senza dare alla palla almeno quello spin che le imprimerebbe una traiettoria più alta. Il tema tattico sul servizio della In-Albon (soprattutto) e negli scambi prolungati era la ricerca sistematica del rovescio della Samsonova. Si vedeva poi che la nostra si affannava vanamente nel tentativo consapevole di tenere palla controllando il colpo, ma la cosa, del resto non rara, è che la Samsonova non ce la fa proprio a giocare di tenuta e a media velocità: non conosce le mezze misure e dopo un po’ viene presa dalla libido chiudendi e spara alla va o la spacca. Del resto, quando tiene, gioca tanto piano e corto che viene trafitta. Al momento un vero busillis.

Secondo set chiuso con lo stesso punteggio del primo con vincenti meravigliosi e altri punti sbagliati praticamente a porta vuota. Servizi tenuti – si fa per dire – sino al 4-3 Samsonova che viene brekkata ma riesce a portarsi sul 5-4, quando due puri regali della In-Albon le danno la vittoria.

In sintesi: Samsonova soffre, ormai è chiaro, di amnesie tennistiche e di temporanei blackouts. Può giocare punti da top 50 WTA ma può assentarsi ed entrare in serie negativa per larghi tratti del match. Altrimenti non si spiegherebbe la sua crisi di risultati da due anni a questa parte, disponendo lei potenzialmente del tennis più pregiato, più adulto e più completo a livello junior in Italia. Consiglio: fare cestini e cestini di colpi a velocità media per aumentare la sicurezza, e tanta atletica per acquisire maggiore mobilità. E un po’ di training autogeno.

Sono questi i motivi per cui il match di finale contro la Craciun, che ha superato la Antonitsch, appare a mio avviso in salita, e per i quali Samsonova non parte favorita.

Quarti maschili. Balzerani ha superato facile come da pronostico Prevosto, e contro pronostico (almeno il mio!) Dalla Valle ha prevalso su Guerrieri. Match lungo in tre set chiuso con il punteggio di 3-6 6-4 6-2 con pieno merito di “Dalla” detto anche Henry il gigante buono, che per questa sua bonomia sotto la scorza aveva quasi tutto il tifo a favore. Guerrieri sembrava avere in effetti il match alla sua portata avendo fatto avanzare nel primo set Dalla Valle, poi avendolo ripreso e inesorabilmente superato. Dalla Valle, si diceva sugli spalti, aveva ormai dato tutto e invece no, si riprendeva nel secondo e Guerrieri cominciava lentamente a calare, ad accorciare e a sbagliare. Nel terzo il reggiano si portava 2-0 ma subiva poi un incredibile parziale negativo di sei giochi. Smentito senza appello il vostro cronista che credeva che Dalla Valle fosse stanco, calasse alla distanza e giocasse peggio i punti caldi laddove Guerrieri è letale negli stessi.

Bilancio Dalla Valle: potrebbe fare più aces con quel fisicone che si ritrova, e comunque ha avuto una concentrazione non comune se non eccezionale per tutto l’incontro sbagliando pochissimo: Guerrieri gli cercava sistematicamente il rovescio col suo dritto mancino arrotato, ma senza fare danni. Per contro quando Dalla Valle riusciva a spostarsi sul diritto mieteva punti su punti con l’anomalo. Dalla Valle sembra a volte andare fuori di testa ma si riprende subito, e quindi prestazione un’altra volta maiuscola. Guerrieri ubriaca di solito gli avversari a lunga gittata con il suo tic tac ossessivo, ma Dalla Valle ha resistito alla grande.

Bilancio Guerrieri: era lecito attendersi di più, e si è lasciato sfuggire varie occasioni propizie, ha fallito parecchie palle break, e ha sbagliato molto più del dovuto. Ha in fondo perso anche sulla resistenza, ciò che doveva essere il tallone di Achille di Dalla Valle; le banane, quelle vere, gli sono arrivate troppo tardi, già sul 5-2 contro e a nulla hanno giovato. Correggendomi su quanto dicevo nei giorni scorsi, Guerrieri basa il suo gioco sul diritto arrotato e sia pure non arrotatissimo contro il rovescio dei destri: il suo rovescio è radente e anche profondo ma teso, senza rotazioni, per cui quando è in difficoltà non gli fa recuperare campo: deve correre ai ripari anzitutto lì, e imparare da… Nadal a cui il diritto di Guerrieri non è poi del tutto diverso. Per il resto Guerrieri non ha varianti e usa appunto sempre quello schema fisso: non gioca a rete e non ci viene e se ci viene perde il punto, non ha in repertorio la smorzata che è un’arma fondamentale a mio avviso e che tutti dovrebbero avere; non gioca il back di rovescio che contro i giocatori molto alti può far male; non ha soprattutto praticamente servizio, la lacuna più grave, e non perché non sia potente o non abbia lo slice a uscire, ma perché è un servizio insicuro, e quasi in ogni gioco Guerrieri ci mette il doppio fallo. Gli rimane come dicevo la testa, una delle migliori viste qui. Ecco perché come dico spesso ci lavorerei, su Guerrieri. I suoi margini di miglioramento, anche fisico e muscolare, sono notevoli.

Domani Frinzi-Kotorman e Dalla Valle-Balzerani le semifinali maschili.

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