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En plein a Salsomaggiore e al via Prato

by Franco Marucci

Ormai la notizia ha fatto il giro del mondo. Non succedeva chissà da quando e da quale torneo giovanile che l’Italia si aggiudicasse tutti e quattro i trofei in palio, almeno nei Grade 2. Onori a Sacco, a Musetti, e a Moroni-Dambrosi e a Biagianti-Zantedeschi. L’anno scorso a Firenze centrammo tre su quattro bersagli. Dunque grande festa a Salsomaggiore dove il sole è tornato oggi a splendere e il pubblico molto folto è stato ripagato, come ci riferisce Paolo Caldarera, che ringrazio pubblicamente per aver postato tutti i giorni molto presto i suoi ottimi resoconti. Questo en plein, che va ad unirsi ai successi di Musetti a Firenze e di Moroni in Francia, nonché alla finale della Rossi e alle buone prove, anche se non propriamente maiuscole, della Cocciaretto nei due Grade 1 disputati (oltre ad altri risultati in Grades 3 e oltre), conferma che l’Italia c’è. I Grade 1 e A sono magari un’altra storia e ci mancano i giocatori di assoluta eccellenza in grado di primeggiare e vincere a questi livelli più alti; ma la maturazione tennistica è una cosa misteriosa e Musetti e Sacco, e Moroni e Rossi, e altri e altre ancora che stanno facendo bene, chissà che non possano fare anche meglio un domani. Naturalmente si può disquisire sul valore oggettivo di questo Grade 2 di Salso alla luce delle classifiche del lotto dei partecipanti, ma gli assenti hanno sempre torto.

Per l’ultima volta quest’anno parafraso Caldarera dicendo anzitutto delle finale vinta da Federica Sacco sulla russa Pachkaleva. Avevo subodorato che quest’ultima non era un’avversaria impossibile vedendo le activities, ma come si sa a una finale si giunge spesso spremuti e il risultato può essere molto diverso, per vari fattori condizionanti, rispetto a un match di primo turno tra gli stessi avversari. Le due hanno giocato un match molto equilibrato sino al 3 pari del primo set, quando la russa ha messo a segno un break e incamerato il set. A questo punto un piccolo problema a un ginocchio per la Sacco faceva temere il peggio, ma al contrario la Sacco si è ripresa e non ha lasciato scappare avanti l’avversaria, anzi si aggiudicava grintosamente il secondo set e si portava nel terzo sino a 4-1. La russa però recuperava. Break e controbreak di qui alla fine, con la Sacco che chiudeva con un grido liberatorio. Punteggio, tanto per dire, 4-6 6-4 6-4. È la sua prima vittoria in un Grade 2? Credo di sì. Chi paventava poi che Musetti-Zima fosse un long match come quello di Firenze un mese fa è stato subito smentito. Il match è durato relativamente poco e non ha avuto storia (6-3 6-0), e si può immaginare che Zima fosse più stanco sia per aver disputato ieri la semifinale in tre set sia per aver anche giocato e perso il doppio, che Musetti non ha giocato. Caldarera: “Musetti è migliorato in tutte le zone del campo mentre il tedesco ci è parso un po’ intimorito. I due hanno conversato amabilmente prima di entrare in campo forse per scacciare un po’ di tensione, che però è rimasta nella testa del tedesco”. Dunque aprile-maggio da incorniciare per lui. Ma ormai sono altri i traguardi che Musetti si deve porre.

Come anticipavo nel titolo è cominciato anche Prato Grade 2 con le qualificazioni oggi, e ho visto, o meglio annusato facendo avanti e indietro sui campi, la metà dei ben 40 incontri programmati. È sempre utile guardare chi sta dietro alle prime e seconde linee, e le quali di un giovanile permettono di allargare lo spettro: di qui che mi incuriosiscano a volte più del torneo vero e proprio. Tra l’altro il primo giorno di quali, ove non sia il classico tabelloncino con byes, permette di vedere proprio tutti gli iscritti. 24 i match di primo turno Boys, ma taccio: il maschile è indecifrabile, tutti giocano a specchio e in fotocopia, difficile o rischioso sbilanciarsi su questo e su quello. Mancherà Nardi, pare, che ho dimenticato più sopra, ma che non ha ancora vinto un Grade 2 sebbene vari Grade 5, 4 e credo anche 3 ne abbia intascati. Nel femminile invece le differenze si vedono. Ho trovato in genere un livello molto alto, palleggio sostenuto e ricerca del punto anche in uno-due, servizio carico, varietà di soluzioni, e tante cose che solo poco tempo fa non si vedevano: segno dell’eccellenza delle varie scuole e accademie tennis italiane. L’annata 2003 appare piuttosto ben guarnita, e il torneo ne mette in vetrina molte di queste. Alcuni incontri visti, in dettaglio. Beatrice Stagno ha dato un doppio 6-0 ad Asya Colombo impressionando per la facilità dei colpi naturali e anche discretamente potenti e precisi. Camerano ha finito per vincere sulla Medeghini nella classica maratona, Medeghini la cui devozione al tennis meriterebbe ben altri risultati, e Medeghini che ha uno dei pochi rovesci a una mano tra quelle viste oggi, e anche piuttosto bello. Miglioratissima da due anni a questa parte quando la vidi esordire proprio a Prato. Cagnazzo liquida la Anghel sciupona che tira tutto a mille ma nove su dieci sbaglia e si ostina. Ero curioso di Zucchini, opposta alla La Cava dal delizioso, elegante braccio mancino. Zucchini, controfigura di Martina Trevisan, ha ammutolito nel primo set la La Cava, ma i punti venivano da lunghi palleggi sostenuti e in games spesso ai vantaggi. Nel secondo la Zucchini è molto calata sin da quando un lunghissimo rally, di magari anche più di 20 scambi, si è chiuso col fiatone a favore della La Cava. C’è stata poi incertezza per tutto il set più che non dica il punteggio, di 6-1. La Zucchini credo sia quella che tira più forte fra le 2003, ma il suo è ancora un tennis un po’ rozzo che deve essere raffinato. Il rovescio è inferiore al diritto, e si difende anche bene nonostante sembri un po’ pesante. Se le si lascia il tempo di piazzare i piedi e di tirare il colpo comodo è letale. Dunque molti i margini di miglioramento. Per finire Ziodato: molte nostre, se non nove su dieci, sono piccole di statura, Ziodato no, è una alta. Tennis flemmatico, tutt’altro che elettrico il suo.

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