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Cocciaretto vince 3 volte. E alla fine perde

by Tommy Hemp

La Cocciaretto mi deve quanto meno una cena, e che sia buona, mortacci sui. Mi ha tenuto qualcosa come 2 ore e mezza sul centrale, che ha le tribune in cemento e nelle giornate calde come oggi raggiunge una temperatura di 8000 gradi circa. E ha pure perso. Ma sentite come.

Onestamente, io la davo sfavorita: intanto contro Elè Molinaro aveva già perso un paio di settimane fa, 6-4 6-4, ma quello è il meno. Più che altro la lussemburghese, che ha un anno anagrafico in più ma due di esperienza (la nostra non ha praticamente giocato per un anno causa problemi alla schiena) al momento a me pare una giocatrice un poco più completa. Il match comunque si preannunciava interessante: la Molinaro più solida e regolare, la Cocciaretto più estrosa e, sinceramente, con più classe. Due stupendi rovesci a confronto, due dritti con qualche problema: Eleonora ogni tanto tende a colpire andando indietro, la Cocci ha uno swing un po’ strano che ogni tanto diventa rigido, al che la palla le può finire un ovunque.

La nostra ragazza è riuscita a smentire e confermare il mio pronostico allo stesso tempo (e non è facile). Lo ha smentito perché alla fine il match lo ha fatto lei, dimostrando un gioco più bello della sua avversaria (che però ha giocato maluccio, siamo sinceri). Lo ha confermato perché il match, che per tre volte poteva vincere, alla fine lo ha perso: secondo me ha anche pesato, sul risultato finale e specie nell’ultimo tie break, la maggiore esperienza della Molinaro, già vincitrice di un paio di tornei sul circuito pro e finalista contro la Ferro in un 25.000, finale poi persa in 3 set.

La partita ha visto una Cocci in gran spolvero, che ha messo subito pressione alla lussemburghese, costringendola già nel suo promo gioco di servizio a salvare varie palle break. Break solo rimandato, perché la Cocciaretto è stata brava ad ottenerlo subito dopo e ad andare avanti 4-1, anche complice una Molinaro abbastanza sottotono rispetto a quanto visto i giorni scorsi e decisamente più fallosa. Aggiungete un rovescio della Cocci sempre preciso ed efficace e un dritto che teneva, ed ecco qui che poco dopo la nostra aveva 2 palle per il 5-1.

E qui il match è cambiato: la Cocciaretto ha contratto la temutissima “drittite”: malattia che gira in questo circolo, di cui io sono portatore contagioso e che avevo nei giorni scorsi già trasmesso alla Gracheva. Il 4-1 in breve tempo è diventato 5-4; qui Cocci ha comunque avuto 2 set points, non convertiti, e ha di nuovo servito sul 6-5. Niente, di dritto le usciva qualsiasi cosa, roba che io sembrerei un regolarista. Il tiebreak la Cocci manco lo ha giocato, o meglio, proviamo a dimenticarlo. Sotto 5-1 lo ha perso 7-3.

Molinaro parte nel secondo 1-0. Se lei non è sotto pressione diventa un treno: pensavo quindi a un 6-1 nel secondo per la lussemburghese, anche perché assumevo un contraccolpo non da poco per la Cocci: un set praticamente dominato per 2/3 e perso onestamente malissimo non è facile da assorbire. E invece no, la nostra ragazzina, che ha sempre un sorriso per tutti, è andata avanti 2-1, per poi essere tradita di nuovo dal dritto e quindi raggiunta; poi, però ha preso il largo: complice una Molinaro tesa per tutto il match e che sbagliava molto più del solito ha vinto 6-2 in sicurezza e si è portata 2-0 nel terzo. La Molinaro è riuscita a dimezzare le distanze, ma subito dopo Cocci ha fatto il 4-1, con due palle per il 5-1: ha però deciso di contravvenire alla legge “Paganini non replica”. La drittite è tornata e con essa il 5-5 e il tie break.

Tie break che si è giocato a chi la tirava più piano: Già da vari games le due ragazze erano molto tese, giocavano entrambe male e il match era diventato tanto brutto quanto emotivamente coinvolgente. Dopo l’1-0 Molinaro, Cocci ha preso il largo andando 4-1 avanti. Poi dritti sbagliati a non finire, ma veramente cose da secondo anno di scuola tennis; insomma, alla fine ha perso un match che tutto sommato per larghi tratti aveva giocato decisamente meglio della sua avversaria.

Peccato. Comunque, di buono si può dire che Elisabetta ha dimostrato di essere una delle migliori giocatrici del circuito junior (si noti, però: le fortissime, Swiatek, Kostyuk, Anisimova, Liu, Osuigwe – il junior non lo giocano più; la nostra attualmente non è al loro livello). Ha giocato comunque alla pari (in realtà meglio) con la Molinaro che quest’anno non perde mai, sia che giochi nel junior o nel pro. La ragazza ha una manina buona, ha immaginazione, gioca bene a rete, molto bene, ha un rovescio che è un bon-bon alla crema. Il dritto non sarà mai il suo colpo migliore e deve migliorarlo: non tanto per l’esecuzione in sè, ma perché secondo me oggi Cocci ha dimostrato che (e ribadito più volte, se qualcuno avesse avuto dubbi), nel momento in cui la tensione si fa sentire, il colpo la tradisce completamente. Anche la Molinaro, come detto è stata condizionata dalla tensione; ma lei più o meno la palla in campo la teneva. La Cocci tirava più vincenti, però ad ogni dritto era un’Ave Maria (inascoltata).

Pazienza: abbiamo una giocatrice forte ed è tanta manna; lasciamole il tempo di risolvere questo problema, considerando anche che tennisticamente la Cocci è una 2002: causa infortunio è soltanto un anno che gioca serio sul tour junior, 0 sul tour pro. E quindi chiudo con una chiosa: alla luce del buon talento della ragazzina e soprattutto alla luce del fatto che, in effetti, è una ragazzina, considerata poi anche – residualmente – la (scarsa) abbondanza che abbiamo, gli insulti –  che io non ho visto, ma che da più parti mi dicono essere stati rivolti alla Cocci per la convocazione in Fed Cup – me li sarei risparmiati.

 

 

 

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