Adatto, ricorderete, il titolo del celebre film di James Bond agente 007… per parlare di Ludmilla Samsonova, vincitrice ieri a sorpresa del torneo di Roma Tevere Remo da 10 mila dollari ITF. Solo ventiquattro ore fa ne scrivevo e trattenevo a stento, tacevo in realtà l’idea che…era fatta, e la “nostra” potesse aggiudicarsi la finale, che era nelle sue possibilità. Mi dilungavo un po’ per ripescare dalla memoria alcune istantanee dal vivo, che però non si traducono tuttora in un’immagine chiara, distinta e probante per pronunciarmi e fare proiezioni. Ieri alle due la bella notizia.
Ora, sono indeciso se… infatuarmi di lei. Naturalmente questo è un ossimoro del gergo amatorio. Come si può decidersi di infatuarsi di una donna? L’infatuazione nasce a prima vista, non la si può meditare, è istantanea, e irresistibile. Perciò cercherò da ora di seguire e inseguire questa giocatrice e di vedere, magari anche dal vivo, se può entrare nella mia scuderia ideale. Oramai il mio radar cerca per tutta la penisola non solo sedicenni, ma quindicenni, quattordicenni, persino tredicenni…
Ho cominciato intanto con lo studiarmi il tabellone di Roma, col vedere l’arco del rendimento della Samsonova dalle activities sul Sito ITF junior e senior, e nel raccattare qua e là notizie dal web. Ma si tratta di indizi ancora molto frammentari. Non ci sono davvero gli elementi per affermare che in questi ultimi mesi la giocatrice abbia fatto progressi sensazionali e operato un cambio di marcia. A parte l’Avvenire, ma è un torneo molto particolare, e fa poco testo in ottica senior e persino anche junior under 18. E nell’ITF under 18 Ludmilla non si è (ancora?) particolarmente distinta. Ma vediamo.
Questo di Roma era un torneo anche piuttosto debole per essere solo un 10 mila. E le due prime tds erano solo classificate oltre il 400 WTA, e paraltro – Caregaro e Bosio – sono uscite subito al primo turno. È bene ricordare sino alla noia che dal 250/300 WTA in giù si entra in una selva selvaggia dove le classifiche sono bugiarde e aleatorie, e del tutto inattendibili. Quanto al cammino di Ludmilla: ha vinto naturalmente, per mettere mano al torneo, cinque incontri, ma due di essi per ritiro dell’avversaria. E queste avversarie erano Lisa Sabino, un osso duro, e mistero sul suo ritiro, e comunque Ludmilla conduceva 6/1 4/1, eloquente. Invece con la Pillot il match era in equilibrio, perché Ludmilla conduceva 7/6 6/5, e poteva essere anche ribaltato. Autorevole al contrario la vittoria contro la Peral, vincitrice a sua volta di una giovane svizzera classe 1999 che nelle quali aveva eliminato al terzo, partita accesissima, la Capogrosso. Questo per dire che quotazione indiretta dare alla Samsonova in ambito nazionale 1998-1999. In finale Samsonova ha rimontato e vinto al filo di lana contro la svizzera del 95, Sugneaux, che aveva prima battuto Caciotti, Lombardo e Chiesa, e tutte partite vinte al terzo. Questa tenacia, questo non darsi mai per morta, è una dote importantissima. Ma dunque per concludere il cammino nel torneo della italo-russa è stato abbastanza fortunato, e il lotto partecipanti non era eccelso: ma allo stato delle cose anche Ludmilla vale oramai il 700/800 WTA.
Dico italo-russa a ragione. Dalle documentazioni credo di aver capito che Ludmilla è nata in Russia ma è venuta qui da noi, in Liguria dove si allena ed è basata, da piccola. C’è da sperare parli anche discretamente l’italiano. Ma come mai è stata naturalizzata solo da due settimane, e fino ad adesso figurava come russa? Quali i motivi del trasferimento? Se le cose stanno così abbiamo un po’ di merito se la giocatrice si farà. Ha mangiato in fondo il nostro cibo, respirato la nostra aria, è andata a scuola qui, imparato il tennis dai nostri maestri. Sarà magari un successo di cui potremo vantarci.
Ero poi curioso ieri pomeriggio di vedere se Ludmilla avrebbe preso la macchina da Roma e in due ore di viaggio trafelato avrebbe raggiunto Todi dove doveva giocare il match quali primo turno contro la austriaca Kurz, vecchia conoscenza. Come era facile immaginare quest’ultima ha vinto per walkover. Saggia decisione non tentare l’avventura e godersi il successo e rifiatare. Ma certi giocatori fanno anche le acrobazie, e a volte sono premiati. Ricordo a tutti un aneddoto di anni, che dico, decenni fa: il croato Marko Ostoja perse in mattinata una semifinale all’oggi dismesso torneo ATP di Firenze; poi salì frettolosamente in macchina diretto a Roma, dove giocò poche ore dopo le qualificazioni del torneo del Foro Italico, e vincendo e rivincendo entrò in main draw.