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Azzurrine scatenate a Palermo

by Franco Marucci

La retorica, da cui rifuggo (tipo il tale o la tale “trionfano” a questo o quest’altro torneuccio), è però giustificata da quanto sta accadendo a Palermo Grade 3. I giovanissimi maschi stanno al coperto, perché pochi nostri quindicenni possono figurare e far bene in tornei di questo grado anche per mancanza di ranking, let alone i quattordicenni e i tredicenni, salvo magari o senza magari Nardi, che è l’unico italiano in grado di far partita pari, e vincere, con i più grandi anche di due o tre anni. Invece come tutti sanno nel femminile, dove il fattore potenza e sviluppo fisico è meno incisivo, le tredici-quattordicenni possono essere già competitive. Palermo è un torneo che spesso ha appunto lanciato giovani giocatrici, e nel 2015 la Cocciaretto quattordicenne, se non ricordo male, fece parecchia strada in questa manifestazione. In pratica ne parlo perché il torneo girls è stipato di tante nostre giovanissime che si affacciano per la prima volta o quasi nell’Under 18. Questo torneo palermitano è infatti ben collocato, ha un tagliafuori non proibitivo essendo un Grade 3, e viene dopo gli Under nazionali e gli US Open: in pratica l’anno tennistico finisce a settembre e non il 31 dicembre, e le diciottenni salutano e il buco viene riempito delle quindicenni dell’anno successivo. L’entry list non è così affollata e allora è facile entrare sia in quali che in main draw secondo la classifica e con l’ausilio delle wild cards. Insomma oramai chi vuole realizzare e mettere fieno in cascina non ha poi molte altre possibilità, perché fra poco i tornei saranno pochi e lontani, quindi bisogna dare il tutto per tutto ora.

Il main draw boys non entusiasma in verità. In ottica azzurra, senza i grossi calibri nazionali (dico nazionali), noto che in gara è D’Ambrosi che ha fatto benissimo agli Under 16. Rottoli, forse il secondo miglior 2002 nostrano, cede però a Speziali impegnandolo comunque nel primo set. Jannik Sinner è da settimane in flessione o comunque fermo dopo aver sprintato in maggio-giugno. Un nome nuovo è Marino, che batte Andaloro il quale ha battuto Caldes, che conosciamo dall’Avvenire. Circa il femminile, per dare un’idea del ben di dio potenziale che è in gara a questo torneo bisogna rifarsi dalle qualificazioni. 80% circa le italiane e dunque derbies. Tante 2003 finalmente, un assaggio del meglio che è in circolazione. Una delle poche che ho visto giocare, e iscritta a Palermo quali, è la Gaggini toscana: a me piace perché ha potenza sia pure non ancora controllata, buoni colpi e buon fisico. Ebbene seguite il ragionamento: la Di Pietro batte la Gaggini 6-2 6-0 inopinatamente, giornataccia dunque, ma poi Alessandra Simone batte la stessa Di Pietro 6-1 6-0 (alla faccia). Ma la Simone poi perde nel turno finale con la Cagnazzo, in un duello all’ultimo sangue, e cioè al terzo, perso 6-4. Io il nome della Simone me lo segno. Come quello della Girelli che a Palermo non c’è. Altra da seguire, lei pure toscana come la Gaggini, è la Serafini, che poeticamente ed esoticamente si chiama Asia. Anche lei dopo dura lotta ha estromesso la Tagliente, giocatrice tutt’altro che arrendevole. In foto la Serafini affascina, dico tennisticamente, essendo alta alta e filiforme, e bionda come una -ova. Mi ricorda nelle fattezze la Bovina. Spero ne abbia anche il tipo di gioco. Come dicevo due 2004 addirittura si affacciano e Pedone perde e non poteva non essere, dalla stessa Serafini, ma dopo aver passato un turno; della Ferrara dicevo ieri.

In sintesi il main draw propone questo al momento: Enola Chiesa lotta ma cede alla polacca tds n. 1; Biagianti pure fuori in un anno decisamente no. Peoni non perde un colpo e lascia per strada pochi giochi in forma smagliante. Krznaric, che un caro amico scommetteva contro di me che avrebbe fatto un sol boccone della mia prediletta Zantedeschi, ha sudato le sette camicie per venirne a capo, ma ha poi confermato i miei dubbi, perdendo nettamente, quasi a zero, da quella stessa che ha vinto ma lottando contro la Chiesa: sopravvalutata. Pigato? Non se ne parli, è un magico momento, non ha ormai avversarie entro il 400 del ranking. I nomi nuovi ulteriori sono due. Nuria Brancaccio, anzitutto, oggetto misterioso, forse allenata in Spagna, vista mai nei tornei di casa. Stupisce la sua vittoria perentoria contro la Ganz svizzera, che gioca e spesso vince anche nei 15 mila Pro. Benvenuta. L’altro nome che fa esultare è Matilde Paoletti: i due successi, ieri e oggi, contro avversarie più mature attestate molto avanti in classifica hanno del miracoloso. Un altro nome da annotare? L’importante è gestirsi bene, non bloccarsi, non fare un fuoco di paglia.

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