
Federico Arnaboldi
Si avvicina il Bloomsday, 16 giugno, cioè il giorno in cui s’immagina che si svolga – nel 1904 – la trama di Ulysses di Joyce, e l’anno 2016 è da tempo shakespeariano (il quadricentenario della morte), cosicché non è male riprendere la sana abitudine del gioco di parole, essendo quei due dei maestri in questa arte verbale. Fiutare l’avvenire ovvero fiutare l’”Avvenire”. Cioè cercare di indovinare chi “si farà” un domani, chi ha possibilità di… avvenire appunto fra quanti e quante giocano questo torneo milanese under 16 in svolgimento; ma fiutare significa annusare, rendersi conto un po’ alla cieca dei valori in campo sulla base dei soli risultati giornalieri.
Come spesso dico è già difficile orientarsi per chiunque nell’under 18: si sanno i nomi dei e delle migliori, soprattutto nazionali, ma il quadro sfugge nella sua totalità, ben più e assai più di quello dell’ATP e del WTA. Inconfrontabili. Le riprese TV non soccorrono. Ogni torneo U 18 rigurgita nuovi giocatori interessanti prima mai visti e sentiti che fanno anche risultato, come i canadesi a Parigi o gli americani a Milano. Figuriamoci l’autentico continente dell’under 16. Altra osservazione è che si sta assottigliando il gap tra under 16 e under 18, ma non da oggi: sono due vasi comunicanti, e due aree in parte sovrapposte, cosicché molti e molte under 16 forti e medioforti giocano sia tornei della loro categoria che quelli della superiore. E fanno anche bene. Il gap è in genere più largo nel maschile, dove è difficile che un quindicenne e anche un sedicenne competa con i diciassettenni e diciottenni e sia un giocatore di vertice: questione anche di fisico e di sviluppo; gap che è tranquillamente colmato nel femminile dove Parigi ancora un volta docet con la Anisimova o la Swiatek e altre. Questo vale meno per il nostro femminile notoriamente: non abbiamo la 2001 che spopola al momento e non ci potrà essere, e le 2002 sono ancora acerbe e in via di sviluppo: unica eccezione la Delai…
Ma veniamo al torneo. Dall’alto nel maschile vanno avanti Bosio, e soprattutto Rottoli, che è un 2002 e secondo più forte dei nostri in quel millesimo: gaudeamus dunque. Avrà domani un ceco equivalente dunque a naso a una –ova del femminile. Il “rapporto” odierno della Fit dà largo spazio e tributa alte lodi al beniamino locale Arnaboldi, che avendo eliminato Perin mette tutti a tacere: il giocatore “canturino” è già un omone grande e grosso che ha potenza da vendere, anche se nelle volte che l’ho visto mi è parso poco mobile e troppo sornione. Il pronosticato Speziali è lui pure fuori e nella parte bassa vanno citati Di Nocera, Moroni e soprattutto Tortora: ecco tre che hanno giocato spesso nell’under 18 e si sono mossi bene, hanno sconfitto avversari semiquotati ma hanno appunto pagato il dazio dell’anagrafe. Tortora bravo in campo e a scuola.
Nel femminile uscite eccellenti oggi di Bezzo, Amendola e soprattutto Cagnazzo: quest’ultima piuttosto seccamente sconfitta (un solo gioco raccattato) da una qualificata croata che è appunto di una nazionalità che sforna buone giocatrici a getto continuo: una certa Masic che fiutando sarà da temere nel prosieguo. Nel primo ottavo alto si contendono gli ingressi ai quarti spagnole, ucraine e ceche e serbe, e primeggia la n. 1 del seeding Petrenko, che dovrebbe avere una marcia in più. Una quarterfinalist sarà italiana e forse anche una semifinalista con un po’ di fattore K. Si scontrano fra loro infatti Rossi e Tcherkes Zade, una mia antica fiamma tennistica che si è un po’ spenta, e che ho visto, non credendo ai miei occhi, così fragile emotivamente di recente. Ma Isa di Russia, come la chiamo, procede per ora a fari spenti, e fa notizia che abbia liquidato facilmente la tds n. 4. Match aperto tra due giocatrici, Isa e Federica, talentuose ma use a regalare. Due che regalano poco o nulla sono invece Delai e Chiesa Enola: la prima ha attualmente un notevole appetito e non si sazia, anche se il suo dovere l’ha già fatto e le ungheresi, come la Gecsek, tale la sua prossima avversaria, sono per definizione avversarie sempre ostiche. Anche Chiesa ha una ungherese e sarà presumibilmente lotta, benché questa avversaria abbia poi fatto tre set con la discontinua Bandini. Sola altra italiana in gara è la Carbonaro. Ormai deragliate sono Biagianti e Ceppellini, quest’ultima una giocatrice spavalda, tiratrice, kamikaze che non sa cosa sia la paura che vidi a Firenze due anni fa ricevendone ottime impressioni: ma ha avuto due anni di stasi e inattività e non so perché.
Ma credo poi che valga sempre la legge che il torneo si vince di tenuta mentale, e chi inzia alla grande puo’ anche fermarsi.