Mamma che bambola!

by Franco Marucci

Esistono le Caporetto anche nel tennis, e oggi a Prato ci siamo andati vicino con i due bilanci giornalieri: non negativissimo ma neanche roseo al maschile, nero come la pece nel femminile. Speriamo bene domani. Ma prima sorbitevi le solite mie (brevi!) divagazioni preliminari.

Se non siete mai stati al Tennis Club Prato andateci presto. È un gran bel luogo. Appena posteggiato salite il vialetto ma non precipitatevi con gli occhi sui campi che cominciano a profilarsi sulla destra: alzateli al bellissimo panorama degli Appennini tosco-emiliani che proprio qui cominciano a stagliarsi con una parete che sale brusca quasi a 90 gradi già da dietro il circolo, tutta ricoperta di una folta vegetazione verde scuro da cui spuntano splendide coloniche dalle facciate gialle… Quanto al circolo in sé è disposto su tre livelli, con due campi sul primo, il centrale sul secondo (tribune altissime su tre lati, un piccolo stadio: a quando un match di Coppa Davis o Fed Cup?), e altri cinque su un terzo livello, a cui si sale da parecchi vialetti, lasciandosi alle spalle una piscina in cui viene voglia di fare un tuffo anche subito. Non crediate che il presidente  D’Ambrosi mi abbia pagato un caffè per fare questa sviolinata: è che questo circolo mi piace davvero, e vorrei giocarci se non distasse un’oretta buona da dove abito.

Quando vengo qui al torneo mi metto di solito in una posizione strategica che mi permette di seguire tre incontri in contemporanea (campo 1, 2 e centrale): venite domani e mi vedrete all’angolo destro, in vedetta, sull’ultimo gradino della tribuna di curva. Mi riconoscerete facilmente perché avrò in testa un cappellino bianco alla Panariello, protettivo della mia calvizie, e un taccuino in mano con la copertina verde, dove sono il solo in tutto il torneo ad annotare i punteggi, se il rovescio è bimane o a una mano, la marca delle racchette, e altre quisquilie. Ma fate presto: in quel punto non ci sto fisso, e ogni quarto d’ora mi porto al livello superiore a dare una guardata agli altri incontri…

Caporetto perché abbiamo già perso tre delle nostre punte al femminile, e poco meglio ci è andata al maschile: anzi diciamo pure, per consolarci, che bel bilancio abbiamo avuto al maschile! Ciò, per puro caso, dopo che ieri avevo inneggiato alle nostre 1999 e fatto festa. Lukrezia Stefanini ha racimolato 5 giochi davanti al suo pubblico, Simonelli ha buttato al vento un match già vinto (4-1 al terzo) accusando il solito tremolio quando il match si fa duro e devi chiuderlo. Hofer vincitrice 2013 pure fuori. 7/6 7/5 ma fuori. Periodaccio per lei, e che già si era annunciato a Firenze dove credetti potesse essere infortunata alla coscia. Una come lei non si fa stracciare 6/1 6/3 dalla Pierina per quanto la Pierina sia ormai un brutto cliente per chiunque. Che ci rimane ora? Appunto la Pierina domani, poi Lombardo che ha vinto, poi Torelli, poi Chinellato. Turco e Abbate devono fare il miracolo. Maschile? Morelli ha messo in riga il paparino, pardon il Popyrin, che voleva sbancare il torneo. È una delle note liete, teniamo presente questo silenzioso, educato, gentilissimo cagliaritano. Bonacia e Turchetti sono giocatori solidi, reliable, ma non vinceranno il torneo. Stefanini non stupisce che inizi bene, lo fa sempre, poi però tentenna e cade quando il cammino è in salita. Roncalli fuori, Moroni da dimenticare. Mosciatti, Reitano, Dalla Valle dovranno superarsi se vorranno proseguire.  Dodici hanno vinto su venti in gara, in sostanza, e senza incontrare teste di serie.

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