Non è dunque il risultato della prima giornata di Davis a cui mi riferisco, dove peraltro mi spiace ma siamo sotto 1-0 e le cose si mettono un po’ male, ma la somma dei risultati di due italiane contro due olandesi in due tornei di superficie differente, ma di identico valore monetario, 25 mila, che si giocano in questa settimana.
Ho parlato primariamente e scritto di Imola in questi giorni, ma questa volta do la precedenza a Aschaffenburg, dove poche nostre coraggiose si sono avventurate. Si chiuderà il torneo domenica e dunque ieri si giocavano i quarti, dove era approdata dopo un ottimo torneo Martina Trevisan, proveniente dalle quali. Ottimo torneo perché questo quarto di finale viene dopo parecchi passi falsi e balbettamenti negli ultimi mesi. Lei e la Paolini di cui dirò avevano avversarie sulla carta proibitive, ed entrambe ancora giovani eppure con molto da recriminare in carriera. Erano anni fa, addirittura sotto i vent’anni, promesse del tennis non già olandese ma mondiale, ma come non di rado succede sono stelle ormai tramontate e difficilmente potranno tornare a dire qualcosa nei grandi tornei. Dicevo dunque che Martina era opposta insomma alla Rus, prime trenta anni fa. Singolare o forse non più che fossero di fronte due mancine: oggi il tennis è talmente chirurgico che non si può pensare che un o una mancina sia colta di sprovvista dal fatto di giocare con una omologa. Rus ha fatto pesare esperienza, colpi, e potenza, credo, e il risultato non è mai stato in bilico: 6-3 6-3, ovvero periodico, risultato che significa però che c’è stata moderatamente partita.
Per qualche motivo ben strano, Michaella Krajicek è sorella del grande Richard: dico strano perché Richard era, è alto quasi due metri, e Michaella solo 1 e 77; soprattutto fra i due vi sono 18 anni di differenza di anno di nascita, ovverosia Richard potrebbe essere comodamente il padre di Michaella: forse i due sono figli di mamme diverse? A me non sembra che si assomiglino poi tanto. Su di lei, stesso discorso che per la Rus: a 18 anni era già 30 del mondo, poi un inspiegabile tonfo dal quale non si è più risollevata. Dove navighi ora si vede dal fatto che disputa tornei minori come questo di Imola: a Imola il tabellone è avanti un turno rispetto a quello tedesco e la finale si gioca oggi, ma non direi affatto che la Krajicek abbia un match facile con la Kudermetova che, ammazzaitaliane, può anche far suo il torneo.
Paolini appariva alla vigilia spacciata contro la Krajicek e si era tutti già paghi e soddisfatti che avesse messo a segno due giochi nel primo set; nel secondo c’è stata invece partita eccome, e la piccola toscana non ha mollato l’avversaria portandosi sino a 5-4 contro, e avvistando e facendoci pregustare la riapertura del match avesse intascato il set. Torneo bellissimo dunque anche per Paolini, giocatrice lontana dalla luce dei riflettori, ma molto sicura e vincente nella fascia del ranking in cui si trova.
Purtroppo da oggi si apre una fase molto grigia nell’ITF femminile: quasi tutti sono 10 mila piuttosto inattraenti, e pochi in Italia. Il primo e in corso è quello di Schio.