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Armata tricolore

by Franco Marucci

 

Filippo Moroni

Filippo Moroni

Inizio di prima giornata quali a Prato con l’organizzazione sorpresa dalla pioggia copiosa della notte: orario tutto da rifare, due campi a lungo inagibili, altoparlanti… inumiditi con audio bassissimo (sarà così tutta la giornata), e quindi incontri non annunciati e pubblico disorientato; infine punteggi sui campi da indovinare perché il girapunti è arrivato dopo le 14.00, e non su tutti i campi… per fortuna a fine mattinata il sole è tornato, però accompagnato da un vento progressivamente fastidioso e anche un po’ ghiaccio.

In compenso spettacolo bellissimo, e lo dice un notorio bastian contrario come me. Il riassunto della giornata potrebbe essere che abbiamo un gran bel ben di Dio, e giocatori e giocatrici anche giovanissimi-e che perfino fanno stupire da quanto tirano forte e fanno camminare la palla. Il rovescio della medaglia è che il 98% dei quasi cinquanta match di oggi è stato tra connazionali, e manca quindi la verifica importantissima del confronto con gli stranieri, spesso fatale per i nostri colori; la seconda ragione per esser cauti è che si tratta pur sempre di qualificazioni, e il torneo vero e proprio comincia martedì. In sede tecnica: torna il rovescio a una mano, si direbbe, e lo si è visto giocare oggi da parecchi maschi e soprattutto dalle femmine. Ma per paradosso le giocatrici piccole, minuscole, persino mingherline lo sfoggiano e adottano, seguendo l’esempio lanciato anni fa da Bianca Turati. Greta Medeghini, per esempio, è una nuova Turati, solo che per il momento gioca troppo piano: ma ci tiene eccome a far bene.

Impossibile parlare di tutti gli incontri, e il cronista in questi casi deve rinviare ai tabelloni online della ITF chi volesse conoscere i risultati di questa prima giornata. Del resto è ancora tutto in sospeso e i qualificati usciranno domani dopo i tre fatidici incontri.

Mi limito ad alcuni commenti su qualche incontro visto, anche se solo uno l’ho seguito per intero senza perdere nemmeno uno scambio. Bosio e Vidal superano il doppio turno, il primo cedendo un set; anche la promessa Vianello prosegue il cammino; Speziali avanza lui pure: fisico ancora da Lambertenghi, esile e da sviluppare, è un giocatore molto calmo e intelligente. Sotto è pure in gara l’assai dotato Battista. Ma il buon braccio tennistico è piuttosto diffuso, e come ripeto tutti giocano bene ed è raro trovare e vedere il giocatore che prende un doppio sei zero.

Ho visto un buon terzo del match Moroni-Veneziano e ve ne dico. Moroni ha finito per perdere al secondo turno ma rischiando di vincere: 4-6 6-4 6-1 da Sorrentino che non è ovviamente l’ultimo arrivato. Moroni è quindi fuori ma è un giovanissimo e ha parecchi margini di miglioramento, come si dice in gergo. Veneziano dal canto suo è un buon giocatore se non ottimo: fisico tosto e compatto, ha due solidi fondamentali integrati da un servizio dal movimento molto armonioso. Picchia anche troppo, e a volte va fuori giri. Dal canto suo Moroni si deve ancora sviluppare e potrebbe già fare molto con un servizio meno appoggiato e vacillante. Tenace e silenzioso Moroni ha ceduto il primo ma ha poi rimontato un Veneziano sempre più falloso e sfiduciato.

Al femminile solo un turno ma con alcuni incontri di buon livello e molto agonistici. Si è vista per esempio una Lo Pumo sgretolare Arianna Capogrosso, un tempo una grande promessa, che nessuno capisce perché si ostini, con quei mezzi che ha, a giocare solo di rimessa o fuori di metafora a pallonetti: la Lo Pumo, dal più classico dei rovesci a una mano ben preparati con testa della racchetta tutta piegata all’indietro e palla che si alza carica di spin, non ne voleva sapere di palleggiare e veniva avanti lancia in resta chiudendo tutto quello che c’era da chiudere, e a volte certo anche spadellando. Che fegato. Biagianti liquida D’Auria a lungo fuori dal circuito; Bandini, elegantissima e avvenente, asfalta la Sitta, pure a forza di fendenti spavaldi e con un bellissimo movimento di servizio. Anche lei una picchiatrice, con un fisico ben piantato e già formato.

Quell’incontro seguito da me dal principio alla fine è Delai-Rushiti, finito 6-3 6-3 per la nostra giovanissima, la quale ha dato una prova ennesima della sua precocità, per essere una italiana e di razza quindi non precoce. L’avversaria era quotata e faceva un po’ paura, e in effetti, con quel suo fisico pieno e la sua muscolarità, i primi scambi erano autentici ruggiti di servizio e di vincenti che lasciavano ferma la nostra. Ma pian piano la Delai riusciva a tenere lungo lo scambio, a giocare profondo senza sbagliare e come spesso succede l’avversaria cedeva il punto per prima. Già 4-2 nel primo, lieve flessione e poi 6-3; ancora più rapido il secondo set fino addirittura a 5-1, poi un po’ di paura per una piccola rimonta dell’avversaria con la forza della disperazione, e fine del match con un secondo 6-3.

Delai è una realtà proprio grossa e teniamocela stretta: mobilissima, brava negli spostamenti laterali e ancora di più negli arretramenti che non la colgono quasi mai impreparata; il rovescio incrociato è una sicurezza assoluta, e una specialità lo stretto e strettissimo di rovescio: il tutto alternato con deliziose smorzate fintate, e perché no furbizie e astuzie. Il bello è che Delai gioca ancora senza praticamente servizio: cioè appoggia puramente prima e seconda; c’è da immaginare cosa succederà quando metterà a posto questo colpo fondamentalissimo.

Ho già scritto un poema: a domani notizie di altri e altre ancora in gara.

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