E’ vero: Bessire-Ingarao hanno vinto il doppio, ma le premesse c’erano per aggiudicarci il grosso della torta, e cioè almeno un singolo, il femminile, e magari per raggiungere la finale di quello maschile. Tanto più come si è detto che nei quarti femminili ne avevamo sei contro due e una finalista sicura e nelle semifinali maschili due su quattro. Purtroppo nel femminile la Carle argentina in una imperiosa escalation ha abbattuto tre delle nostre su tre e si è portata a casa il torneo e il trofeo. E i due maschi, forse paghi, hanno racimolato pochi giochi in semifinale ed è già bene così che siano arrivati tanto lontano.
In sede di bilancio questo Avvenire sembrava un abito tagliato su misura per due vittorie italiane nei due singoli. Ad esempio nel maschile pareva impossibile che il trofeo potesse sfuggire a Ramazzotti, il quale è un classe 1999, dunque ai limiti di categoria, che però compete da tempo ad alto livello nell’under 18 e fa partita fino al 50 ITF junior. Nel primo turno perdeva 2-0 comunque, e si è ritirato presumibilmente per infortunio. Ma caduto lui avevamo le seconde linee e cioè almeno un Forti e uno Jannaccone, oltre a un Frinzi e ad altri ormai lanciati in orbita: per una ragione e per un’altra anche loro caduti, cosicché nei corridoi liberi si sono inseriti Speziali e Ingarao, che non è che non valgano, ma che forse sono ancora acerbi e non hanno troppa esperienza.
Fa ancora più rabbia che ci sia sfuggito il femminile. Ora ribadisco che questo eventuale successo sarebbe stato dovuto più alle assenze vistose e numerosissime dei grossi calibri che alla intrinseca superiorità delle nostre. Il torneo è stato cioè disertato e snobbato come ricordavo da un sacco di giocatrici del 1999, del 2000 e anche del 2001 che avrebbero maramaldeggiato su quasi tutte le nostre, che non sarebbero andate più in là degli ottavi. Dopo tutto però Bilardo e Pieri sono n. 800 circa WTA e da due anni si fanno onore nell’under 18 e in via teorica c’era un abisso tra loro e tutte o quasi le altre partecipanti.
Chi si deve mangiare le mani sono soprattutto loro due. Federica Bilardo deve aver speso tante e troppe energie mentali contro la Danilovic nei quarti, oppure era menomata per un infortunio alla caviglia di cui si è mormorato: ma – con il senno di poi – ha perso troppo nettamente dalla Carle, la quale si deve ritenere fortunata se ha vinto per due volte al terzo e di poche palle contro Maffei e oggi contro la Peoni. Per contro la sconfitta di Tatiana Pieri contro la Cappelletti, e con quel punteggio mortificante, rimane qualcosa come …il terzo segreto della Madonna di Fatima. Ma ogni due settimane Tatiana dopo qualche match soltanto discreto è protagonista negativa di un tonfo molto sonoro. Diciamocelo chiaro e tondo: fino a settembre scorso c’era un gap consistente tra lei e le altre 1999, ma ora come ora è stata rimontata e un quartetto di giocatrici sedicenni è suppergiù alla pari e sono Pieri stessa, Bilardo, Maffei e Cappelletti.
Per Tatiana questa del 2015 si sta rivelando un’annata no, e siamo ormai vicini alla fine dell’anno junior che conta: rimangono i 10 mila ITF senior ma per ora sono stati per lei avarissimi di risultati. Tatiana insomma – campionessa under 12, under 14 e under 16 nazionale – non ha ancora all’attivo in carriera una vittoria in un ITF junior let alone 10 mila senior. Rimane in piedi l’ipotesi che Cappelletti abbia fatto con lei una partita maiuscola, ma avevo dei dubbi – senza nulla togliere alla seria giocatrice trentina – che sono stati confermati dalla sconfitta della Cappelletti stessa con la Peoni. Come ribadisce il mio amico Sauro “ni tennis un s’inventa nulla” e non c’è da credere alle metamorfosi notturne. Chi vince naturalmente non si discute, e Giulia Peoni ha via via acquisito sicurezza facendo il capolavoro a mio avviso nel match contro la Piccinetti su cui avevo scommesso. Oggi in finale ha sfiorato la vittoria a giudicare dal punteggio: era in vantaggio di un set, ha perso di misura il secondo, e ceduto a 7/5 il terzo, segno che due o tre punti a suo favore avrebbero cambiato il match. Carle fortunata ad ogni modo, perché aveva battuto con lo stesso punteggio risicato la Maffei. Non sto affatto sminuendo la finale conquistata dalla Peoni, che ha il merito di avere acquisito e non perso incisività man mano.
Rossi-Piccinetti hanno perso la finale del doppio, incidentalmente. Rossi stessa e Cocciaretto, a proposito, le migliori nostre 2001, sono ancora un po’ indietro.