Settimana trionfale per noi questa che è finita oggi: difficile ricordarne una così. Un nome su tutti: Errani. L’avevo a lungo aspettata a livelli alti due anni fa, mi sembrava pronta per il gran balzo, mi ero espresso in tal senso. Poi avevo temuto di essermi sbagliato, la giocatrice stentava e arrancava, e avevo riposto le speranze nel cassetto, e sono sincero, l’avevo ritenuta definitivamente incapace di salire più del n. 30 WTA. Ieri sono stato felicemente rismentito. Non mi dilungo sulle qualità che rendono questa giocatrice ‒ pur con, e anzi proprio in virtù dei suoi piccoli limiti tecnici e fisici ‒ ammirevole, solida, soprattutto mai deludente nelle prove che contano. E che correttezza in campo: mai vista rompere la racchetta, o smoccolare platealmente. La aspettiamo ancora più su, senza dire dove per scaramanzia. Ma le note liete vengono anche da Knapp: presto per dire se è una giocatrice ritrovata e su cui si può puntare, bisognerebbe essere dell’entourage per sapere come mai ci avrebbe messo tanto a reingranare. Una rondine non fa primavera. E comunque tanto di cappello per quello che ha fatto all’Estoril. Abbiamo bisogno di questa linfa nuova. Il risultato della Knapp rende meno preoccupante la severa sconfitta contro di lei, nelle quali Estoril stesse, di Burnett, su cui io continuo a sperare nonostante tutto, perché dietro non c’è per ora molto altro nella sua fascia di età. Certo che Nasty, come la si chiama, si è un po’ appannata di recente; e anche la Giorgi a un 25mila dollari americano ha perso quasi subito. Di contro siamo rattristati non tanto per la semifinale persa dalla Vinci, che è pure un buon risultato, quanto dagli acciacchi della Pennetta e dalla crisi della Schiavone: se non succede qualcosa di miracoloso sono brutti segni. Nel maschile dopo mesi che si va a corrente alternata, Seppi superlativo, benché oggi il suo match sia stato amatoriale perché Paire non ha giocato; e il matto Fognini ha quasi vinto a Bucarest, e poteva farcela, domenica scorsa.
Confesso che mi ha pianto il cuore per non aver potuto andare, e tifare, a Salsomaggiore al Torneo giovanile. Anch’io devo portare a casa qualche volta la pagnotta! Ma ho seguito trepidante i risultati sul sito ITF giorno per giorno. Qui sembra improvvisamente che stiamo in buona, ottima salute. Tre dei quattro titoli vinti e una finalista! Ma sono risultati da prendersi cum grano salis. Ogni torneo giovanile fa storia a sé per l’inattendibilità delle classifiche, e conta anche e soprattutto la fortuna nei sorteggi. Nel maschile tonfo inaspettato di Napolitano che sembrava poter vincere il torneo a mani basse: chissà che delusione, e chissà cosa è successo. E comunque Licciardi è uno dei “miei giocatori”, sin dal torneo fiorentino di Pasqua: non è un campione ma gioca un bellissimo tennis golfistico di altri tempi. Magari perde un po’ la testa quando il match diventa caldo. Perinti ha la stessa età di Licciardi e ha anche lui ha un buon rovescio a una mano, è corretto e bene impostato, ma leggerino. La sua vittoria è per me decisamente sorprendente, ma il campo fa ovviamente testo, e dominare Napolitano e Licciardi in successione non è poco. Sennonché a Firenze, primi di aprile, Perinti aveva perso al primo turno dal Carneade romeno Ciorcila! Nel femminile c’erano obiettivamente talmente tante italiane che non meraviglia che qualcuna sia passata tra le maglie e arrivata lontano. Onori alla Marchetti, sinora opaca; incomprensibile la Parmigiani, che fa tre anni di circuiti semipro e poi torna a giocare il giovanile; brava anche Paolini che ha ceduto di un soffio con quella che dato più filo da torcere alla Bencic; poca tenuta della Brescia come sempre. Rosatello non è una sorpresa, e a Firenze aveva perso non poi di tanto dalla vincitrice. Acuto della Lombardo, che però venendo da una striscia positiva di sei-sette incontri era giusto che tirasse il fiato. Questi tornei giovanili segnalano ad uno ad uno all’attenzione le stelline del domani, ma non sono purtroppo le nostre: io ho visto intanto Konjuh e Ferro, e qui è esplosa la Bencic (che ha eliminato tre italiane in fila, e ha perso in tutto un solo set: non ci crederete, ma l’avevo pronosticata vincitrice). Non conosco de visu questa giocatrice ma è eloquente la sua classifica WTA, già posseduta a soli quindici anni. Una che ha un cognome che finisce in –ic (evidenti le origini slave) e gioca per la Svizzera è una garanzia! Assente per ora dai palcoscenici la Ostapenko, che si starà magari risparmiando per il Bonfiglio. Insomma, nel femminile un gruppuscolo di 97 sta ormai “facendo il buco”, per usare una metafora da Giro d’Italia, sulle nostre migliori 96 e anche 95. Ma speriamo che valga il proverbio: arriva bene chi arriva ultimo.