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by Franco Marucci

Le benedette classifiche junior senza 1999 sono online e si stanno affannosamente compulsando per ogni dove. I maghi sono alle prese con la sfera di cristallo. Tornare sulle prospettive azzurre sarebbe ripetitivo dopo gli ottimi post recenti di Tommy Hemp e di Paolo Angella. Mi limito a esporre alcune mie tesi del resto note ai frequentatori di questo Sito. Non credo come prima cosa che in questo 2018 noi si abbia il giocatore o la giocatrice in grado di vincere un Grand Slam junior; casomai con il concorso di circostanze fortunate potrebbe arridere ai nostri colori un Grade 1 precoce o tardivo, o magari decentrato e un po’ disertato (sudamericano per esempio). Di Grade 2 e più deboli possiamo vincerne invece anche a iosa. Ora, tutto ciò non deve suonare né pessimistico né depressivo. Il tennis si gioca ormai dovunque, di giocatori e giocatrici di braccio e di talento ce ne sono a bizzeffe,  gli allenatori sono tutti mediamente bravi ecc. ecc. Chi sopravanza gli altri dispone di un mix raro di braccio, fisico, testa, unitamente a motivazione, assenza di infortuni e buona programmazione. E poi ci vuole anche il portafoglio pieno. C’è poi un fattore come dire genetico e razziale. Tra i maschi noi italiani – anche noi italiani – abbiamo prevalentemente degli spilungoni e pochi sono sotto il metro e 75 e molti sull’uno e 80. Sia come sia, nel femminile un 60-70 per cento è invece di ragazze piccole di statura, gracili di corporatura, corte di arti, che genitori appassionatissimi vogliono gettare nella mischia tennistica laddove forse andrebbero meglio istradate alla ginnastica artistica. Per contro, le Karoline Pliskova nostrane vengono deviate verso il volley o il basket o il salto in alto. A volte le nostre perdono semplicemente perché le altre tirano più forte e più facile.

I Boys azzurri attesi nel 2018 sono stati tutti elencati e li conosciamo. Inutile dunque riandare alle prospettive di Musetti e Zeppieri, a cui si potrebbero aggiungere con qualche exploit Maggioli, Sinner e Arnaboldi. Le prime verifiche faranno testo, ma non subito in Australia. Dopo di loro si allunga in classifica una pattuglia di onesti giocatori classe 2000 e 2001 che se non hanno fatto salti tripli di rendimento in questi mesi invernali dovranno recitare fatalmente da comprimari. Io mi sono scorso le “benedette classifiche” e alla luce di alcuni risultati recenti fiuto e magari scommetto su qualche nome emergente. 885 è Leonardo Malgaroli, classe 2002: visto all’Avvenire ha un gran bel gioco, un fisico filiforme, anche se sciupava allora più del lecito. 941 è Nardi, classe 2003, e ancora più lungo e alto. Anche di lui sappiamo ormai tante cose e anzi quasi tutto. Ha fatto pochi tornei junior e spopolato in Tennis Europe. È uno di quelli che valgono molto di più del suo ranking, a differenza di altri che possono avere un ranking un po’ gonfiato e bugiardo. Se Nardi si butta con giudizio sull’ITF junior, da oggi in poi può fare grandi passi avanti. Dei due Tabacco – ecco i giocatori bassini in via eccezionale – è più quotato, e più avanti, Giorgio del 2003 che non Fausto del 2002. Sennonché un piccolo astro nascente potrebbe essere Davide Bagnolini, 1141 ma ranking ottenuto all’ultimo tuffo nel 2017. Anche lui è un 2003, è bello alto, e le foto fanno intravedere un gran colpo d’occhio. Fa parte di, e si allena a, una sedicente accademia Vilas di cui so pochissimo; ma certo il solo nome è beneaugurante. Chiedo venia se dimentico o non mi accorgo di altri 2002 o 2003 in rampa di lancio, ma come si sa si ragiona quasi tutti al buio e manca la prova finestra, che speriamo venga presto ai tornei italiani da marzo in avanti.

Il quartetto ideale delle Girls è formato da Cocciaretto, Peoni, Piccinetti, Rossi, con Cocciaretto punta di diamante. Tutto sta a verificare i progressi che la giocatrice marchigiana avrà fatto da settembre a ora, quando chiuse un 2017 da incorniciare. Come si analizzava nei ricchi commenti a vari post qui pubblicati su di lei, Cocciaretto deve (ha dovuto?) lavorare sodo su alcuni aspetti tecnici del suo gioco, per rimediare appunto a piccole carenze naturali di fisico e di mobilità. La testa e la tattica della giocatrice non si discutono. Ma basteranno? Tra l’altro, come urge ripetere, tolte le polacche, le russe e ucraine, e le americane e qualche asiatica, quest’anno lo schieramento in alto non pare proibitivo. Al di là di quel quartetto e scorrendo il ranking verso il basso, Delai e Sacco sono chiamate a verificarsi, l’una in tornei più impegnativi e probanti dopo un’annata comunque positiva, l’altra con una programmazione più intensa di quella svolta nel 2017. Lisa Pigato è secondo me un altro caso di giocatrice che vale assai di più della sua classifica, e potrebbe essere la rivelazione che attendiamo. Potrebbe attestarsi, e può già stare, alla pari di quel quartetto esclusa la Cocciaretto. Non di molto, ma anche Matilde Paoletti vale di più del suo ranking attuale 1017. Ahimè, la ragazza non si sviluppa e con un fisico così gracile temo si vada poco lontano, per ottime che siano le sue altre variabili tennistiche. Semplicemente perché sono in classifica come 2003 vanno infine citate Asia Serafini e Jennifer Ruggeri. Io non le ho viste mai giocare, ma la prima potrebbe apparire ai Campionati toscani di febbraio. Anche in questa rassegna dello junior femminile mi auguro di aver dimenticato o saltato molti nomi di giocatrici che potranno fare bene e benissimo.

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