
Alexandra Sanford
Uno, uno solo dei grandi exploits della giornata junior di Wimbledon è la sonora batosta inflitta, da Gabriella Taylor, a Rebeka Masarova, niente di meno che tds n. 2 del tabellone e recente vincitrice di Parigi. La prima considerazione da fare è che, udite udite, questo risultato non era del tutto inaspettato. Modestamente l’avevo previsto, anche se non di queste proporzioni: solo due giochi lasciati dalla inglesina (anche l’occhio vuole la sua parte, e la ottiene). Non era inaspettato perché la Taylor è sì sconosciuta ai frequentatori e anche agli esperti dell’ITF junior, e non ha addirittura ranking junior, ma solo perché si è dedicata molto presto all’ITF senior, agguantando una delle classifiche più alte WTA del lotto delle partecipanti a Wimbledon junior. Cosicché chi si vuole togliere lo sfizio di verificare legge che ci sono più di 300 posti a favore della Taylor sulla Masarova: la Taylor era dunque la favorita. Seconda considerazione: la Stefanini ha fatto ieri due giochi in più della Masarova, e ci lamentavamo! Non ha vinto la Taylor, ma stravinto. Terza: la Taylor non vincerà il torneo ma è consacrata, emergerà, in barba a chi ne sospetta la presunzione che si rivelerebbe dalle roboanti interviste. Quarta: peccato, non chiedetemi come gioca, beati quelli che sono là; possiamo solo immaginare.
È stata insomma una bella giornata di tennis anche solo per le emozioni del giovanile (tra i molti risultati segnalo la continuità di Blancaneaux, non un fuoco di paglia dunque, anzi, tanto di cappello). Pervushina anzitutto. Mi dimenticavo ieri di dire quanto è stato breve, anzi direi da record ineguagliato, il match con la Pieri: 47 minuti in tutto mi pare. Sull’erba è facile che i punti siano fulminei, tipo servizio-risposta-punto servizio-risposta-punto, e allora il match diventa assai monotono. Oggi la Pervushina è stata dapprima il solito rullo compressore e minacciava di fare la solita cavalcata solitaria smentendo la mia teoria di ieri, che molte la impegnano di più della Pieri e anche possono rubarle un set. La Sanford diciottenne è un’altra che ha ranking WTA abbastanza alto per l’età, eppure la Pervushina le ha poi dato 6-2; ma nel secondo le cose sono cambiate e la russa ha vinto solo 7-6 rischiando un tantino (anzi parecchio: 8-6 il tiebreak). Cari miei, c’è solo antisportivamente da sperare che la Pervushina faccia un’indigestione di tennis, prenda una sbornia: altrimenti tra due anni la vedremo sicuramente issata tra le top 100 e tra tre anni 50 o 30 o anche 10 WTA. Scherzo naturalmente! E il bello o brutto per noi è che dietro e con lei ci sono tante altre –ova e –ina. Vedo nella Pervushina la stessa voracità tennistica della Bencic.
Che altro? Arconada, a cui la Pieri strappò un set a Parigi, mette sotto la Andreescu per ora sopravvalutata; anche un’altra troppo reclamizzata come la Anisimova perde dalla Liu. Potapova di poco sulla altrettanto brava Zavatska.
Incrocio le dita ma potremmo stasera come italiani firmare il trattato di resa: Pieri-Stefanini hanno sudato solo nel primo set vinto con altre due inglesine, poi sono andate alla deriva: credo non vedessero l’ora di fare le valige e chiudere il capitolo Wimbledon e tornei sull’erba. Anche Balzerani e Dalla Valle sono infatti sotto di un set.
A Torino, appendice, Burnett fuori, Shapatava troppo forte attualmente; Pieri senior ha appena cominciato, ma la paraguaiana, che odora il 200 WTA, sarà un osso durissimo. A galla ancora la Brianti.
2 comments
Vabbè, Prof, non è che se la 400 batte la 800 (795 per essere precisi) 6-1 6-1, dopo aver battuto una giocatrice che non so se abbia classifica e che con tutto il rispetto non è Gabriela Sabatini, sia poi legittimata ad andare dalla BBC a pontificare.
Diceva la divina Hingis, una che giocava sul serio: “sono la numero 1, essere arrogante è mio diritto”. Ecco, sottoscrivo.
Ora vediamo se l’inglesina arriverà tra le top 200 e poi vediamo se arriverà tra le top 100, e poi ci riparliamo per una fantastica posizione in top 50 (con l’inglesina, intendo). Il problema è che dovrebbe essere lei a pensare a questo modo, non io, in quanto la strada per lei è ancora lunga e piena d’insidie e tutto deve ancora fare, anche se dovesse vincere Wimbledon: Quinzi docet. E quando all’inglesina vengono troppo precoci manie di grandezza dovrebbe ricordare che la Kasatkina ha 10 mesi in più di lei ma 400 posizioni di classifica di vantaggio. Ha da coce sto riso.
Fatto sta: ho vagamente sbagliato il pronostico e mi sa che le devo una birra.
Una postilla sul commento di prima:
anche noi abbiamo una futura top-1 da 5, anni che ora è quasi uscita dalle top 100. Non è che ce l’abbia con la Taylor o altro, è che questi discorsi a giovani virgulti secondo me non fanno nulla bene (cfr. sempre i casi nostri) e loro per primi dovrebbero evitare di farli, specie se si basano sul nulla (questa non è la Bentivoglio che alla età dell’inglesina batteva la Novotna, è solo una giocatrice con buona classifica per l’età che ha, e magari potrebbe pure diventare forte).