Eppur si muove: settimana in cui il tennis dopo il relativo letargo invernale rinasce a nuova vita. Tutto è relativo: parlo per me, perché ci sono stati appena ieri gli AO, nelle zone calde sudamericane e asiatiche si gioca, e la Coppa Davis ha già riservato emozioni.
Volevo titolare “Campagna d’Africa”. In Egitto infatti Melania Delai ha vinto due tornei consecutivi su due, anzi quattro trofei comprendendo il doppio. Erano due Grade 5, ma una vittoria non si butta affatto via. Figuriamoci se sono quattro. Avversarie comunque di poco conto: e vittorie a mani basse, e superiorità schiacciante di Melania.
Ma la notizia altrettanto buona è che Lorenzo Musetti ha pure vinto in Africa, a Nairobi, altro Grade 5 e in finale su Moroni, altro promettente italiano. Vittoria anche questa da ridimensionare, era un Grade 5, ma poi non troppo: Musetti ha quindici anni e mentre le femmine a questa età sono già competitive, nei maschi ciò è assai più difficile. Musetti è un raro italiano precoce, che tiene testa tranquillamente a sedicenni e diciassettenni medioforti, e la sua classifica è eloquente.
Faccio dei paragoni impegnativi, tanto il nostro non mi sente e non mi legge. È un giocatore, Musetti, che sa fare tutto come si suol dire; e che per fisico e tipo di gioco, e anche per come indossa il cappellino, e anche per la spavalderia e la guasconeria, mi ricorda il compianto Federico Luzzi. Ma direi di più, la sua facilità di colpo assomiglia lontanamente al Federer… poppante, dico quello junior e non ancora sbocciato. Unico neo, mi auguro risolto da maggio scorso, mia ultima veduta del giocatore, il servizio: movimento poco bello insomma, nulla a che vedere con il divino servizio di Federer, che qualche volta da junior si faceva passare la pallina fra le gambe prima di servire. Rovescio di Musetti, inutile dirlo, a una mano.
Sì ma la Sramkova? Vista anzitutto la Schiavone, e grintosa e pronta a onorare la maglia per la millesima volta. Certo la Schmiedlova mi è sembrata lontana parente di quella giocatrice che ho ammirato spesso negli ultimi tempi. Finale di partita tremebondo, braccino superevidente, ma insomma match portato a casa.
In teoria vedevo più vincente la Errani della Schiavone. Sramkova ha giocato spesso in Italia in ITF e ha fatto partita quasi pari con Trevisan e altre nostre. La mia conoscenza, lo confesso, era solo sulla base del live score dei 10 e 25 mila dell’anno scorso. A giudicare da questo incontro oggi pomeriggio la slovacca ha giocato da prime 30 del mondo con una incoscienza che ha del mostruoso. Il match era alla portata di Sara nonostante: un suo fatale cedimento di forze al terzo ha fatto sì che il match, in equilibrio fino ad allora, si risolvesse a favore dell’avversaria. Comunque certi vincenti sparati di controbalzo sulle righe sono stati stupefacenti, e la trance agonistica della slovacca non è mai venuta meno.
La chiave del match? Ma è ovvio: la seconda di servizio di Sara. Vedevo le velocità ogni tanto e raramente la prima supera i 115 orari, figuriamoci la seconda. Azzardo un consiglio che Galimberti e i guru del tennis potranno smentirmi. Giocare una seconda in kick contro una giocatrice che ha un ottimo anticipo e risponde quindi prima che la palla si impenni mi pare ancora più suicida che contro una giocatrice che aspetta di più il rimbalzo. A una come la Sramkova va servita una palla in slice, che si alza poco e costringe l’avversaria a impattare basso e sotto la linea della rete. Credo che in questo modo si potrebbero limitare i vincenti sulla seconda fatti dalla slovacca, una vera miniera.
Come finirà il match: si andrà al doppio, che, dunque decisivo, verrà giocato da Errani-Schiavone.