
Donato, Piccinetti e Iannaccone
Giornata nera per Prato dove splende sempre il sole come sul regno di Luigi XIV: piove a dirotto da stamattina presto e tutti i campi saranno, temo, inagibili sino a stasera o a domani: io abito a 15 km dal circolo as the crow flies. Bene che vi siano due campi coperti, una piccola manna. Magari qualcuno là può aprire questo sito e distrarsi e ingannare il tempo con le mie amenità.
Riflessioni dopo la sbornia di ieri. E comincio con il concordare come quasi sempre con l’amico Raffaele, che mi manda un commento su Facebook. Francesco Veneziano confermo che gioca bene a tennis ed è completo: forse si stanca un po’ presto dello scambio e ha poca pazienza; e inoltre ci ha creduto poco nel suo match come si suol dire, e ha mollato e rinunciato quando poteva ancora farcela. È anche, mi pare, un pezzo di pane, un buon carattere: mai contestato un punto, mai inveito e scagliato racchetta, ha chiesto mille volte scusa quando ha fatto punto di nastro, ha applaudito Moroni.
Capogrosso resta una specie di mistero doloroso. A 12 e 13 anni era lei la n. 1 del suo millesimo, prima che si facessero sotto Ginocchio e Pieri. La quale Pieri vinse una Lambertenghi di straforo e da non favorita, mi pare fosse la tds n. 4, e poi dilagò per due-tre anni. Di fatto io vidi a Firenze e altrove la Capogrosso giocare due anni fa tirando e non rimettendo. Poi un anno e passa di sosta assoluta ed ecco ora una ragazzona alta, da piccolina e gracile che era, e con leve lunghe. Questo gioco attendista, con cui non si va notoriamente da nessuna parte, e che rende poco anche nel giovanile, auguriamoci sia solo di transizione. Altrimenti è un errore colossale.
L’altro mistero doloroso è la stessa Ginocchio, che imperversò da decenne, fu in qualche occasione l’unica dopo i 12-13 anni a battere qualche volta la Pieri, poi si è fermata anche credo per infortuni e traversie varie. In realtà anche lei oggi, cioè ieri quando l’ho vista, tocchetta e palleggia in modo molto elegante ma senza realmente affondare i colpi. Entrambe le si possono ancora attendere, hanno solo 17 anni. Dalla sua la Ginocchio ha che cammina in campo… come Agassi, non so se ci avete fatto caso.
Oggi la Lo Pumo ha la Di Carlo, e non è detto che vada sotto, la kamikaze. Eventualmente nel turno decisivo avrebbe la Biagianti. Nel secondo turno finale dall’alto Isa di Russia, vista ieri in splendid shape, avrà già una gatta da pelare con la Bordo, un’altra giocatrice del 1999, di taglia piccola per così dire, che tira tutto il tirabile senza remore. E’ il turno più difficile perché la vincitrice se la vedrà con la greca che ha battuto la eroica Medeghini o con la stessa Ginocchio. Nel terzo turno dall’alto vedo emergere Lioi. Nell’ultimissimo credo si scontreranno Delai e Bandini in un altro match infuocato.
Delai non una sorpresa? Per me sì, la vedevo dal vivo per la prima volta. Aggiungo al già detto che la baby ha già anche una bella testolina tennistica, è tignosa il giusto in campo e non si fa rubare le chiamate; aiuta anche l’entourage, con i genitori e la sorella moderatamente tifosi e coinvolti. La realtà è che la Delai è oggi dove si trova con due anni di anticipo rispetto alle altre italiane.
Curiosità: due giocatrici ieri si chiamavano Gori senza essere parenti. E lo si vede: una, Matilde, ben piazzata e potente, fiorentina; l’altra, Andrea Ludovica, atleta di casa, filiforme, fisico e sguardo da mannequin; che dico: da –ova, anche se con un tennis ancora da raffinare. Vai infatti sulle activities e vedi che a 17 anni non ha ancora partecipazioni a tornei ITF. Ma ci lavorerei.