Tutto si tiene  

by Franco Marucci

Ovvero tout se tient visto che parlerò di Parigi, ma come sempre su un argomento poco popolare e su cui per mia fortuna nessuno scrive e informa, i due tornei junior. Si tiene, tutto, perché i tabelloni, ormai giunti alle semifinali, stanno sostanzialmente confermando quello che si è visto dal lontano aprile, Firenze, da dove la carovana si è poi mossa passando per Salsomaggiore, Prato, Santa Croce e Milano Bonfiglio: pochi di quelli che si disputano ora i trofei  sono stati assenti a questi appuntamenti, e chi ha avuto la fortuna di vedere e seguire buona parte di questi tornei si è fatto un’idea del meglio esistente al mondo degli under 18. Soprattutto non ci sono quasi sorprese, e Parigi junior sta confermando più o meno i valori visti nei tornei italiani.

Per esempio al maschile sono emersi negli ultimi quattro tre dei giocatori segnalatisi in Italia, come Luz, Munar Clar e Rublev (che sarà un pittore della racchetta, omonimo del protagonista del gran film di Tarkovsky, magari si chiama anche Andrej). Il solo Halys non mi pare sia venuto a giocare i nostri tornei preparatori primaverili. Fa scalpore che Luz, un po’ opaco da noi, abbia buttato fuori Tatlot, che è uno che in passato ha dato del filo da torcere anche a Quinzi, e che davo una spanna sopra a tutti. Anche Choinski vincitore di Firenze è caduto abbastanza presto, e mi fa in certo senso piacere (cioè no, mi correggo, ne ricevo una conferma) perché avevo, da bastian contrario, detto da Firenze che non era poi un gran giocatore, per quanto abbia effettivamente un fisicone. Le delusioni relative sono varie: opaco anche il vincitore di Santa Croce Nakagawa, opaco Medvedev, ma il gran flop è quello di Khachanov, che è profetizzato da qualcuno come il campione del domani, e soprattutto dell’americo-macedone Kozlov. Questo giocatore è indicato da tutti come l’americano che potrà sbancare sin da quando era quattordicenne; ma come accade chi entra nel giro vincendo a mani basse da imberbe può fermarsi e cominciare a battere il passo, e Kozlov da tre anni a ora, ed è del 1998, non ha vinto alcunché di importante. Rischia di invecchiare e di farsi sorpassare. Indietro nel tabellone non risalgo, perché andrei a cascare sulle dolenti note degli italiani.

Nel tabellone femminile, sempre partendo da oggi e da ieri, fa scalpore la sconfitta netta della Bellis che sembrava avviata a un en plein prestigioso e cioè Bonfiglio + Parigi. Io in realtà, in ottica Tatiana Pieri, mi ero stupito che la Vondrousova a Milano avesse rimediato una bella batosta  dalla Bellis. Qui la ceca si è presa una rivincita. Io conosco ancora poco la Bellis ma ripeto la mia impressione positivissima sulla ceca, vista a sprazzi a Firenze e in qualche filmato su Youtube.  Mi ero sbracciato in profezie importanti citandola simile nel gioco e nel colpo d’occhio a certe campionesse sue connazionali. Sarei contento se vincesse il torneo.  Ma finirà per vincerlo la Jorovic: venne se non ricordo male a Prato due anni fa, e intanto ha battuto facile la nostra vecchia conoscenza Fiona Ferro. Ma attenzione a questa quindicenne ceca, la Marketa, che battuta la Bellis ha anche fatto fuori la slovacca Sramkova. La Schmiedlova finalista fiorentina scade parecchio nel corso dei tornei e dà il meglio nei turni iniziali.

Naturalmente da tutti questi discorsi sono esclusi i nostri e le nostre…

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