Ci rifaremo

by Franco Marucci

Doppia delusione dunque ieri a Firenze, e due su due italiani fuori nel maschile, il che significa, avendo noi già perso le uniche due italiane superstiti ai quarti, niente più Italia nelle finali, e torneo che per l’ennesima volta ci sfugge. Darò un mio bilancio articolato e dettagliato domani in chiusura del torneo, con varie considerazioni credo e spero interessanti: per ora noto che abbiamo reso peggio del 2013, quando piazzammo due semifinalisti, o anche dell’anno precedente, con Donati finalista e Licciardi e Deborah Chiesa semifinalisti. Attenuante: Baldi e Quinzi non partecipavano quest’anno, e Chiesa, Pairone, Paolini e Lombardo pure: eravamo insomma… orfani! Ma leggete di grazia quello che scrivevo dieci giorni fa su queste assenti, che forse (al femminile!) non avrebbero cambiato la storia del torneo.

Stefanini l’ho visto giocare a sprazzi nei giorni scorsi, lo confesso, per la solita dannata sovrapposizione dei match. Ma lo conosco come le mie tasche, avendolo ormai visto periodicamente da tre anni a questa parte. Il suo gioco è vario e mi piace, e sa fare parecchie cose e non è soltanto un rude picchiatore. Ma c’è quel je ne sais quoi che gli manca per spiccare l’assoluto salto di qualità. Tra l’altro è fisicamente diventato più asciutto per muoversi ancora meglio sul campo, anche se, come si sussurra nei corridoi del circolo, gli mancano quei classici 10 cm di altezza: è più o meno della mia statura, che non è alta alta! Quanto a Berrettini, lo davo ampiamente vincente, anche perché Choinski non è a mio avviso un fenomeno, e ha lui pure 18 anni, e soprattutto ha dovuto sudare le sette camicie contro Ramazzotti. Per la proprietà transitiva, la bella prova di Ramazzotti acquista più valore. Berrettini ha perso due set con lo stesso punteggio di Ramazzotti, per quanto, è vero, ne abbia strappato uno al tedesco. Ma Ramazzotti non è al primo exploit della sue breve vita tennistica, è giovanissimo e non può che fare meglio. L’importante adesso è che si programmi bene, e quindi i suoi tecnici devono essere estremamente oculati e saggi: ieri Fanucci diceva cose giuste sulla programmazione un po’ discutibile di Quinzi, a cui non auguro di impaludarsi in quella secca che è il 350 ATP, con seri pericoli di non venirne più fuori. Il giocatore per ora batte il passo. Per finire su Ramazzotti, in prospettiva l’unica perplessità è che anche a lui manchino quei fatidici 10 cm di altezza: supera di poco il metro e settanta e oggi i normotipi come lui stanno quasi per definizione dietro il n. 10 ATP (vero Fognini?), e sono delle eccezioni fra tanti marcantoni. Ramazzotti è massiccio di fisico e da ravennate ha mangiato forse nell’infanzia troppa piadina. È anche vero che per la sua età è molto giudizioso, non vuole mai strafare, non eccede in gratuiti, non impreca né urla. Segno di maturità.

Sto per recarmi al circolo, sono le 10.30 del giorno di Pasqua, e ho formulato a me stesso questi pronostici, e li rivelo subito senza paura di tornare a casa smentito: Molcan e Biro saranno i finalisti e il torneo lo vince Biro. È un peccato che ci siano queste semifinali, perché forse la finale giusta sarebbe stata Biro-Blasko. Nel femminile vince il torneo Schmiedlova, ma non mi sbilancio sull’avversaria che batterà. Vi do appuntamento a stasera e vedremo se ci ho preso.

Eccomi allora tornato dal circolo, ore 19.30, e senza fare inganni ammetto che non ci ho preso, e che ho sbagliato a metà, ma sonoramente, il pronostico. Con ordine. Schmiedlova-Jokic è la finale femminile e qui ci siamo, anche se non avrei immaginato che la ungheresina desse tanto filo da torcere nel primo set alla slovacca. Jokic pare leggerina per contrastare la palla pesantissima di Kristina, ma non si sa mai. Nel maschile se non ci ho preso fischiatemi, ma… la colpa è di Biro! Il quale ha giocato nervoso per tutta la partita e, lui taciturno e impassibile, si è messo a sacramentare in magiaro sin dai primi scambi. Non è mai stato in partita e ha sempre dovuto inseguire; giocava oltre modo corto, commetteva gratuiti per lui vergognosi eccetera eccetera. Però io Blasko l’ho inquadrato meglio, e saltato Biro mi metto a tifare per lui. Choinski non mi piace, è un giocatore legnoso e meccanico, senza un briciolo di fantasia. Blasko invece, a cui non daresti molto credito, è chissà come un gran servitore, e la sua battuata ha ottime percentuali di prime e quando gli entra la prima fa male. Almeno oggi ha comandato il gioco lui, e se lo comanda con Biro non vedo come non possa farlo con Choinski. Se gli accorci ti punisce inesorabile di diritto e di rovescio, entrambi i colpi partono come frustate. Molcan, perso il primo set, è stato avanti fino addirittura a 4/0 nel secondo e pareva poter rimontare e chissà anche vincere al terzo. Fuoco di paglia. Molcan rimane un giocatore bellino a vedersi come molti mancini: bello soprattutto il suo dritto che impatta di controbalzo succhiando con la racchetta la palla e risputandola fuori carica di effetto; deliziosi certi suoi tocchi vellutati e certe smorzate in contropiede… ma rimane un giocatore leggerino, e ogni tanto ti commette lo svarione.

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