Non so voi, ma un incontro visto in tv mi tende le coronarie di più che visto dal vivo: un 20-30% come minimo. Ammetto che avevo da lavorare e non ho seguito la splendida vittoria della Pennetta su Aga al WTA Dubai; invece non per snobismo da grande giornalista, ma per questa precisa ragione, mi sono limitato a vedere solo il set finale della Errani, per cui tifo di più.
Guarda caso questi incontri sono venuti prima che scrivessi il post sottostante sul declino delle femmine: non perché sono bravo, ma i due risultati, più quello della Giorgi in quali e della Vinci, confermano la mia analisi al buio di stamattina. Ma parlo della Errani, e non non mi riferisco al fatto che abbia perso… la castagna portafortuna che tiene lontano tosse e raffreddori.
I risultati di una giocatrice sono naturalmente sempre in funzione a) del suo rendimento oggettivo, e b) del rendimento delle avversarie. Il fattore a è diminuito, quello b aumentato: ergo i risultati declinanti della nostra Sara. Che ha però l’attenuante delle superfici. Epperò Sara è sì penalizzatisisma sull’erba, diciamo anche un 40% del potenziale, laddove solo direi un 10/15/20 massimo sul duro. Dunque queste sconfitte recenti sul duro sono probanti, in negativo.
Sara non gioca molto diverso o peggio del solito e di quanto ha fatto da due anni a questa parte, riscuotendo ottimo successo per i suoi mezzi oggettivi, tecnico-atletici. Ha perfezionato una tattica di gioco, un modulo, che però via via è stato sopraffatto da giocatrici che non lo soffrono più, e il cui numero è recentemente aumentato.
Si è detto spesso che Sara è un’incontrista, e un punto di forza del suo gioco è il passante, se l’attacco dell’avversaria è abbordabile: passante in contropiede, fintato, o lob liftato millimetrico. Se l’avversaria è facile può lei stessa scendere a rete dove ha un buon gioco di volo; o coprire bene la smorzata se lei è dentro il campo e l’avversaria dietro la riga. In realtà il gioco di Sara è oggi come oggi soprattuto basato sullo scambio estenuante da fondo, soprattutto rovescio contro rovescio, cercando di liftare parecchio la palla, di piazzarla sempre nei pressi della riga di fondo, senza dare troppo angolo. Quindi la sua è la vecchia tattica che punta all’errore, presto o tardi, dell’avversaria: non a costruirsi il vincente.
Il pericolo di questo gioco è di due tipi: se Sara, Dio ne guardi, accorcia di un metro e l’avverasaria è di quelle buone, Sara è fritta e perde il punto, subendo o sbagliando; anche fatto bene quel gioco di rimessa sostenuta non fa più neanche il solletico ad avversarie come la Cirstea di stasera, per esempio. Questa bella figliola sembrava un muro di gomma, e come poter continuare anche stanotte in ipnosi a rimandare sempre e comunque. Per di più Sara non ha mai avuto una prima e una seconda decenti, e quando serve può sempre arrivare una bella sberla che fa il punto. La castagna? Ecco, volevo dire che non ha per muscolatura ed esecuzione la frustata che ti lascia secco. Ammetto: qualche volta – ma ci vuole la palla comoda, lenta, che ti permette di piazzarti bene – chiude con il rovescio lungolinea, bellissimo. La Cirstea da parte sua chiudeva di diritto a quasi 140 km l’ora. Oggi insomma questo gioco di Sara è vulnerabile e lo si vede. La speranziella è che presto si colmi questo gap sui campi più lenti in terra: ma anche in terra i campi sono più veloci di prima, e qualcuna ti strapazza anche sulla terra (come l’anno scorso Azarenka).