Bye per i big

by Franco Marucci
Luigi Sorrentino

Luigi Sorrentino

Oggi, o meglio stamattina, ho programmato di curare e seguire gli incontri della parte alta del Circolo, campi 4-7, e di lasciar perdere la zona bassa, campi 1-3, senza nulla togliere ai vari Prevosto, Fonio, Liucci, Miceli, ecc. tutti alquanto noti. Quella cittadella dunque alta di Prato ha 4 campi incisi nella collina che sale, lievemente sfalsati come livello a due a due, e divisi da un corridoio, dal quale si possono seguire agevolmente due se non quattro incontri, in quadrifonia per così dire. La mia scaletta delle priorità era la seguente: 1) Musetti; 2) Rossi; 3) Viviani; 4) Forti; tempo permettendo avrei anche dato un’occhiata a Frinzi e Mazzola; troppo tardi per i miei piani orari giocava Furlanetto, che comunque ha perso con soli due giochi all’attivo. I big come si è detto riposavano, ma uno spaglio di italiani altri era in orario. E ne riparleremo.

Musetti dopo tanto parlare lo vedevo insomma dal vivo per la prima volta. Faccia o meglio… musetto pulito, cappello con la visiera girata all’indietro a mo’ di pirata, di garibaldino o di scalatore di montagna in bici, Musetti ha un fisico normale dopo tutto, e così deve essere avendo lui 14 anni, credo anche scarsi. Solita storia: David contro Golia, Golia essendo l’alto, quasi altissimo Sorrentino, giocatore dai colpi classici, educatissimi come si dice oggi, e buon protagonista a Firenze un mese fa. Musetti si svilupperà, cioè, ma non diventerà un gigante. È un po’ il Delai del nostro maschile, essendo uno o due anni…avanti rispetto agli altri. Si vede subito che è stato impostato come giocatore d’attacco. Ha infatti, a conferma di quanto dicevo domenica, il rovescio a una mano, e tende a forzare appena possibile, con scambi molto rapidi e chiusure subito tentate: abolito il palleggio interlocutorio e il gioco rallentato. A un rapido esame: il servizio, non eccessivamente bello a vedersi, è già mediamente veloce, eseguito però con una flessione esagerata e vistosa delle gambe; seconda ovviamente da rinforzare. Rovescio come dicevo a una mano, movimento molto essenziale, non sovraelaborato, ma palla che esce debole e tiro solitamente anche corto con poca parabola; diritto giocato a tutta, ma spesso impreciso perché, avendo ancora poca forza di base e spalle strette, il ragazzo lo tira come se facesse il lancio del disco, buttando avanti la spalla con il braccio e l’avanbraccio a rimorchio: dico, la palla prende spin e forza ma la precisione non c’è sempre. Buona la capacità di controllo dei nervi, esemplare la correttezza. Concretamente Musetti oggi non aveva nulla da perdere e ha tentato di fare il braccio di ferro, prendendo una quantità notevole e continua di rischi. Giocando sopraritmo accumulava molti errori. Vinto nettamente il primo Sorrentino, stanco per le battaglie di ieri, cedeva qualcosa in smalto e precisione nel secondo set, e andava sotto 4-3 e veniva anche messo alle corde temporaneamente dal più giovane avversario. Rimesse le cose a posto si andava a 5 pari e gli ultimi due giochi non avevano storia. Ma per Musetti è un debutto senza un cappotto, tutt’altro.

Di lì in avanti seguivo poi Federica Rossi contro la croata, ma chiaramente russa di nome e di lingua, Oliynykova: stavano ancora alla fine del secondo, che Rossi finiva per perdere, e si andava al terzo in un match interminabile giocato da Rossi in modo tutto diverso dal suo solito: stranamente tenendo e rimettendo anziché sparacchiare senza pazienza come spesso la si vede fare, collezionando gratuiti. In un mese, da Firenze a oggi, quale trasformazione. Ma gli erroracci che gridano vendetta ci sono sempre, dico le bambinate e le ingenuità; e la ragazza è sempre trasognata, un po’ assente, tanto che il famoso allenatore federale alle costole le deve dire ogni tre minuti “Dai, reattiva!”. 7-5 Rossi al terzo ma con quale stillicidio. Con quale braccino tennistico soprattutto, con una fifa tremenda di affondare il colpo, visibile nel pallonetto molle, o nel classico rifugio della smorzata, spesso anche insaccata in rete o troppo lunga, tanto per liberarsi del punto. Avversaria a dir poco pittoresca, la russo-croata, che teneva tranquillamente conversazione tecnica dopo ogni punto in russo con il padre seduto in tribunetta, dettava ossessiva il punteggio in un pessimo inglese, veniva impettita e veloce come un sergente Gestapo a controllare le chiamate dubbie della Rossi, e altre idiosincrasie. Però corretta, senza rubare, almeno quello. Dunque Rossi al secondo turno, ma niente affatto partita monstre.

Viviani era contro una orientale, Wong, ma passaporto canadese, minuta ma tosta ed esplosiva. Non ce l’ha fatta: vinto il primo è stata risucchiata e ha ceduto 6-2 6-3 nei due set conclusivi.   Mazzola o dunque… Mazzolà è una ennesima oriunda: avevo curiosità avendo lei fatto sette giochi su dodici contro la Delai ieri. E’ un muro, rimette tutto, può indurre le incaute a giocare di chiusure con alto potenziale di danni; sembra inerme, un fisichino che basta a scuoterlo una ventata, ma è difficile da battere, non sbaglia mai e non perde campo. Ci vuole quel vincente secco e anticipato che le ragazze nel giovanile non hanno, o non ancora. Gioca per i colori italiani ma mi pare di capire sia cresciuta in Belgio, e non parla altro che in francese e, timidissima, non si aggrega con le altre tenniste connazionali. Fatto sta che, in un match tirato, l’avversaria marocchina, nulla di speciale, ha avuto la meglio.

Rimane da dire della bella, bellissima vittoria della Lioi contro l’olandesina bionda n. 85 dagli ineffabili calzettoni giallo ocra fin sotto il ginocchio: avesse putacaso la Rossi la grinta anche sonora della Lioi – che grida a ogni impatto – avremmo una campionessa annunciata. Ma che bel rovescio ha la Lioi. Match anche dei padri a bordo campo, disciplinati con fatica dal bravo giudice Gabrio. Paradossale: la Lioi era una lucky loser e ieri aveva perso facile dalla Pannarale. Nel primo pomeriggio è arrivata la notizia che fa impressione e scalpore e fa dire urrah: La Rocca siciliana butta fuori la tds n. 1 peruviana, sulla cui classifica ho spesso sospettato: anche di ciò riparleremo. Biagianti anche lei porta al terzo Visentin ma cede.

Maschile. Forti contro il coetaneo Inserra ha giocato i primi 15 minuti da favola, con una potenza rimarchevole, raramente vista sinora o poche volte, e ammutolendo l’avversario pur bravissimo; non poteva continuare a quel ritmo e incamerato il primo è calato, si è innervosito, ha cambiato tre racchette, ha perso il secondo, ha portato a casa il match al terzo. Per la cronaca i derby numerosi vanno a Iannaccone, Berrettini, Bertuccioli e Ingarao. Subito fuori Frinzi, scarico e in crisi già dopo Firenze.

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