Si sa, il tennis è lo sport del diavolo, quando sembra che tutto vada per il meglio, ecco che bastano due o tre punti che escono per pochi centimetri e tutto cambia, quello che sembrava un trionfo diventa una sconfitta. Tutti i tennisti, professionisti o amatoriali che siano, possono raccontare decine di partite perse quando sembrava che le avessero vinte magari anche facilmente. Ma certo non è facile accettare di buon grado la sconfitta di oggi di Elisabetta Cocciaretto che, nella semifinale degli Australian Open Junior ha servito due volte per il match e soprattutto ha avuto due match points a disposizione sul proprio servizio, falliti uno con un doppio fallo e l’altro con un errore gratuito.
Succede, succederà altre volte, e sicuramente in altre occasioni, che invece avrà la meglio, magari dopo che la propria avversaria avrà fallito match point a favore. Meglio forse che sia successo oggi, nella speranza di una “compensazione” della buona sorte in futuro tra le professioniste, magari ancora in una partita in un torneo del Grande Slam.
Del resto non credo sia nemmeno giusto imputare a Elisabetta l’errore di aver forzato il servizio sul match point. Al secondo turno, in un momento importante della partita, forzando il servizio ha fatto ace di seconda e da quel momento in poi il match è girato. L’attitudine al rischio e al coraggio nei momenti importanti contraddistingue una campionessa e lei ha dimostrato di poterlo diventare, di avere la personalità giusta per farlo. Non sempre il coraggio viene premiato, ma senza quello non si va avanti.
Ridicolo anche chi dice che Eli ha perso di “testa”. Ha dimostrato in tutto il torneo di esserci assolutamente dal punto di vista mentale, di saper giocare e gestire bene i punti importanti. Se l’emozione ha giocato qualche brutto scherzo alla prima prova importante della carriera, è assolutamente normale e fisiologico in una ragazza di 17 anni che un anno fa era al numero 900 del ranking junior e la prossima settimana si avvicinerà alla top 10, che dovrebbe centrare ad aprile al momento della pubblicazione delle classifiche nel nuovo formato del 2018, che assegna molti più punti alle prove del Grande Slam.
Cocci ha perso la semifinale, ma ha disputato un grandissimo torneo che abbiamo avuto il piacere, io e Tommy Hemp, di raccontarvi giorno per giorno, partito con la grande vittoria su quel fenomeno di precocità tennistica che è Cori Gauff, per proseguire con nette e meritate vittorie contro Da Silva Fick, Wong e Vismane e soprattutto mostrando solidità mentale, un bel gioco, con punte di eccellenza soprattutto nel rovescio.
Elisabetta e tutti coloro che seguono il tennis italiano giovanile devono quindi essere contenti e fieri di questo risultato, perchè significa che l’Italia nel tennis che conta c’è e che lavorando seriamente e con costanza si possono raggiungere risultati di rilievo anche senza essere alte 180 centimetri e senza avere muscoli da decatleta. C’è ancora tanto da lavorare, Elisabetta e i suoi allenatori lo sanno bene, ma la strada è quella giusta, non c’è dubbio alcuno.
Al termine di ogni match mi collegavo con l’Australia per sentire a caldo le sue impressioni che, puntualmente, mettevo a disposizione dei nostri lettori. Di questo ringrazio Elisabetta, che è sempre stata gentilissima a rispondermi e anche anche stamattina, nonostante la sconfitta e la delusione per la mancata finale, ha preferito rimarcare i lati positivi della trasferta Down Under: “c’è sicuramente molta delusione per aver perso un match che potevo vincere, ma nel complesso sono assolutamente soddisfatta del mio torneo. Sono andata oltre le mie aspettative, penso di aver giocato molto bene, penso di aver capito quali siano gli aspetti su cui devo ancora lavorare e migliorare tanto. Questi Australian Open devono essere un punto di partenza per la mia carriera tennistica”.
Cocci ha perso, viva Cocci, che può sorridere pensando al futuro tennistico.
Per concludere le statistiche e il video con gli highlights della semifinale tra Cocciaretto e Liang tratte dal sito ufficiale degli Australian Open