Titolo ovviamente non esatto: intendo dire che in finale, nei due singolari, non ci saranno né Donati né Lombardo. Nel doppio, sia maschile che femminile, abbiamo due coppie che stanno al momento giocando, una tutta azzurra, Donati-Baldi, e una mista, Chiesa-Sorribes.
La semifinale di Lombardo ha avuto purtroppo poca storia, e la nostra è stata in partita per una ventina di minuti prima che la spagnola prendesse il largo. 6/2 6/0 il punteggio eloquente. L’altra semifinale era più debole, e ha prevalso ancora a sorpresa la Schmiedlova sulla Fett. La slovacca è evidentemente una vincitrice in volata, e l’ha spuntata sul filo di lana, 6/4 al terzo. Incontro dunque equilibrato come numerosi precedenti da lei giocati. A questo punto qualcuno si potrebbe domandare quanti giochi potrà fare Schmiedlova contro Sorribes domani, vista la crescente e schiacciante superiorità della spagnola in questo torneo. I dati parlano molto chiaro: Sorribes non ha ancora perso un set dalle quali in avanti. Nelle quali…quali ha lasciato quasi a zero le avversarie, e nel main draw, odi odi, quella che è andata vicino a rubarle un set è Giulia Pairone, la cui prestazione va un po’ rivalutata. Lombardo era paga e stanca, d’accordo, ma due giochi soli rimediati rasentano il cappotto. Ieri Ferro stessa, ne ha portati a casa, di giochi, cinque. L’unica incognita potrebbe essere questa: che qui nessuna ha portato al terzo la Sorribes, e il suo rendimento dopo un’ora e mezzo di gioco potrebbe calare; e Schmiedlova è una maratoneta che gioca evidentemente molto bene gli ultimi venti minuti di un match tirato e mette i punti decisivi. Inoltre Sorribes potrebbe accusare una flessione fisica dopo aver giocato tutti i giorni in questa settimana, singolo e doppio, quali incluse. Ma mi sto arrampicando sugli specchi per cercare di rendere più incerta una finale che temo non lo sarà.
Nel maschile Donati è parso stanco, rassegnato e falloso. Ha retto sino al 4 pari nel primo e persolo ha ceduto presto il servizio nel secondo e l’incontro si è chiuso abbastanza rapidamente senza che vi fossero percepibili reazioni e segni di risveglio da parte del nostro. Prestazione sotto tono, ma Donati ha fatto ugualmente un buon torneo benché fosse stato finalista l’anno scorso. Stupisce d’altra parte questo Geens. Ha 17 anni, classe 1996, ma dimostra meno: l’avrei detto un 1998. Il fisico è quello del grissino, la faccia da baby, i muscoli invisibili. Ma ha notevolisisma velocità di braccio, sbaglia poco e quando affonda chiude. Favorito da Donati, che andava spesso fuori misura e accumulava una bella percentuale di gratuiti, Geens ha un’arma molto efficace nel servizio in kick soprattutto sul dispari: la palla si impenna molto alta e Donati, col rovescio, ha trovato parecchia difficoltà a gestirla, nonché a capirla.
Nell’altra semi maschile avevo dato favorito Biro non conoscendo bene Kachanov. Da fuori sembravano padre e figlio: Biro come ho detto è bassotto, il russo è un mezzo gigante che sfiora i due metri di altezza. Con tutto questo non è un bombardiere ma un rimettitore molto sostenuto e molto controllato. Ti aspetti il servizione, ma ti accorgi che potrà spingerlo ancora di più in futuro. Il diritto è svirgolato con il piatto corde che non va mai dietro le spalle, e con la palla che prende velocità e spin grazie alla lunghezza inusitata delle braccia e alla frustata del polso. Davanti alla regolarità esasperante del russo anche il calmissimo Biro ha perso la pazienza e lo si è visto scagliare la racchetta! Forse Biro ha giocato al di sotto delle sue possibilità, e comunque il secondo set è stato lì lì per vincerlo, ma il russo ha in fondo meritato.
Finale incerta questa del maschile domani, ma, avendo sbagliato ormai vari pronostici, do vincente Geens, che ha più fantasia e più varianti, sebbene sia giocatore più leggero del russo, già una specie di corazzata Potemkin.
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