
Eva Guerrero Alvarez
Non voglio essere polemico come mio solito, e glisserò sul fatto che agli ottavi dei due tabelloni del Bonfiglio solo un mezzo italiano, Caruana, è superstite. Una bella voragine si è scavata quest’anno tra i tornei preparatori italiani o anche francesi e questi Internazionali italiani giovanili. Ci eravamo un po’ illusi di avere dei piccoli squadroni, abbiamo anche vinto tre tornei Grade 2 e altri li abbiamo sfiorati, ma mancavano prove probanti; c’è stata in altre parole la calata su Milano della Russia, della Spagna, della Cina, e soprattutto degli USA. Nostri giocatori apparentemente competitivi hanno dimostrato di avere ancora molto da fare e da migliorare davanti ai primi del ranking; e dire che non c’erano proprio tutti e tutte. Delle due Americhe quella meridionale ha dimostrato tutta la sua evanescenza a parte la Carle; ma gli Usa hanno un bacino di pregio sia nel maschile che nel femminile, e credo presto torneranno alla riscossa, soprattutto nel maschile. Non tutti a Milano sono dei bombardieri: un Riffice, un Bryde e un Rotsaert sono giocatori di fisico non eccelso al momento, e che sono più che altro formidabili nella tenuta e nella difesa: non mollano mai il punto, macinano gioco, riprendono tutto o molto con notevolissima mobilità. Palleggiatori di pazienza, vanno spesso al terzo; all’occorrenza lobbano, smorzano, giocano di slice. Al momento degli ottavi, oggi in scena, il tabellone è diventato una Macedonia, nel senso che molte sono le nazionalità rappresentate: conto in ordine decrescente appunto cinque americani, sorprendentemente tre spagnoli (di cui uno però di chiaro nome tedesco), due australiani, e uno a testa di Austria, Francia, Uzbekistan, Grecia e Italia. Altra sorpresa è che vi sia solo un russo (Popyrin è targato AUS). Non è detto come sempre che la nazione numericamente più presente vinca il torneo: il greco Tsitsipas è per esempio quello che ha ceduto meno giochi e ha denotato una superiorità per ora schiacciante: ma forse solo per il valore basso degli avversari. Anche Bryde dovrebbe scavalcarlo oggi facilmente.
Ieri Guerrieri è uscito per mano di…Ulisse, tale il nome di Blanch americano. Il francese Furness è un giocatore leggerino come Guerrieri, molto educato nei movimenti ma insomma non tale da impensierire, e comunque Furness è ancora in gara e Guerrieri no. Viceversa Caruana potrebbe accedere stamattina ai quarti – l’avversario cioè non è impossibile – per imbattersi in Popyrin. Come dicevo ieri, l’unico che ha ignominiosamente steccato è Watanuki, tds n. 1 e n. 2 addirittura del ranking.
Titolo come sopra perché al femminile c’è una netta prevalenza di –ine di –ova e di –ska, cioè di giocatrici dell’ex bacino sovietico; se aggiungiamo la Romania come paese dell’est nove giocatrici su sedici sono di quel bacino e sette giocatrici sono ciascuna di altrettanti paesi diversi. Formalmente due sono USA, ma nessuna spagnola, sennonché solo per il ritiro della Guerrero contro la In-Albon in un match che poteva fare faville e andare per le lunghe. Anisimova ieri seriamente impegnata dalla Mendez: Anisimova che non dovrebbe riuscire a vincere il torneo per quanto visto. Federica Bilardo deve aver fatto un partitone o altrimenti Zavatska deve aver giocato sotto tono. Ma sconfitta se possibile onorevole e molto promettente, e riabilitante. Della Subhash che ha battuto la Pieri non so nulla e nulla ho visto, ma costei ha fatto anche fuori la Swan, che è d’accordo una piccola delusione, ma insomma la Pieri ha rubato anche anche un set alla Sub: non spariamo troppo su Tatiana in altre parole.