Chi vince ha sempre ragione, e non vedo perché non si debba gioire per la conquista del doppio agli Ausopen da parte di Errani-Vinci. E infatti i media hanno dato giusto risalto all’avvenimento. Torniamo non già con zero de títulos come diceva quell’allenatore, bensì avendo guadagnato come nazione il quarto posto del podio in termini olimpici, essendo le prime tre medaglie nell’ordine singolo maschile, singolo femminile e doppio maschile. Il giovanile non è nostro territorio di competenza, e abbiamo una discreta competitività nel maschile (a parte le defezioni), ma nessuna nel femminile (questo è quanto). E nel misto?
Io ho una una teoria su questo exploit delle nostre Errani e Vinci, piuttosto inaspettato dopo una seconda parte del 2013 – come doppio – assai mogia, anonima, sotto tono e avara di risultati: tanto è vero che azzardavo, fatti alla mano, che la coppia fosse ormai prossima a lasciare ad altre la prima piazza, avendo ciccato malamente Parigi e US Open. Avrei bisogno di vedere le statistiche per dire quale era stata la vittoria precedente in un torneo non solo Grand slam ma anche WTA major: azzardo vari mesi, forse lo scorso Ausopen 2013.
Getto acqua sul fuoco, almeno una gocciolina, dopo avere obiettivamente ammesso che, raccolte briciole nei tornei di singolo, tornare a casa con questo trofeo fa morale per il movimento tennistico, soprattutto femminile, e darà lo si spera nuova grinta e nuova fiducia alle due delle tre nostre di punta, cioè Sara e Roberta, laddove Pennetta è ben carica se Dio vuole. Certo direte voi, quale è il risultato equivalente nel singolo a una vittoria nel doppio? Quale risultato avrebbero cioè preferito raggiungere le due nostre nel singolo rinunciando alla vittoria nel doppio? Forse una semifinale o una finale.
Prima considerazione è che questo torneo di doppio è stato vinto rischiando due volte di brutto, con due rimonte con l’acqua alla gola: ma questo non fa in fondo testo, il tennis è così da secoli e si vince quando si è stretto la mano all’avversario, non conta se sei hai un fottio di matchpoints perché li devi mettere a segno, almeno uno. Piuttosto è da rilevare che le coppie rivali di Errani-Vinci sono aumentate ultimamente, e che il gap, che era notevole mesi fa, si è ridotto. Nessuna partita è in teoria facile, si può arrivare al tiebreak finale comodi comodi. Coppie storiche si sciolgono, si formano e riformano. Le coppie materasso sono rare. Guardando al cammino delle due nostre agli Ausopen si nota che ben tre matches sono stati vinti al terzo.
La seconda considerazione – sono tutte lapalissiane, è ovvio, piove sul bagnato – è che la precoce eliminazione nel singolo di Sara e Roberta ha permesso loro di concentrarsi soltanto sul doppio. E aggiungi a questo le condizioni climatiche: sono tutte abituate e superallenate, ma con quel caldo è tutto più difficile. A volte, se sei in corsa nel singolo, il doppio lo giochi non tanto spompata di fisico quanto di testa.
La terza considerazione è quanto mai empirica, ma è la decisiva. Si guardi al tabellone accuratamente e si traggano alcune deduzioni. Le coppie competitive erano poche, e quelle poche hanno deluso. Mirza-Black era una coppia di doppiste dedicate, non creata sul momento, e infatti è andata avanti e ha rischiato il colpaccio con le nostre. Srebotnik-Peschke si sono ritrovate dopo un temporaneo divorzio, ma non sono neanche loro più quelle di una volta (che fatica hanno fatto!). Chissà come Srebotnik aveva licenziato l’anziana Peschke. Le giocatrici sono capricciose, ideose. Huber, forse la migliore doppista in circolazione come colpi e tecnica e tattica, non può nascondere gli anni e non ha la partner giusta. Scorrendo c’erano Dell’Acqua-Barty, ovviamente Vesnina-Makarova, e le due “cinesi” tds n. 2 (Hsieh-Peng, brutta pagina con Espinosa-Peer!). Cosa voglio dire? Beh che mancavano due coppie che forse avrebbero dato del filo da torcere alle nostre: le due Williams, e Hradecka-Hlavackova. Le hanno saltate insomma, erano due ostacoli contro i quali Errani-Vinci hanno spesso perso: sicuramente le Williams sono una bestia nera, per quanto le abbiano una volta battute. Hradecka-Hlavackova è un doppio che risulta sciolto, e le due sono andate con compagne diverse e mal loro incolse, sebbene Hlava con Safarova abbiano perso al terzo da Vesnina-Makarova.
Ultima considerazione alla luce di tutto questo. Pare non tenere più la teoria che un doppio eccellente e affiatato, fatto però di singolariste non eccelse anzi anche scadenti ma diventate solo doppiste, batte di norma un altro doppio fatto da giocatrici anche top 20 ma non doppiste di vocazione e per prassi.