Tocchiamo Ferro

by Franco Marucci

FerroLa mia bussola tennistica mi orienta verso sud est, Romania, e verso nord, Trieste: vi sono due tornei femminili in corso, 25 mila romeno, e 10 mila triestino. Non si tocca ferro per qualche superstizione naturalmente, ma si parla della giocatrice, Ferro, Fiona, vecchia conoscenza su cui faccio una promessa, prima di dire che Jasmine Paolini ha messo a segno un bel colpo eliminandola oggi nei quarti dopo quasi tre ore di gioco.

Ferro, cognome italiano, anzi veneto: me lo rivelava il padre un tre anni fa a Firenze ai bordi del campo seguendo Chiesa (Deborah)-Ferro appunto, un match da cui sua figlia sarebbe emersa in finale dove perse piuttosto nettamente contro Ana Konjuh: ambedue destinate si credeva a una folgorante carriera, e per ora lievemente in ritardo sulla tabella di marcia, la Konjuh di poco, e un po’ di più la Ferro. Anzi Fiona ha poi attraversato un lungo momento di anonimato o di attesa, e comunque con passo più lento si attesta oggi al 269 WTA, niente male. A quell’epoca era un’ammazzaitaliane, e in quel torneo fiorentino batté la Lombardo e la Pairone; l’unica italiana ad averla battuta da junior fu la Hofer, ma da quattordicenni. Il padre, only begetter, biascicava italiano alla francese, ma sapeva ancora qualche parolaccia italiana e qualche imprecazione raccolta dal padre veneto. Tra parentesi un’altra giocatrice sulla breccia di quella lontana preistoria era la Sorribes Tormo, su cui vale lo stesso discorso.

Oggi a Mamaia, che nome, Jasmine partiva sfavorita, con 100 posti buoni di iato nel ranking, e ciò nonostante ha fatto una partenza a razzo che è stata però subito frenata dalla francese: poi match equilibrato, e un set pari con il terzo senza storia: Paolini, altro che, sta confermando di attraversare un buon momento ed è fra le più positive, le sole tre positive italiane delle seconde line con Trevisan e Pieri senior. La Trevisan è andata a cercare fortuna in Spagna ma è incappata in un osso comunque duro, la Teichmann, e dopo aver perso lottando il primo si è ritirata al primo gioco del secondo. La pagnotta l’ha già guadagnata a Bagnatica in fondo. La Pieri gioca nello stesso torneo di Paolini e avendo vinto contro una nota norvegese è approdata lei pure in semifinale. Le due non si scontrano fra loro e si ripropone il noto dilemma: se sì avremmo avuto una italiana sicura in finale, se no, forse due o anche nessuna!

Trieste? Bello anzitutto vedere affacciarsi e lanciarsi nella mischia con wild cards in quali le speranzielle Trevisan (Federica, quella davvero veneta, e quattordicenne) e Ziodato e altre; qui ci può davvero scappare un’altra vittoria italiana nel torneo: ma erano e sono tante le nostre.

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