C’è poca trippa per gatti come si suol dire nelle settimane o meglio quasi due mesi che separano Wimbledon dagli US Open, e chi bazzica il tennis sa bene che tutti gli eventi che stanno nel mezzo sono minori. Li si segue un po’ svogliatamente, confessiamolo. Questa settimana per esempio nel femminile c’era solo un 25 mila tedesco (nessuna nostra lo giocava) e poi tutti 10 mila, e molte delle nostre di seconda fascia hanno riposato. Invero c’erano tornei di valore medioalto senior e se questo fosse un sito a tutto campo dovrei commentare Lorenzi e Fognini o Errani. Mi soffermo invece brevemente sul caso Cecchinato, stupito come sono che un giocatore che mi sembrava serio e motivato possa aver commesso una sciocchezza del genere: speriamo non sia un fenomeno diffuso, ma ricordo che una cosa simile era già scoppiata con Bracciali e Starace.
Il mio titolo si riferisce all’unico torneo italiano ITF 10 mila giocato questa settimana, dove a Schio, cittadina laniera, Lucrezia Stefanini ha raggiunto la finale ma perdendola ieri pomeriggio. Visto che non c’è poi tanto da rallegrarci, e al maschile e al femminile, cantiamo un’altra volta le lodi di questa giocatrice. Mi pare sia lei la nostra giocatrice del momento nella sua fascia di età e di classifica. I risultati che ha messo insieme da marzo a oggi non sono eguagliati da alcuna altra “giovane pro” e nel giovanile solo avvicinati da quelli della Samsonova: la italo-russa sarebbe in realtà davanti avendo fatto suoi due tornei giovanili e Lucrezia nessuno, se non fosse che da fine aprile a oggi la Samsonova ha ciccato tutti i tornei successivi e non ha fatto quasi più nulla, se non veri e vari disastri, ripiombando nel misterioso baratro in cui era finita sino a poco fa (e dal quale mi e le auguro riemerga presto). Direi poi che in assoluto delle diciottenni e delle under 20 Lucrezia vanti le migliori activities recenti: solo Pieri Jessica, Paolini e Colmegna le stanno vicino. Altre sono ferme per vari motivi.
Vedendo questo torneo si intuisce che Lucrezia ha anzitutto una ottima dose di fiuto: una dote che non deve mai mancare. Non c’erano giocatrici decisamente di fascia alta salvo una tra le iscritte. Poi il sorteggio ha oggettivamente agevolato Lucrezia, che, capitata a metà tabellone, ha vinto il primo turno per ritiro, ha regolato facile la Procacci, e ha poi debellato la Scala al terzo in un match serrato e si immagina durissimo. L’incontro sulla carta più in salita era a quel punto la semifinale contro la Danilidou: chi non la ricorda, una decina di anni fa, presentata come una delle promessone del tennis addirittura mondiale? Destino invece un po’ simile, il suo, a quello della Schnyder, o di altre precoci: qualche risultato eclatante, poi un lungo stop, poi la stanca ripresa sui trent’anni con il treno del successo che è inevitabilmente passato. A conferma la greca aveva facilmente eliminato la Samsonova, ma se tanto mi dà tanto le ha prese 6-2 al terzo dalla Stefanini: intendo dire che 6-3 6-3 la Stefanini lo dà al momento anche alla Samsonova, come lo dà anche alla Bilardo e alla Pieri, questa la mia idea.
Oggi credevo che la Stefanini potesse non dico vincere ma lottare: ma la ucraina Strakhova vincitrice, che ha un nome onomatopeico, l’ha strangolata o stracciata o strapazzata, fate voi, in poco più di un’ora. Obiettivamente c’era poco da fare con una 1995 e n. 244 del ranking. Ed era là tds n. 1. Comunque per la Stefanini questo è un buon avvicinamento alla carriera da senior che dovrà cominciare per forza a mesi.
Un torneo di ottimo valore lo ha fatto, chiudendo, Deborah Chiesa, che vale al momento più della sua classifica e che incoraggerei a non demordere, pur senza farsi illusioni soverchie di salti nelle sfere alte. Ha battuto Pislak e Balducci, quest’ultima cliente mai facile, e perso del classico niente (6-4 7-5) dalla vincitrice, dunque raccogliendo più giochi dei quattro messi a segno dalla Stefanini. A venti anni Chiesa può dare ancora tanto.