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2003 in costruzione

by Franco Marucci

Mi ero segnato col circoletto rosso tre match Girls programmati oggi a Prato di primo mattino, e la invidiabile logistica del Circolo e i tempi di gioco delle inconsapevoli giocatrici mi hanno consentito di vederli tutti e tre dal primo all’ultimo scambio.

La logistica? Come i frequentatori sanno, dall’angolo alto a destra della tribuna corta nord è possibile avere una visuale completa sia del match del campo centrale che di quello del campo 3; più parzialmente si può anche capire qualcosa di quanto avviene sul più lontano campo 2. Come se non bastasse i solerti organizzatori hanno predisposto larghe lavagne dove gli stessi giocatori girando il campo segnano i punteggi sotto i cartelli dei loro nomi.

Alle 9 in punto Sacco a destra ha cominciato il suo match, ma c’è voluto poco per rendersi conto che la Ortenzi non poteva opporre alcuna resistenza. 60 61 in davvero pochi minuti, e match senza storia con Ortenzi in costante affanno e a remare spinta fuori dal campo. Mariani intanto sul centrale ingaggiava aspra battaglia con la Sato nipponica. Subito brekkata in apertura ribrekkava l’avversaria, 2-2, sinché sul 4-3 Sato la nostra cedeva ancora il servizio e con esso il set per 6-3. Mariani iniziava in testa il secondo ma la Sato rimediava e mettendo a segno sei giochi di fila chiudeva il match a suo favore, dunque per 63 61. Le due giocatrici sono molto simili, persino speculari, a parte il fatto che l’una è destra e l’altra, la Mariani, mancina. Ovvero giocano entrambe un tennis di spinta e di ritmo, molto palleggiato, pur senza esplosioni e senza ricerca ossessiva del punto da chiudersi il prima possibile: un tennis lineare, pulito, educato, da manuale in tutto il repertorio, sebbene per entrambe carente di fantasia. La Mariani, dall’ultima volta che l’ho vista, ha spalle più larghe, muscoli più accentuati nelle braccia e maggiore potenza. Un fisico direi ideale per diventare una buona tennista. La Sato dal canto suo è un muro: commette pochissimi gratuiti, e molto mobile rinvia tutto e contrattacca. Se accorci sei finita. La Mariani ha perso, ma senza affatto sfigurare, per alcuni motivi che cerco di esaminare. In varie fasi del match il gioco lo comandava lei, e faceva fare alla Sato il tergicristallo; sennonché quando si trattava di affondare con il vincente la Mariani ne usciva passata o più spesso sbagliava. Il match era peraltro piuttosto monotono perché fatto di palleggi sostenuti, a volte anche 20 o 30 scambi, che in maggioranza venivano chiusi a favore della nipponica. Dunque: Mariani è una mancina di “terzo grado”, ovvero non sfrutta tutti i vantaggi della mancinità. Non ha per ora il servizio assassino ad uscire sul rovescio avversario, e neanche le rotazioni conseguenti. Gioca piatto, troppo piatto. Non si è visto un solo back da parte sua e nemmeno l’alzata difensiva che nel giovanile Girls dà tanto frutto; e nemmeno una smorzata fintata o meno. Il colpo su cui Mariani a mio avviso deve lavorare è soprattutto il diritto, avendo un rovescio bimane decisamente notevole: troppo spesso sbaglia arrivando in ritardo nel piazzare i piedi o facendo cadere la palla troppo in basso, e cacciandola in rete.

Zucchini-Pigato, in campo subito dopo la Sacco sul 2, si è chiuso con un doppio 64 a favore della Pigato. Ero decisamente ansioso di assistere a questo derby in cui la Pigato era largamente favorita ma la Zucchini, al tempo stesso, la Zucchini del primo match quali contro la La Cava, non partiva a mio avviso battuta. Ne ero rimasto impressionato. Avevo pronosticato un match equilibrato e così è stato. Match pari sino al 3-2 Pigato che va in fuga nel primo; Pigato che si issa a 5-3 nel secondo e chiude il match con un periodico 6-4. Match a mio avviso non trascendentale, molto frammentato, con la Zucchini che ha cercato esasperatamente lo scambio breve, consapevole che la Pigato sul palleggio prolungato è superiore. Proprio perciò all’inizio Zucchini è stata fallosa sino all’irriconoscibile, fallosità dettata dalla fretta o frenesia di chiudere quanto prima. Le sue esplosioni hanno bisogno, per entrare e sfondare, del tempo necessario di preparazione, e in mancanza, come oggi, finivano fuori, e neanche di un soffio. A dimostrazione di quanto dicevo prima la Pigato è specialista nell’alzata difensiva, magari un po’ corta e perciò invitante, che una giocatrice non molto alta come la Zucchini trova difficile attaccare. Il repertorio della Pigato è un’altra cosa naturalmente: oltre alla soluzione appena detta, gioca e finta bene la smorzata, è quasi infallibile nello schiaffo e chiude con sicurezza a rete. Zucchini è una appena arrivata in Under 18, e deve rodare un po’ tutti i colpi, ma avere fatto 64 64 con quella che ha perso 64 al terzo con la vincitrice di Salsomaggiore (mi scuso dello scioglilingua) non è da poco.

Sopra, al campo 4, sono giunto proprio all’inizio di Paoletti contro Galindo guatemalteca, ragazza “seduta”, pasciuta e carnosa tanto quanto la Paoletti è longilinea, non ha un filo di adipe e, sembra, nemmeno un muscolo. Punteggio a favore della Paoletti 63 46 75. Ogni 2003 è diversa dall’altra e Paoletti ha, dalla sua, intelligenza, calma e veduta di gioco che potranno integrarsi un domani con una indispensabile crescita fisico-atletica e, si spera, parecchi chili in più. Per il momento il tennis di Matilde è vellutato, accarezzato, piazzato. Il suo tennis senza rotazioni, con palla radente e che non s’impenna, mette però in difficoltà in avanzamento chi ha impugnature molto western, come tutte oggi. Ovvio che su questa strada senza interventi non si arriva da nessuna parte. Galindo spaesata nel primo set, con Paoletti che si avvantaggia sino a 4-1, subisce una mini rimonta ma chiude a 63. Più equilibrato il secondo quando Galindo capisce che deve insistere con le alzate che buttano indietro contro la rete la Paoletti, che rinvia quasi sempre sul rovescio bimane della Galindo, che piano piano si rivela il suo colpo più micidiale: stampate secche e continue che lasciano ferma la Paoletti, che infatti si mormora addosso di non giocare su quel colpo. Anche il servizio della Galindo diventa pericoloso con vari aces o punti diretti. Al terzo credevo che la Paoletti avesse poche chances, e invece con qualche rischio il match si chiude a suo favore. Sotto, campo 5, ancora un bel vedere con altre tre 2003 in campo per un doppio. Asia Serafini per esempio ha già un fisico fatto e imponente, e Eleonora Alvisi tira anche troppo forte e ha potenza già da vendere; di là Krznaric, la furia rossa, anche lei del 2003.

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1 comment

TC 9 Maggio 2018 - 22:50

Molto bello. Sono sorpresa che la mariani se la sia giocata contro la sato, deve essere migliorata parecchio nell’ultimo anno.

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