Elisabetta Cocciaretto ha dunque vinto, e non sorprendentemente (sottolineo: non sorprendentemente) il suo primo Torneo junior singolo ITF in carriera (salvo mio errore). La notizia è esaltante per tre ragioni: perché lo ha fatto da sedicenne, classe 2001, perché il torneo era Grade 1 e perché il risultato corona un percorso che ha dell’incredibile come escalation e come continuità da marzo, Torneo croato Perin, a oggi. Forse è un record azzurro: nessuna junior italiana sedicenne aveva mai vinto un Grade 1, ma potrei prendere un granchio anche qui.
Ma facciamo un riassunto delle puntate precedenti. Ho osservato un silenzio di una settimana sul movimento dei giovani perché ero in… convalescenza dopo la sonora batosta rimediata a Wimbledon sia nel senior che nello junior. Non che le cose cambino di molto comunque. Voglio dire insomma che l’attività ferve e bisogna guardare avanti. Ma anche il più pessimista deve notare piccoli segni di ripresa. A parte la Cocciaretto, in ordine di valore buone sensazioni sono venute da Trevisan, Bilardo e Rubini.
Applausi alla prima delle tre che ha finalmente osato. Ha infatti superato le quali a un 225mila di Gstaad che si chiude oggi, riuscendo a conquistare 4 games con la Kontaveit che ha poi fatto passi avanti nel torneo ed è anzi in finale contro la Bertens; e la Trevisan ci riprova nelle quali del torneo successivo, sempre 225 mila: come ovvio se non ora quando. Bilardo ha ceduto in semifinale a un torneo 15 mila romeno e mi permette di fare un discorso generale sulle prospettive di chi è ormai all’ultimo anno junior. I maschi affondano e si impaludano spesso passando senior e il guado del Rubicone è difficilissimo. Il tempo di attesa per vederli ricomparire in ATP può essere anche di 5 anni e oltre: se poi davvero non sprofondano prima. Io noto solo che un Gaio ha ora 25 anni e Napolitano 22. L’elenco sarebbe lunghissimo delle promesse mai arrivate. Altri più giovani stanno lottando, avanzano di millimetri, ma anche giocano poco: mi domando spesso che facciano al momento un Moroni o un Dalla Valle che credevamo potessero fare strada abbastanza presto. Speriamo di rivederli! Per le girls il discorso è diverso e una diciottenne di valore o anche più giovane può in teoria inserirsi più velocemente. Bilardo ha dichiarato di aver chiuso con lo junior, ne era stufa, e per ora i risultati le danno ragione. Da due mesi fa buoni e anzi ottimi risultati nei 15 mila, e tiene duro fino al terzo anche quando perde, laddove spesso cedeva e calava alla distanza da junior. Anche in Romania ha colto la ennesima semifinale e là si è fatta anche valere una tale Zmau, di origini romene e naturalizzata di cui si era saputo poco sinora. Politica diversa è dell’altra nostra 99 di punta, che ha voluto giocare Parigi e Wimbledon senza brillare (per essere eufemistici). Credo Tatiana sia in ossigenazione per rilanciarsi anche lei nei 15 mila estivi, intanto, vedendo se la ruota della fortuna gira. Nel frattempo Bilardo l’ha scavalcata in ranking e soprattutto ha ottenuto lusinghieri risultati. Ripetendomi, tuttavia, un 15 mila Pro vale un Grade 3 junior, quindi non illudiamoci. E il divario tra le top 30 e le nostre junior è al momento incolmabile: una voragine. Lo stesso vale per i boys.
Stefania Rubini dal canto suo non finisce di stupire e a Imola sul carpet 25 mila ha ceduto solo in finale alla Kuzmova che è 149 WTA. Dovrei ripetermi sul rammarico che si prova nel vedere cosa sa fare questa giocatrice e nel constatare che non la si è mai motivata per almeno tentare la scalata a traguardi più alti.
Dulcis in fundo Cocciaretto. Non voglio troppo insistere sul fatto che nel tennis e nello sport sono utili e necessari il fiuto e anche un pizzico di fortuna. I meriti sul campo di Elisabetta sono stati accompagnati da questi due fattori. Dicevo del suo percorso da marzo a oggi. Un percorso alternativo in parte, che ha anche approfittato di tornei lontani come sede o meno forti come entry list. I sorteggi sono anche stati favorevoli per la Cocciaretto: vero Tatiana? Non ricordo passi falsi di lei in questi 4 mesi e di sconfitte da largamente inferiori. Quanto al torneo di Wels Austria oggi vinto da Cocciaretto, di nomi grossi non ce ne erano obiettivamente, e il conoscitore notava al massimo Morlet, Hindova e Matusova. Dopo avere rischiato qualcosina nei turni iniziali la Cocciaretto ha poi disposto agevolmente delle avversarie sino alla finale, abbattendo la Tauson, che ormai ben conosciamo, e poi quella giocatrice ostica e imprevedibile che è la Radisic. Concludendo da lei bisogna ripartire e su di lei bisogna fare quadrato. Che il 2018, ormai chiuso il 2017 salvo gli Us Open, sia il suo anno di consacrazione?