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Pit stop a Forte dei Marmi

by Franco Marucci

Notizia da trattarsi in via preliminare è quella emersa un po’ dappertutto: che Sara Errani è indagata da mesi per uso di sostanze dopanti rinvenute da esami del gennaio scorso. Che è rientrata in Italia dall’America e mercoledì terrà una conferenza stampa. Che la Federazione crede nella sua buona fede. Che infine tutto potrebbe risolversi in un nulla di fatto e in una tipica bolla di sapone. Essendo io da tempo immemorabile un tifoso di ferro di Sara mi auguro che sia così. La stimo una giocatrice troppo intelligente, e saggia, per essere incorsa in una sciocchezza del genere, se vera. Certo una tentazione di migliorare le proprie prestazioni a fronte di un troppo rapido e precipitoso scadimento di rendimento e di classifica si può mettere in conto. Dico una tentazione. Vero Sharapova?

Il tennis giocato e la settimana chiusa ieri ci dicono per l’ennesima volta di risultati positivi che vanno però come sempre messi sulla bilancia calcolandone la tara. Dal basso in su abbiamo collezionato finali e vittorie nel giovanile (Andaloro, Enola Chiesa, la squadra femminile under 16…). Era un torneo Grade 5 se non erro per Andaloro e per Chiesa, a cui un anno fa predicevo un cammino in ascesa che non c’è stato e mi auguro possa riprendere da ora. Salendo, buona ennesima prova a Segovia di Berrettini, e a Woking, un paesino inglese e che per combinazione ho visitato l’anno scorso in un viaggetto in Inghilterra, a segno Jasmine Paolini. Anche Liam Caruana, di cui nessuno più si ricordava dal Bonfiglio 2016, ha messo in carniere da diciannovenne il primo colpo nell’ITF Pro, torneo americano da 25 mila dollari. La prudenza impone di tener presente che si tratta di tornei minori, e che nessuno dei due vincitori ha battuto avversari e avversarie che ring a bell. Paolini ha fatto il sesto o settimo centro in ITF, ma una giocatrice attestata al 110 circa WTA deve ormai battersi a livelli più alti. Sennonché vale anche il discorso contrario: se ai Master e altri tornei WTA le prendi sonore come è successo meglio alternare le partecipazioni per fare pari sulle spese e riprendere fiducia. Paolini è la lampante dimostrazione che il tipo atletico italiano matura nel tennis a piccoli passi e incrementi millimetrici nel tempo. Anche la Paolini, se davvero diverrà una quasi campionessa, lo farà sui venticinque anni e oltre, come ci hanno abituato Schiavone, Pennetta, Vinci, e perché no Volandri, Lorenzi e Fognini. Quanto a Caruana, il suo torneo americano aveva una facilità inversamente proporzionale alla distanza dal centro. Era in altre parole a vattelappesca questo torneo, e quindi il parco iscritti era largamente locale. Ma perché non gioirne ugualmente?

A Forte dei Marmi Tennis Italia si è chiuso ieri il classico Open di agosto: vincitori Dentoni e Matteo Trevisan. La Dentoni, affettuosamente Cori, ha vinto con qualche difficoltà contro la non pronosticata Muratori, giocatrice robusta e resistente dal gioco vario e quasi completo (sa solo non smecciare!), dalla smorzata assai insidiosa, dal back di rovescio affilatissimo e dal rapido spostamento sul diritto sulle palle che glielo permettono. Davo Dentoni vincitrice più facile del previsto se non altro per una più lunga esperienza ai livelli alti. Match come prevedibile dai non eccelsi  contenuti tecnici ma molto agonistico ed equilibrato. Rimontata sul 4 pari nel primo set, Dentoni lo ha comunque vinto ma ha ceduto inopinatamente il secondo; senza storia il terzo perché la Muratori era ormai stremata. Non vedevo Dentoni da parecchio ma il suo gioco è sempre lo stesso. Tergicristallo ove possibile. Ho visto peraltro sempre la giocatrice corretta, amabile, seria, molto determinata a far sua la posta in palio. Sempre giovanile, e non dimostra i suoi 28 ma dieci anni di meno. Come Aru al Tour non ha un filo di grasso al momento, e la giocatrice è molto diversa dalle foto che circolano sul web dove la si vede un po’ pettoruta e discinta.

Nel maschile successo facile di Trevisan, 6-1 6-4. Vistolo spesso non dal vivo risulta piccolo e basso; è invece un  armadio con anche un po’ di ciccia. Trusendi appare più bianco ed esile e non si vedeva come potesse far fronte alla potenza di Trevisan. Giocatorino dai bei movimenti, Trusendi, con un rovescio scolastico piatto molto rischioso a una mano. Concordo con i rimpianti di parecchi secondo i quali Trevisan poteva emergere a livelli assai più alti. Lo definirei un giocatore sornione, che finge di giocare svogliato, piano e vellutato, poi come una pantera che ti azzanna al collo senza preavviso ti molla una staffilata di diritto che come si suol dire ti fa la fotografia ovvero ti lascia fermo. Giocatore di esplosioni quindi, ed esplosioni che può fare perché tira i colpi con apertura fortemente abbreviata.

Postilla finale. Questo Open come altri sparsi in Italia e sempre più numerosi sono anche giocati da junior di media e buona levatura: qui ho notato un Arnaboldi e una Traversi, diciassettenni che hanno anche fatto strada. Ne esce confermata la mia tesi, che il divario tra tornei junior anche solo Grade 2 è quasi inesistente. Anzi sono anche più forti.

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