Home Copertina Mettiamoci una pietra sopra

Mettiamoci una pietra sopra

by Franco Marucci

Il presidente federale Binaghi si sta rimettendo velocemente da una emorragia cerebrale che ha richiesto un ricovero ospedaliero, e ci viene detto che sarà presto dimesso: auguri sinceri, Binaghi, anche da parte mia. Parto da qui perché quando il presidente tornerà dietro alla scrivania dovrà credo mettere a fuoco, oltre al modo di incrementare gli introiti e i fatturati del Foro Italico 2018, che tanto stanno a cuore alla Fit, anche il problema del nostro giovanile. Ci vuole un giro di vite. Credo si debba spendere più che pensare sempre a ricavare e guadagnare e accumulare. Andremo in riserva fra breve nel tennis senior e ci sarà difficile avere un top 50 o una top 50; sta bene. Ma la penuria del nostro giovanile è ancora più grave perché è come ovvio il serbatoio di quello senior un domani. Secondo me il problema è anche se non solo o principalmente organizzativo e politico. Il tennis è in ascesa e i corsi SAT hanno molti allievi. I giocatori buoni in potenza sono tantissimi. I maestri sono tutti uguali, bravi e seri, e ovunque si insegna lo stesso tennis. Forse si fa poca politica scolastica, poca pubblicità al tennis nelle scuole; senz’altro poi il tennis costa troppo, e far fare carriera tennistica giovanile a un figlio può essere alla portata di tasca solo dei medioricchi o dei grandi appassionati. La Fit dovrebbe finanziare di più i promettenti, oltre appunto a una diversa politica di avviamento a questo sport. Come ovvio la questione non si può discutere in poche righe… ma io delle idee ce le avrei.

Passando al tennis giocato il mio titolo vuole dire questo: meno male che Wimbledon tra due giorni è finito. Io sono depresso, rattristato, anche umiliato dagli scarsi risultati che abbiamo conseguito al torneo londinese. Il bilancio è questo, impietoso: solo tre nostri impegnati, per classifica troppo bassa; di essi due boys hanno superato le quali, e uno, Forti, ha superato un turno con un pari classifica, poi è caduto con la tds n. 1; l’altro, Frinzi ha ceduto al primo turno. L’unica nostra in gara in main draw ha perso nettamente, pur dalla probabile vincitrice del torneo. I doppi: Frinzi-Forti fuori al II turno, Pieri con Boskovic al primo con punteggio molto severo, da due abbordabili. Lungi da me voler crocifiggere giocatori di cui sono antico, autentico, ma non cieco tifoso: Forti l’ho esaltato vincitore a Firenze e ho spesso elogiato il suo gioco; di Frinzi ho lodato spesso la gran testa sebbene anche notato la leggerezza dei suoi colpi. Di Tatiana sono uno dei principali estimatori e tifosi nazionali. Il punto non è questo dunque. Hanno tutti perso da giocatori nettamente superiori. Appunto. Io non ricordo una annata recente cos­ì povera e negativa pur non essendo uno statistico. Anni fa abbiamo avuto un Quinzi vincitore, un Donati-Licciardi in finale nel doppio; e partecipazioni un po’ più positive e competitive. Tutto può succedere ma l’annata 2018 potrebbe esser ancora peggio perché, almeno nel femminile, le vincitrici di oggi sono tutte 2000, 2001 anche e soprattutto 2002. Ce le ritroveremo cioè tutte l’anno prossimo, e ancora più forti e imbattibili.

Prima di concludere il ragionamento vediamo per la cronaca cosa è successo oggi. Maschile: da una massa di giocatori che per lo più non conosco hanno raggiunto le semi Moutet, che già spadroneggiava tre anni fa da quindicenne e si era un po’ fermato, e Davidovich-Fokina spagnolo. Torneo un po’ falsato da alcune se non molte assenze, specie i due canadesi che ormai pencolano verso i tornei Pro. Nel femminile, persasi per strada la Osuigwe, come avevo previsto, accede in finale la Liu, che ha lasciato ieri il primo set, ma oggi ha regolato facile la Lansere. Sopra un’altra asiatica passaporto Usa, la Li, ha abbattuto la Waltert, che potrebbe diventare presto la migliore junior europea. Per cui la finale sarà tra due quasi omonime giallognole, Li e Liu.

Chiunque dovrebbe e dovrà guardarsi d’ora in poi dalle illusioni. Di tornei maschili e femminili junior gli italiani ne hanno vinti e vincono tuttora parecchi, ma una voragine vi è tra i Grade 5-4-3 o anche 2 e i Grade 1 e soprattutto gli A. Io sono guardato in cagnesco quando sorrido sul fatto che i nostri organizzatori di Tornei Grade 2 si riempiono la bocca ricordando il fatto che a quel torneo in anni passati ha vinto Caio o Sempronio. È solo in parte vero che chi vince ha sempre ragione: bisogna vedere il lotto dei partenti. Solo i Grade 1 e A permettono di avere valutazioni oggettive sul valore delle vittorie e la forza di un movimento tennistico, e Parigi e Wimbledon sono stati giocati da una intera fascia di giocatori e giocatrici mai viste prima in Europa, cosicché ci siamo risvegliati amaramente dall’illusione di avere un gran bel movimento. Ecco che sono venute per esempio tutte o quasi le americane, e poi le indiane e le asiatiche, e sono stati dolori. Ultima considerazione riguarda il margine di miglioramento: è venuto alla luce proprio da Parigi in avanti, cioè, che alcuni nostri giocatori che ne battevano altri sono stati inesorabilmente sorpassati da questi ultimi. Spero valga il proverbio che ride bene chi ride ultimo, e la carriera è lunga e si chiude ai trent’anni circa.   O anche ai 36, e magari continua.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.