
Andres Gabriel Ciurletti
I risultati sono sotto gli occhi di tutti e i match sin da ieri sono stati teletrasmessi e non è necessario commentarli e riraccontarli. Incorrerei in un eccesso di narcisismo se indicassi e ricordassi ancora una volta di avere scoperto un anno fa e continuato a segnalare Kaja Juvan: giocatrice dal tennis non bello a vedersi, non spettacolare, ma efficace, e soprattutto vario. Quanto al femminile vedevo una finale Pervushina-Potapova con lieve prevalenza della seconda addirittura: Potapova che si è schiantata con la Juvan stessa al terzo in semifinale; e Juvan che è stata a sua volta, paga, schiantata al secondo dalla Pervushina oggi in finale: che era “in orbita”, la Pervushina, ancora una volta lo segnalavo molti mesi fa da queste colonne come si suol dire. Dei due maschi indicavo Blanch sulla base, lo confesso, di pochi scambi visti, di lui e di Tsitsipas.
Per dire come noi italiani usciamo dal Bonfiglio bisogna vedere come eravamo entrati lunedì scorso: e siccome non avevamo eccessive speranze non usciamo malconci. Il bilancio finale corrisponde con sufficiente esattezza al valore attuale del nostro giovanile: evangelicamente molti i chiamati ma pochi gli eletti. Abbiamo cioè un vasto bacino di maschi tra i 16 e i 18 che giocano a tennis molto bene e sono mediamente dotati, ma senza avere il top 50; nel femminile abbiamo una sola top 50 ma nel femminile i ranking sono più aleatori e una top 50 o anche 30 o anche addirittura 15 può perdere da una, sulla carta, anche largamente inferiore.
La migliore delle nostre è stata inequivocabilmente Federica Bilardo, che ha vinto un match delicatissimo di primo turno contro la “sanguisuga” co-mancina – cioè anche lei mancina – Lommer, sfiorando il capolavoro con quella autentica promessina che è la Zavatska. Dopo di lei viene, se non ex aequo, un’altra Federica, la Rossi: ecco confermata la teoria enunciata sopra, perché Rossi ha fatto fuori con due 7-6 la Escauriza top 50 sia pure con beneficio di inventario, per poi essere sepolta dalla Zhuk. Rossi ha fatto un sacco di tornei da marzo a ora e ha scalato centinaia di posizioni nel ranking: ne ho detto ogni bene in post passati e ribadisco il concetto: fossi Frankenstein le giunterei sul torso, che so, la testa tennistica della Bronzetti e la grinta della Lioi, e ne verrebbe fuori una signora giocatrice pronta per il futuro. Piccolo dettaglio tecnico: Rossi fa un sacco di gratuiti di rovescio perché unisce i piedi e si alza prima dell’impatto. Elementare Watson, deve rimanere accucciata e sollevarsi seguendo il colpo.
La sconfitta della Pieri ci stava, meno quelle della Piccinetti e dalla Samsonova: con il senno di poi la Samsonova ha perso da una che è andata avanti, ma ciò non toglie che Ludmilla sia ormai scarica. Anche dalla Stefanini, dalla Cappelletti e dalla Zerulo era lecito aspettarsi qualcosa di più. Ma è quello che passa il convento.
Nel maschile avevamo l’attenuante dell’assenza di Dalla Valle: ma non credo avrebbe fatto molta strada. Subito fermati i nostri migliori, e la prova più bella, e nel primo e secondo set entusiasmante contro Popyrin, l’ha fornita Forti: ma non ha tenuta e neanche gran fondamentali, solo un servizione, il che non è comunque poco. Anche Guerrieri ha egregiamente sottratto un set a Blanch ma è poi crollato. Balzerani ha pure steccato al primo turno ma come altri perdenti (Prevosto, Ciurletti) contro un avversario di rispetto, salvo Berrettini vincitore a Santa Croce contro un non mostruoso Furness. E comunque i punteggi perentori dicono di un gap molto ampio al momento. Caruana è chi ha largamente fatto meglio, raggiungendo i quarti, dove però è stato dominato.