Le due Trevisan

by Franco Marucci

a-briantiRispondo più dettagliatamente al commento di Tommaso sull’Orange Bowl postato al mio pezzo su Berrettini, che pur perdendo da Vanni, ma in tre set, ha compiuto uno dei maggior exploit dei nostri giovani degli ultimi tempi, favorito forse da quegli episodi di trance tennistica che sono purtroppo irripetibili e capitano solo una volta ogni tanto. Ma come sempre avevo visto giusto nell’indicare Berrettini come uno se non quello tout court da seguire tra i 96. Ha vinto poco da under e mi figuro abbia più fame di un Quinzi che ha vinto praticamente tutto. O vorrei sbagliarmi.

Quanto al commento di Tommaso: sacrosante parole, e la Kostyuk – così si scrive il suo nome per la ITF – ha un cognome che non finisce in –ova ma ha pur sempre una terminazione in k altrettanto minacciosa. Qualcuno ricorderà che feci un timido pronostico quando giocò mesi fa in un torneo francese sulla Riviera: pronostico sulla base dei risultati, non avendola io vista se non in foto. Queste emergenti a mala pena quattordicenni le hanno viste in campo solo gli allenatori e i genitori delle altre giocatrici e quel poco di pubblico che va ai tornei Tennis Europe. Altrettanto sacrosanto è che un buon gruppo di giocatrici 2002, non solo la Kostyuk, anche solo in Europa, mettono sotto le nostre, e che recenti successi molto reclamizzati di italiane Under 14 sono stati dovuti, come sempre avviene, anche in ragione delle assenze. Anche Helene Pellicano, classe 2002 anche lei, ho l’idea che lascerebbe pochi giochi alle coetanee nostrane: e dire che la maltese si allena in casa nostra, ma ha tutta la sua isola che fa il tifo per lei e attende la campionessa. Tutto questo bisogna dirlo sottovoce o far finta di non saperlo, altrimenti gli allenatori ti sgridano e ti tirano le orecchie. Sennonché dalle retrovie italiane sta emergendo Lisa Pigato, che non solo non ha avversarie nella categoria 2003 in Italia, ma fa fuori anche le 2002 forti e agli Italiani ha perso di un’inezia dalla Sacco. Attenti come sempre alla proprietà transitiva: bisognerà anzitutto vedere, cosa fondamentale nel tennis, che tipo di velocità di crescita avranno nell’immediato queste giocatrici: a volte in sei mesi si hanno delle belle ma anche delle brutte sorprese. Comunque la Pigato mi risulta partita per l’America e un Orange Bowl di categoria lo dovrebbe disputare.

Venendo al mio titolo, legato a quanto sopra, se digitate Trevisan nella finestrina Find a Player della ITF vengono fuori cinque nomi, di cui due sorprendentemente sono l’uno portoghese e l’uno brasiliano. Gli altri tre sono: due i fratelli Trevisan e un terzo quello di Federica Trevisan. I due fratelli Trevisan, tutti li conoscono, portano cognome veneto ma parlano fiorentino; e il loro cognome è usualmente pronunciato dagli stessi come Trèvisan; non ho dubbi che la trevigiana o mestrina Federica Trevisan sia Trevisàn. Abbiamo quindi due giocatrici non parenti divise anagraficamente da dieci anni, ma entrambe a diverso titolo sono paradossalmente due “giovani promesse”. Le cito insieme perché si sono distinte in questi giorni. Martina Trevisan è in novembre-dicembre usualmente appannata e non so perché: mi stupisce non tanto che abbia perso dalla Brianti in Serie A due settimane fa: la Brianti è una bestia nera della Trevisan e anche l’anno scorso a Montecatini ne fu messa sotto, benché a Beinasco in agosto abbia vinto agile la Trevisan. Quel che stupisce è che abbia ieri faticato contro la Chieppa venendone a capo dopo aver perso il primo per 6/0. E la Chieppa, giocatrice adorabile e solare, è in fin dei conti però una ex giocatrice. Per una come Trevisan che ci si augura possa presto debuttare in Fed Cup con Paolini (a proposito: complimenti!) e Pieri sr., e possa agguantare una posizione entro il 100 WTA e oltre, questo scadimento preoccupa: ma c’è di mezzo la superficie veloce forse non congeniale del tutto ai mezzi di Martina.

Federica Trevisan ha anche lei solo 14 anni: è balzata sugli scudi dopo che qualcuno le ha inventato forse incautamente il nomignolo della “nuova Tathiana Garbin”. Magari fosse così. Vista per ora solo in foto da quasi tutti. I risultati dicono di una giocatrice fra le prime ma non le primissime del suo millesimo, che infatti alza bandiera bianca con tre o quattro altre o anche più delle coetanee. La cito perché è la seconda volta che viene lanciata in un torneo ITF Pro 10 mila quali: ieri ha mancato di un soffio l’ingresso in main draw a Cordenons, carpet indoor vicino a casa sua, Pordenone. Approvo queste annusate, così bisogna fare.

Postilla finale: a Cordenons quali è rientrata dopo vari mesi di apnea e letargo totale Michelle Zanatta, mia antica pupilla dopo Firenze 2015. Purtroppo un buon anno abbondante sprecato chissà dove e come, come mi pare di aver capito ricominciando da capo e anzi da zero con staff tecnico tutto nuovo. Anche a lei in bocca al lupo. Ricordo solo a Tommaso che a Firenze Zanatta giocò il doppio avendo come partner una certa Kaja Juvan.

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3 comments

Luca 28 Novembre 2016 - 15:32

A mio avviso primo di fare annusare i 10000 dovrebbe giocarsi gli itf und 16 e ancora tennis europe und 16 e passare qualche turno e poi provare i 10000…prima di lei tante 2002 e alcune 2003 ….

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Luca 28 Novembre 2016 - 15:32

Scusi itf und 18

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Franco Marucci 28 Novembre 2016 - 16:48

Direi gli uni e gli altri… osservo spesso che i 10 mila Pro sono più deboli di Grade 2 e anche 3 junior under 18, e in assenza di quelli è tutta esperienza. Che Federica le prenda da alcune 2002 nazionali e anche 2003, l’ho detto; ma vale anche la regola che… vince ben chi vince ultimo. Grazie del commento e fanne altri in seguito, sono bene accetti!

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