
Lara Escauriza
…Ma Holmgren solo un po’ meno. Ma cominciamo con il dire che il sapore più gradevole in bocca, e il ricordo più duraturo almeno per qualche ora, saranno a Prato quelli del match di ieri tra Delai e Minca. Stamattina ovunque mi sedessi per occhieggiare gli otto match rimanenti sentivo chi mi stava vicino elogiare la prestazione della nostra giovanissima, ed evocare la più varia episodica di quell’incontro. Insomma Delai teneva banco. Da detective ho ricostruito un match che non ho visto. Si è insomma saputo che la Delai è stata in testa nel primo set, ha comandato il gioco, ha persino avuto due setpoints! E che la Minca ha dato puntualmente spettacolo, o meglio antispettacolo o avanspettacolo, con getti di racchetta, intimidazioni, gesti antisportivi vari che hanno richiesto la comminazione di due warning. Noto che dall’alto del suo ranking n. 35 la Minca gode di una insolita immunità presso i giudici di campo, che sono spesso intimoriti dai suoi atteggiamenti spavaldi e dalla sua strafottenza, e che la lasciano fare. Per quanto mi riguarda Delai, che da domani gioca le quali a Santa Croce come mi ha informato, ha portato a termine una striscia di 5 match che è di tutto riguardo: non avendo visto il match di ieri il più emozionante rimane per me quello vinto da lei al I turno quali con la Rushiti; il più mediocre quello contro la Portillo, come tutti quelli che vanno avanti a forza di uno-due, vincente ed errore e vincente ed errore, con larghe ed esasperanti pause tra punto e punto.
Ma veniamo a oggi partendo dal femminile e questa volta dal basso. Sono rimaste in quattro le giocatrici a contendersi il trofeo, ma il tennis espresso ed esibito non è e non sarà eccelso. La Escauriza n. 2 si è riabilitata, o forse no, battendo ancora una volta a fatica la orientale Wong che gioca per il Canada, e che giorni fa ha vinto sul filo di lana con la Viviani. Altra modesta giocatrice è la Lommer che mi pare inferiore alla Escauriza. Sopra non finisce il cammino della Piccinetti che lascia sette giochi alla amica La Rocca: quest’ultima ha dalla sua l’anagrafe, per quanto sia la stessa della Piccinetti, ma allo stato attuale è troppo esile e minuta per puntare in alto: rimane relativamente un mistero come abbia imbrigliato la Schaefer. Cade anche la Stefanini con la stessa Minca ma dopo asperrima battaglia chiusa al tiebreak del terzo e per 7 a 5.
Ho titolato omaggiando Kazakov, e se non ho visto male mi pare lui il vincitore annunciato del torneo maschile. Dalla Valle non ha affatto giocato male, per quanto non abbia brillato in questo torneo come altrove e di recente: è stato il russo ad essere oggettivamente più forte. Tra la fine del primo set e per quasi tutto il secondo Kazakov ha giocato a un ritmo impressionante con pochissimi gratuiti. Impressionante nel far ballare Dalla da un angolo all’altro del campo. Il quale Dalla si può solo rimproverare di aver ingaggiato un braccio di ferro con il russo non accorgendosi mai che sullo scambio prolungato in otto casi su dieci perdeva il punto. Dunque tattica sbagliata, che era da variare con qualche palla molle o anche qualche smorzata. O sporcando il gioco. Discese a rete sporadiche con attacchi facili e morbidi venivano vanificati dal russo con micidiali passanti stretti o sui piedi. Dalla Valle si arrabbiava perché il russo, credo senza alcuna vena polemica, si gasava urlandosi ripetutamente “Fuurza” in italiano. Alcuni spettatori ripetevano un luogo comune che va sfatato: che Dalla Valle sia poco mobile; a me non sembra: è, ripeto, che il russo gioca il miglior tennis visto fra i maschi qui a Prato, o almeno oggi (a Salsomaggiore ha infatti tutto sommato deluso e le sue activities non sono entusiasmanti). Kazakov non impressiona come fisico pur essendo un russo e di una razza proverbialmente molto alta come statura: fantastica è invece la sua mobilità, l’abilità nel rubare il tempo, la frustata lunga con entrambi i fondamentali, e la capacità di guadagnare campo inesorabilmente fino a piazzare il vincente imprendibile al momento giusto. Se Kazakov gioca come nella seconda mezzora di oggi non ce n’è insomma per nessuno. Compreso Holmgren, che ha disposto con enorme facilità del moscio – almeno oggi – Caruana, che continua ad andare a corrente alternata e su cui è troppo presto per pronunciarsi, anche se sembra un tantino sopravvalutato. Miceli ha fatto un gran torneo e deve esserne soddisfatto, e come era prevedibile avanza in semi Wu di Taipei. Sorpresona invece sul campo 3 dove Prevosto, già ieri incerto, ha perso al tiebreak del terzo contro Summaria. Prevosto sembrava invero avviato a disputarsi il trofeo in finale, e invece….