
V. Kudermetova
Nessun…tema: e titolo troppo bello, mi scusino, per rinunciarvi. Parlo della Chiesa Deborah e non di quella di Papa Francesco. Oggi a Imola avevo paventato, e scommesso segretamente in una sua sconfitta sbrigativa contro la Kudermetova sulle ali di quella legge transitiva che non vale spesso proprio nulla e dice solo fandonie. Se Kudermetova è n. 422 WTA, ed era 282, e ha diciassette anni, ed è una giocatrice in ascesa anche se in temporanea flessione, questo il ragionamento, Kudermetova non può che vincere anche agevolmente contro una come Deborah che è solo 700 circa WTA. Tagliava poi la testa al toro che la russa avesse piegato ieri Jessica Pieri, la giocatrice italiana più in forma del momento oltre il 150 WTA, con un punteggio che non ammette repliche. Così non è stato e Deborah è stata bene in partita e avanti per due terzi del match durato due ore e un quarto, e ha totalizzato alla fine 6 soli punti in meno dell’avversaria. Occasione sciupata ma giocatrice appunto risorta. 6-4 il set finale a sfavore. Con il vento che tira, non buono, ci dobbiamo consolare anche solo con le quasi vittorie e di una giocatrice che era di punta fra le 96 anni fa, e che si era un poco perduta negli ultimi tempi. Una sua scheda? Da diciassettenne aveva un ottimo, anzi eccellente rovescio bimane con cui raramente commetteva gratuiti e faceva anche parecchi punti; servizio tenue, non risolutivo, e tallone di Achille nel diritto, giocato con movimento rigido e un po’ spallare con palla che usciva comunque piuttosto debole e poco precisa e anche corta. Le immagini in streaming non sono nitide, e si indovina poco sui dettagli dei colpi; di sicuro la nostra ha messo su una bella stazza e tira più forte che in passato, e anche il servizio è più carico. Presto per dire, ma dobbiamo augurarle di continuare così: è solo ventenne!
Come qualcuno poi non avrà mancato di notare noi di Chiese ne abbiamo due, intervallate da 4 anni di millesimo: mi riferisco a Enola, che perché no è un po’ simile a Deborah, essendo entrambe due palleggiatrici di pazienza, capaci di maratone. Non sono ovviamente parenti, una trentina e l’altra se non erro piemontese.
Chiudo su un’altra risurrezione. Trasferendoci in Germania, torneo di Aschaffenburg, stessa posta in palio, Trevisan ha superato quali e anche due turni di main, ed è nei quarti. Appannata di recente, sia questo il primo passo per far bene e salire ancora. La vittima odierna è niente di meno che Bouzkova diciottenne ceca, e –ova, n. 286. Inizio del match in salita, poi prosieguo con le due attaccate nel punteggio sino al break Trevisan nel primo; nel secondo Martina ha veleggiato comoda sino a 5-0, facendosi risucchiare ben tre giochi ma chiudendo a 6-3. Domani la Rus, con la quale non dovrebbe avere scampo stando alle classifiche; ma la Rus è discontinua e in ribasso, altrimenti una come lei, addirittura ex 61 del mondo tempo fa, non sarebbe a fare questo 25 mila.