Pensaci tu (o su), Tatiana

by Franco Marucci

“I have a dream”, diceva Martin Luther King, ma no, non lo voglio scomodare. Ma sì, però, stamattina ho un po’ sognato a Prato, seduto sulla panchina ai bordi del campo 2 a seguire, con a fianco a me la silenziosa signora russa Novikova, il match di sua figlia Polina con Tatiana Pieri. Polina è 371 ITF junior mi pare, eppoi ogni russa è temibile, hanno una bella scuola, come si sa, e si sviluppano prima. A vederla fuori del campo  questa Polina non fa paura, è longilinea, magrissima, poco muscolata; ma insomma non si sa mai e c’era da trepidare. Ho sognato perché Tatiana ha giocato un primo set da antologia; solo nel secondo non si voleva decidere a fare lo scatto in avanti e da 3-1 si è fatta risucchiare, ha un po’ cincischiato, anche rischiato, e però alla fine ha dato la mazzata risolutiva. 6/1 6/3. Ho sognato, perché ripeto l’eresia: Tatiana vince ma non gioca ancora benissimo a tennis. Deve passare da una raffineria. I colpi non le escono ancora puliti dalla racchetta, il piazzamento dei piedi è approssimativo, la distanza dalla palla pure, ogni tanto stecca il colpo, accorcia soprattutto o dà palle molli, e via discorrendo. Il fatto è che ha una grande sensibilità di colpo e una prontezza eccezionale di riflessi, e sia come sia la palla atterra sempre dentro, e quasi mai si insacca in rete. Inoltre è una libellula nei movimenti, e si sposta benissimo lateralmente e rientra subito bene al centro. Ho sognato perché quando tutti i dettagli saranno a posto…ma mi fermo: non ho sempre detto che bisogna non montarsi la testa? D’altra parte la nostra gioca ancora un tennis per così dire tendineo, e nel suo fisico non c’è l’ombra di un muscolo. Tutte le accelerazioni sono di pura rapidità di movimento o di spalla. Ora, io tatianologo mi devo però anche ricredere di alcuni verdetti, ma soprattutto perché questa ragazza cresce tennisticamente di ora in ora. L’ho vista a Firenze tre settimane fa, e rimasi perplesso e confuso perché rimediò una batosta dalla Schmiedlova: o fu una giornata storta o nel frattempo Tatiana ha fatto passi da gigantessa. Non ci crederete, ma io, critico del suo servizio, ho visto oggi una prima non più così timida, appoggiata, e anche del tutto sbagliata come movimento: no, anzi ogni tanto ti tentava l’ace a sorpresa, e insomma quando entrava la prima aveva una discreta, appena sufficiente velocità per non esporsi alla fiondata di ribattuta, quella che le tirava sistematica la Schmiedlova. Là a Firenze mi domandavo come diavolo facesse Tatiana ad aver anche evidentemente vinto facendo dei punti, non solo approfittando degli errori. Oggi ho visto comando del gioco, autorità, anticipo, pressione, tentativi riusciti di muovere l’avversaria da un angolo all’altro. Ho visto chiusure. Ho visto soprattutto intelligenza tattica, acume, varietà di soluzioni. A suo modo Tatiana sa fare tutto: anche offrire al pubblico… dei cioccolatini. Tipo ad esempio smorzate coperte e micidiali che ti cascano a goccia, pallonetti imprendibili, volées e schiaffi. Una cosa non sa fare, lo smash; una cosa potrebbe ancora temere, la candela. Basti dire che la russa smoccolava spesso nella sua lingua esasperata e ubriacata e anche ansante: e ha gettato la racchetta più volte. Beh, basta, ma mi dovevo sfogare. Non sto a spiegare l’ambiguità del titolo di questo post e cosa sottintende. Cosa soprattutto fa sognare.

Torniamo coi piedi per terra. Fuori le altre italiane oggi come era da prevedere, e cioè Brancato, Abbate e Turco, solo quest’ultima al terzo. Nel maschile ieri avevamo fatto maluccio, oggi la risurrezione con molti vincitori, mentre perdiamo Balzerani (mi spiace), Morelli (mi spiace anche per lui), Reitano, Grison. Per una volta abbiamo molti più vincitori che sconfitti. Chiaro che gli eroi di giornata sono tre per il valore presunto delle loro prestazioni: Mosciatti ha lottato aspramente contro la tds n. 1 che pareva la sua controfigura: piccolotto e mancino come lui, ma di pelle gialla e capelli neri. Non si dica per carità che ora Mosciatti vince il torneo, le tds sono sempre di valore relativo e indicativo ai giovanili, se non fasullo. La tds n. 2 è stata buttata fuori da Turchetti, che è inesorabile con i deboli e alla distanza vince quasi sempre. L’onesto Bonacia non è affatto bonaccione, è anzi un giocatore concreto che bada al dunque. Tanto è vero che ha lasciato un gioco soltanto al suo avversario, ed era la tds n. 3.  Altri cinque italiani vanno agli ottavi, dai quali usciranno almeno due italiani ai quarti essendovi i derby Stefanini-Carli e Dalla Valle-Turchetti.

Domani aspettatemi su Pieri-Van Zyl, stesso orario, troppo presto per fare pubblico, ma campo centrale. Questa sudafricana tira più forte, è un altro tipo di giocatrice. Ma vedremo.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.